16. La fiducia che ho di te

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Il suono assordante della sveglia mi bucò i timpani, adempiendo al suo dovere, facendomi, però, ruzzolare giù dal letto.

Una mano andò a toccare il mio naso dolorante mentre con l'altra cercavo di alzarmi per spegnere quell'aggeggio infernale che ancora non aveva smesso di tormentarmi.

Dalle mie labbra scappò un sospiro di sollievo quando finalmente riuscii nella mia ardua impresa.

«Che inizio di giornata.» mi lamentai, alzandomi da terra per andare a farmi una doccia.

Avevo deciso di consolarmi in quel modo, passando una bella quantità di tempo sotto il rilassante getto d'acqua calda.

Giocai con i miei capelli bagnati, una volta nella doccia, divertendomi a farli appiccicare al viso e facendo facce buffe.

Risciacquai l'ultima razione di shampoo prima di sentire il suono insistente del campanello.

Feci presto a spegnere l'acqua e afferrare il mio accappatoio, vestendomi per la strada verso la porta e abbandonando il tepore confortevole del bagno.

Aprii confuso la porta prima di ritrovarmi ancora più sorpreso.

«Ciao Taehyung.» mi sorridesti, per poi controllare il mio aspetto.

«Non ti aspettavo, entra. È successo qualcosa?» ti feci spazio.

«No, decisamente no, ma tu dovresti asciugarti.» mi copristi con il cappuccio dell'accappatoio, iniziando a frizionare i miei capelli.

Arrossii, notando la vicinanza con il tuo viso, mentre tu eri attento alla mia capigliatura, trattandola con delicatezza e cura.

«Adesso vado ad asciugarmi.» strinsi meglio la cintura di spugna intorno alla mia vita «Tu accomodati pure.»

Con il phon acceso, i pensieri superavano il suo rumore, mente lo specchio in cui guardavo mi faceva realizzare lo stato imbarazzato del mio volto.

Mi vestii in fretta, volendo farti aspettare il meno possibile, ed entrai nella mia stanza per prendere una giacca.

Mi sorpresi nel vederti sorridere dolcemente ad una mia foto appesa ad una parete.

«Lì avevo tre anni, avevo da poco cominciato la scuola e quella foto la scattò mia nonna al mio ritorno.» parlai mentre aprivo l'armadio per cercare una giacca da abbinare al mio outfit.

«Qui, invece?» ne indicasti un'altra. Mia madre mi teneva in braccio mentre mio padre mi lasciava un bacio sulla testa.

«Quando scattammo quella avevo cinque anni e mi reputavo abbastanza grande da poter camminare da solo. Infatti quella fu una delle rare volte in cui permisi a mia madre di prendermi in braccio.» indossai una giacca di pelle color tabacco, per poi sospirare «Quanto darei per stringerla come lei stringeva me.»

«Oh Dio. Kim Taehyung, come puoi tenere una foto così sexy in bella vista. Sei praticamente nudo qui, un po' di contegno.» indicasti una foto in cui avevo a malapena cinque anni. Mi avevano appena fatto il bagno e me ne stavo completamente infagottato in un'asciugamano.

«Hai ragione, adesso la tolgo.» la presi, per poi rigirarmela tra i due indici e porgertela.

«Eh?» il tuo verso confuso mi fece ridere.

«Tienila tu, una foto così hot può essere un buon pretesto per un ricatto.» te la misi in una tasca della tua giacca di jeans.

«Ma io non ti ricatterei mai.» i tuoi occhi sinceri mi guardarono feriti.

«Lo so, è per questo che te la sto dando. Mi fido di te.» ti dedicai un sorriso prima di uscire dalla stanza e avviarmi verso l'uscita con te al mio seguito.

Entrai nella tua macchina che sapeva di angostura e vaniglia, godendomi quei due profumi apparentemente contrastanti, ma scelti con minuzia.

Sperai che almeno un po' di quel profumo delizioso mi fosse rimasto addosso quando uscimmo dall'auto.

Presi dei garofani anche per te, che mi aspettavi pazientemente al cancello e ci avviammo insieme all'interno.

«Tae.» mi richiamasti quando fummo arrivati.

Alzai gli occhi su di te dopo aver sistemato il fiore nel suo vaso.

«Mi fido anch'io di te.»

Breathtaking ⇔ taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora