Capitolo 7 -Sei scappata nella notte...-

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-Sei scappata nella notte da tutto quello che avevi- Laura Palmer, Bastille

Capitolo 7 -Sei scappata nella notte-

Il vento che fischiava nelle orecchie e le mie mani abbracciate sulla pancia di Shane si fondevano e mi davano la sensazione di essere in paradiso. Lanciai un urlo di gioia e Shane per un secondo si girò e urlò anche lui. Percorse strade che io non conoscevo e arrivammo nella discoteca. La fila era interminabile, ma Shane aveva i pass per me e per altri due amici. Logan e Matt, mi pare. Entrammo e la musica era fortissima. Andammo verso il banco dove non c'era praticamente nessuno. Shane ordinò un po' di alcolici e ci sedemmo in un tavolo isolato da tutti. "E così tu e Shane state assieme?" disse Matt schiaffeggiando la faccia di Shane che si era incantata sulle mie cosce esageratamente scoperte. "Oh no, io e Shane siamo solo amici." dissi sorridendo ai suoi amici. "Tutti dicono così e dopo due giorni sono già a letto..." mi sussurrò Logan in un orecchio. Mi voltai imbarazzata verso Shane e Matt che stavano ridendo come dei cretini. "Andiamo a ballare?" chiese Logan. Non ne avevo voglia, ma dato che tutti si alzarono, mi alzai anche io. La pista era piena e i nostri corpi strusciavano continuamente uno contro l'altro. Sentii una mano toccarmi il sedere tentai di ignorarla. Magari non l'aveva fatto apposta. Ma quando cominciò a chiudere la mano sempre di più mi voltai. Un ragazzo, probabilmente ubriaco, mi sorrise e disse parole che non riuscvo a capire. Ma la sua mano era sempre ferma sul mio didietro. Gliela scansai con una sberla, ma lui mi prese per le spalle e mi baciò con violenza. I nostri denti cozzarono gli uni contro gli altri e la sua lingua provò a entrare nella mia bocca. Il suo alito sapeva di marcio e la sua bocca era tutta sudata. Gli morsi violentemente il labbro e sentii il sapore metallico del sangue riversarsi anche nella mia bocca. Lui si scansò e si mise le mani sulla bocca, assumendo una faccia sconvolta. Poi non lo vidi più. Un pugno lo aveva colpito sulla mascella da dietro. Il ragazzo cadde a terra e si rialzò velocemente, con il sangue che gli colava dalla bocca, sia per il morso che per il pugno. Dietro di lui c'era Shane, con le mani che fremettero dalla rabbia. 

Fuori era freddo, ma tanto freddo. I passi dei miei tacchi riecheggiavano sull'asfalto, ma non mi accorsi della figura che mi seguiva finchè non mi fu addosso. Sentii le sua braccia nude, calde e avvolgenti sul mio seno. Mi voltai e c'era Shane che mi guardava e piangeva. I suoi occhi erano rossi e il grigio che c'era un volta era azzurro acceso. "Mi odio April. Ti prego, resta." disse fra un singulto e l'altro. Mi girai e lo guardai negli occhi. E senza sapere il perchè, mi misi a cantargli una canzone. Una di quelle malinconiche, che ti fanno venire da piangere. Non sapevo nemmeno il titolo, ma era una cosa che mi era uscita dal cuore. I suoi amici ci raggiunsero, ma rimasero a distanza di sicurezza. Shane continuò a piangere finchè non terminai la canzone. Mi guardai intorno ma Logan e Matt non c'erano più. Eravamo solo io e Shane. Lui mi guardò con gli occhi ancora lucidi per il pianto. "Perchè piangi?" chiesi io guardandolo negli occhi e fissando il mio sguardo nel suo. "Perchè sono sbagliato April. Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata e io guarda che cazzo ho combinato." disse sfregando la sua guancia sulla mia giacca di pelle per asciugare le lacrime. Non sapevo che dire, così mi limitai a riaccompagnarlo alla moto. "Sei in grado di guidare?" chiesi io per paura che fosse ancora sotto shock. "Perchè, tu sapresti guidare?" disse sorridendo per un attimo e salendo in sella alla moto.

Il percorso verso casa fu veloce e tranquillo. Sul vialetto di casa mia Shane mi guardò un secondo e poi abbassò la testa verso il serbatoio della sua moto. "Entra Shane, stasera dormi con me."  dissi io andando verso di lui. Shane parcheggiò meglio la moto ed entrò in casa. Salimmo in camera e mi misi in pigiama. "Ma non c'è nessuno in casa?" chiese Shane sbirciando fuori dalla porta. "No, tranquillo, mia madre è all'estero." dissi io mettendomi sotto le coperte. "Vieni."  gli sussurro piano. "Sembra una cosa troppo porno. E poi mi dai una maglia o qualcosa di pulito?" disse Shane ridendo come un demente. Presi una maglia a caso da sotto il letto e gliela lanciai. Era un maglione enorme con un unicorno disegnato davanti. "Ma cosa cazzo è sta roba?" mi urlò dietro lanciandomi il maglione in faccia e togliendosi la sua di maglia.

"In questo preciso istante pretendo descrizioni dettagliate." dice Hailey avvicinandosi ancora di più a me. "Quante fottute volte ti ho detto di non interrompermi? Ti descrivo tutto eh, stai tranquilla pervertita." dico scoppiando in una fragorosa risata.

I suoi muscoli gli scolpivano la pelle come uno stampino. Ero talmente scioccata che mi dimenticai come si respirava. E a causa della mia intelligenza, mi soffocai con la mia stessa saliva. Shane si mise a ridere e cominciò a battermi la mano sulla schiena per cercare di farmi respirare. Che figura di merda. Pian piano ricominciai a respirare e scrutai nuovamente Shane e il suo fisico perfetto. "Mi avevano detto che la bellezza poteva uccidere, ma non pensavo dicessero sul serio..." disse Shane mettendosi sotto le coperte. Si accoccolò a me come un koala e sorrise. "Pessima battuta Shane, pessima battuta." sorrisi anch'io. Lui respirò a fondo e mi abbracciò ancora più forte, come per scacciare i demoni che c'erano dentro di me. Ma si erano insediati troppo dentro per poter essere scacciati con un solo abbraccio. Risposi anch'io all'abbraccio, ma lui lo sciolse e mi guardò negli occhi. "Tu sai vero che stando con me ti farai molto, molto male?" mi disse guardandomi negli occhi, con qui suoi stupendi occhi grigi. "Lo so Shane, lo so. Ma io ti... io... ti amo." Ecco, l'avevo detto. La parola tabù. Quella che non osavo pronunciare dopo che Michael l'aveva detta tante di quelle volte. Sentirla uscire dalla mia bocca fu come sciogliere un nodo impossibile, come se mi fossi tolta il peso della volta celeste dalle spalle. Una sensazione incredibile, indescrivibile.Shane mi guardò per un attimo poi posò le sue labbra sulle mie. Erano calde, vive. Sapevano da alcool, ma non in maniera esagerata. Mordetti dolcemente la sua lingua e rimanemmo così, abbracciati, con le labbra che ogni tanto si avvicinavano come calamite, tutta quella benedetta notte.

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