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Sistemai il colletto della giacca prima di uscire di casa e chiudere a chiave la porta.
Mi misi in sella alla mia bici prima di percorrere la solita strada che con il sole pomeridiano assumeva un altro aspetto.
Quella mattina non andai al cimitero, avevo troppa paura del tuo volto deluso.
Così decisi di posticipare l'incontro con mia madre per quell'unico giorno.
Una volta arrivato, legai la mia bici e mi avvicinai al solito furgoncino pieno di fiori.
«Buon pomeriggio Suji-nim.» salutai la donna che fece finta di non sentirmi, continuando ad annaffiare una pianta di rose.
«Suji-shi.» mi corressi subito, cercando di rimediare.
«Oh, ma buon pomeriggio Taehyung.» la donna si aprì in un sorriso, riponendo l'annaffiatoio e venendomi incontro «Come mai non sei venuto stamattina?»
«Ho sbagliato ad impostare la sveglia.» scelsi la scusa più plausibile che mi ero studiato alla domanda certa della fioraia.
«Oh, è un peccato perché il ragazzo che sta sempre con te, Jeongguk, ti stava cercando.» alle sue parole sbarrai gli occhi.
«Mi stava cercando?» la realtà mi colpì come un pungo in pieno stomaco, facendomi prendere atto di ciò che era accaduto fino a quel momento.
«Sì, sembrava in qualche modo sconsolato. Mi ha fatto preoccupare, ma non mi ha detto niente. È successo qualcosa?»
«No, Suji-shi, non è successo niente.» abbassai la testa, sentendomi ancora più in colpa per le mie azioni.
«Non ho fiori da darti oggi, ci ha già pensato qualcun altro al posto tuo.» Suji mi sorrise prima di congedarmi.
Entrai confuso nel cimitero, non volendo credere che Suji si stesse riferendo indirettamente a te.
Arrivato sulla tomba di mia madre, lanciai un bacio voltante alla sua foto, prima di guardare il vaso pieno di acqua pulita.
Un alstroemeria gialla spiccava in mezzo agli altri.
Mi persi ad ammirare la sua bellezza prima di sentire la tua voce alle mie spalle.
«Ciao Taehyung.» mi girai verso di te, notando il tuo sorriso gentile.
Serbava che gli avvenimenti precedenti non ti avessero toccato, facendomi quasi credere di che fosse stato tutto un sogno.
La tua sfortuna fu che io avevo imparato a conoscerti.
Sapevo che vivevi completamente qualunque cosa ti accadesse attorno, ed ero terribilmente mortificato per il dolore che avevo causato e che non potevo nemmeno immaginare.
«Ciao Jungkook. Non ti ho visto arrivare.» mi alzai, avvicinandomi a te.
Notai le occhiaie sotto il tuo sguardo stanco.
Assomigliavano troppo a quelle che avevi la seconda volta che ti vidi, quando ancora non ti conoscevo affatto.
Sapere che la causa fossi io fu un tuffo al cuore.
«Beh, non mi hai visto arrivare perché sono qui da stamattina.» ridacchiasti senza davvero divertirti, alzando le spalle e mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni.
«Cosa?! Perché?» dal mio tono si poteva benissimo evincere il mio stato sorpreso.
«Me lo sto chiedendo anch'io, Taehyung.» sorridesti amaramente.
In ogni tuo gesto vedevo con quanto impegno stessi provando a fingere che io non ti avessi fatto male, a fare ciò che credevi fosse la cosa giusta per me.
«Sono stato sconsiderato, Taehyung. Mi dispiace.» dicesti sinceramente, per poi abbassare il capo e iniziare ad andare via.
«Sono io quello ad essere dispiaciuto.» ti fermai sui tuoi passi.
«E perché dovresti? Non voglio che tu provi pietà per me, Taehyung.» ti girasti nuovamente verso di me, fronteggiandomi.
«Non è pietà quello che provo. È solo paura. E mi dispiace troppo; non era mia intenzione, io non volevo creare tutto questo. Volevo solo essere felice, ma questa paura maledetta è rimasta attanagliata al mio cuore sin da bambino e non so nemmeno se ho il potere di scrollarmela di dosso.» le lacrime iniziarono a rigarmi le guance mentre i pensieri che avevo tenuto in me così a lungo uscivano fuori senza ritegno e controllo.
Le mie gambe si indebolirono e io non riuscii a riconoscere la mia voce spezzata dalle lacrime.
Credevo di essere una persona diversa, invece ero incredibilmente patetico.
«Sh, va tutto bene, Tae.» mi prendesti prima di una caduta rovinosa, sedendoti a terra a gambe incrociate, attento a farmi abbastanza spazio per essere comodo.
«Non va bene, ti ho fatto del male.» piansi ancora di più.
«Neanche tu sembri star bene.» un lieve sorriso gentile apparì sulle tue labbra.
Mi accarezzasti le guance con i tuoi pollici, in un tentativo di asciugarle dalle lacrime che ancora le solcavano.
«Ti aspetterò, Tae.» mi lasciasti un bacio tra i capelli prima che il tuo telefono iniziasse a squillare.
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Breathtaking ⇔ taekook
FanficE chi se lo sarebbe aspettato che quel respiro che mi avevi rubato me l'avresti restituito. ❀ 𝚃𝚊𝚎𝚔𝚘𝚘𝚔 ❁ ᶜᵒᵐᵖˡᵉᵗᵉ