☀︎☀︎☀︎
Era un giorno strano quello in cui ti vidi per la prima volta; uno di quelli in cui avverti che qualcosa è diverso, ma non sai cosa.
Semplicemente sai che non tutto andrà come è sempre stato.
Il vento era leggero e fresco e mi arrossava le guance infreddolite, schiaffeggiandole con qualche folata più prepotente.
Il sole di prima mattina mi riscaldava quei centimetri di pelle lasciati scoperti dagli abiti primaverili mentre pedalavo per le strade della città che, nonostante tutto, continuavo ad amare.
Le ruote della bici producevano un suono familiare e rilassante contro la strada che non mi aveva mai abbandonato per buona parte della mia vita.
Incatenai il mio bolide a energia e fatica e mi incamminai verso il cancello.
«Buongiorno Suji-nim.» salutai la signora con cui avevo ormai preso confidenza.
«Taehyung! Quante volte devo ancora ripeterti di non essere così formale con me?» si lamentò la donna, come era sua abitudine fare.
«Oggi prenderò una zinnia arancione.» pagai, mentre aspettavo la simpatica fioraia tornare dal suo furgoncino pieno di fiori di ogni tipo.
«Deve mancarti davvero tanto, eh?» la donna mi porse il fiore, ridestandomi dal mio momento di smarrimento.
Annuii, accennando un sorriso malinconico, per poi salutarla e percorrere quel sentiero a me familiare.
Calpestai i ciottoli chiari, che tanto mi incuriosivano da bambino, e mi inginocchiai sul granito freddo.
Ammirai come i lineamenti di quella signora ritratta in foto risaltassero sui vari colori della struttura.
Mi persi a guardare i suoi occhi pieni di vita, prima di focalizzarmi sulla bellezza che era stata quella donna.
Sospirai prima di guardare il fiore che avevo tra le mani e posarlo nel vaso pieno d'acqua, insieme a tutti gli altri.
«Ciao mamma.» sorrisi, iniziando quella conversazione con me stesso che trovavo estremamente terapeutica «Spero tu te la stia passando bene. Mi saluterai i nonni, vero? Mi mancate davvero tanto, tutti. Ma non preoccuparti, eh, io sto alla grande.» mi sistemai meglio sulla lapide, sedendomi più vicino alla foto di mia madre, accarezzandola «Sei davvero bella, mamma, la donna più bella che io abbia mai visto. Sono così fiero di essere tuo figlio e così contento di aver ereditato anche solo un ottavo del tuo animo gentile e nobile. Magari non sono stato il bambino più ubbidiente e buono a questo mondo, ma ti voglio bene. Davvero tanto.»
Le lanciai un bacio volante, spostandomi a guardare il cielo.
Chiusi gli occhi, beandomi del silenzio che mi avvolgeva fin quando dei passi rapidi non interruppero la quiete che si era creata intorno a me.
Mi voltai lentamente, aprendo gli occhi, confuso al pensiero che qualcuno corresse per un cimitero.
Ti vidi fermarti per una tomba con il viso contorto in un'espressione incredula mentre sembravi crollare a pezzi.
Le tue ginocchia cedettero al peso del tuo corpo fattosi troppo passante una volta realizzato che davanti ai tuoi occhi non c'era nient'altro che la realtà.
Dai tuoi occhi urlanti di disperazione scesero lacrime amare mentre la tua bocca si apriva, incapace di emettere anche un solo suono.
Ti accasciasti sul candido marmo gelido, coprendoti il viso con le braccia e piangendo la tua tristezza mentre stringevi serrati i pugni in un vano tentativo di farti forza da solo.
Per la prima volta vidi qualcuno provare il dolore incontenibile che sperimentai io tempo addietro.
Mi rividi nei tuoi gesti e mi ritrovai nella tristezza e nella disperazione che emanavi.
Mi chiesi se anch'io, al suo tempo, sembrassi così afflitto da perdere le forze.
Rimasi a pensare mentre ti crogiolavi nella tua sofferenza.
Un urlo addolorato mi scosse quando ti vidi sgretolarti davanti ai miei occhi.
E fu proprio quello a togliermi il respiro.
STAI LEGGENDO
Breathtaking ⇔ taekook
FanficE chi se lo sarebbe aspettato che quel respiro che mi avevi rubato me l'avresti restituito. ❀ 𝚃𝚊𝚎𝚔𝚘𝚘𝚔 ❁ ᶜᵒᵐᵖˡᵉᵗᵉ