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I giorni passarono, così come i numerosi provini a cui avevo partecipato.
Sapevo di essere bravo, ma ero anche a conoscenza del fatto che avrei avuto tanto ancora da imparare, ma la volontà e la passione, di certo, non mi mancavano.
L'unico che mi mancavi eri tu.
Con la tua agenda fitta e la mia che iniziava a riempirsi eravamo riusciti a vederci poche volte in quell'ultima settimana.
Ma ero fiducioso, non appena i miei impegni si fossero stabiliti, avremmo studiato la strategia migliore per poterci ritagliare un po' di tempo per noi due.
Nonostante non fossi ancora entrato in quel mondo, avevo compreso quanto fosse difficile per te essere al cimitero tutte le mattine.
Questi erano i miei pensieri mentre stavo sul balcone in camera mia, con le braccia appoggiate alla ringhiera e la testa piegata a guardare le stelle.
Ogni volta che guardavo quel cielo illuminato, la mente tornava inconsapevolmente a vivere quella notte.
Sarei già dovuto essere a letto, ma non riuscii ad abbandonare quel ricordo che mi scaldava il cuore, nonostante il leggero vento che mi accarezzava la pelle.
Sentii bussare al campanello, così mi sporsi dal balcone per vedere chi fosse.
«Jeongguk.» mi sorpresi di vederti «Che ci fai qui?»
Mi guardasti dal basso, sorridendomi.
«Mi sciogli la tua treccia, Rapunzel?»
«Le chiavi sono sotto il vaso.» ti informai, ridacchiando.
Ti vidi prenderle, prima di sparire in casa.
Ti aspettai impaziente e felice di vederti, nonostante la confusione di averti lì.
Passò un po' prima di sentire la porta della mia camera aprirsi alle mie spalle e dei leggeri passi avvicinarsi a me, che ancora ammiravo quei puntini luminosi.
Sentii le tue sbraccia serpeggiare intorno alla mia vita mentre il tuo mento si appoggiava alla mia spalla e il tuo respiro mi solleticava la clavicola.
«Buona sera, sognatore.» mi lasciasti un bacio sul collo.
I brividi si sparsero per il mio corpo mentre continuavi a sorridere sulla mia pelle.
