19. La spensieratezza della gioia

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Il giorno dopo, mi risvegliai tra le tue braccia, ancora in quel posto magico.

Avevamo passato la notte lì, non avendo il coraggio di lasciare tutta quella meraviglia.

Da quel momento, dalla sera prima, iniziammo a vivere alla grande, al pieno delle emozioni che sembravano sommergerci.

Diventammo ciò che a entrambi mancava: la felicità.

Sorrisi, guardandoti dormire beatamente con la testa all'ombra dell'albero.

Nonostante il tuo stato dormiente, le tue braccia intorno a me non allentavano la loro presa ferrea, rendendomi impossibile alzarmi.

«Jeongguk.» sussurrai, ricevendo solo uno sbuffo addormentato da parte tua.

«Jeonggukie.» provai ad essere più dolce, iniziando a giocare con i tuoi orecchini a cerchio.

«Amore.» a quell'ultimo richiamo, apristi un occhio, per poi richiuderlo con un sorrisetto sbruffone.

«Siamo tipi da nomignoli, eh, Kim.» ti tirai un po' l'orecchino, facendoti avvicinare alla mia bocca.

«Togliti quel ghigno dalla faccia.» ti sussurrai prima di strattonarmi il tuo braccio di dosso e alzarmi.

«Non dirmi che te la sei presa.» i tuoi occhi da cucciolo, aperti di scatto, quasi mi fecero cedere, ma cercai di resistere.

«Io vado via.» dissi dopo essermi scotolato per bene il pigiama.

Saltasti in piedi alla mia affermazione è mi ricorresti per quel metro scarso che avevo fatto.

«Scusa.» mi guardasti mortificato, prima di abbassare la testa sulle tue mani che stringevano le mie con la paura palpabile che potessi andar via.

«Stavo scherzando, non mi sono offeso, signor credulone.» ti sorrisi genuinamente.

La tua bocca si schiuse piena di stupore, così come i tuoi occhi si allargarono un poco.

«Adesso sono io quello offeso.» incrociasti le braccia e cacciasti il labbro inferiore in fuori, prima di girarti ed andare via.

A quel punto non resistetti.

Ti feci girare e ti baciai.

Fu un bacio che non sapevo nemmeno di saper dare, pieno di trasporto e leggerezza.

Sorridesti, ancora sulle mie labbra, prima di appoggiarti con la schiena a quell'albero secolare, trascinandomi con te.

«Sei davvero un ottimo attore.» sussurrasti, sfiorandomi le labbra ad ogni tuo movimento, per poi ricongiungerle con più passione di prima.

Un lamento scappò ad entrambi appena sentimmo il tuo telefono squillare, interrompendo quel nostro momento.

Stavo per allontanarmi quando mi afferrasti per la vita, tenendomi stretto a te.

Sfruttai la situazione, appoggiando la testa sulla tua spalla, soffiandoti di proposito sul collo di tanto in tanto mentre tu rispondevi alla telefonata.

Dopo qualche imprecazione sommessa e molte affermazioni rassicuranti, terminasti la telefonata, abbandonando la testa all'indietro.

«È successo qualcosa di grave?» ti guardai, dal basso della tua spalla.

«A parte te che continui a provocarmi, no. È solo il lavoro.» alzasti le spalle con sufficienza.

«Stressante?» il mio tono preoccupato ti fece allarmare.

«No, tranquillo. È solo la mia assistente. È un tantino ansiosa.» mi tranquillizzasti.

«Wow, hai anche un'assistente, sai che potrei essere vagamente geloso?» mi allontanai un po', per poterti guardare negli occhi, con un ghigno sulle labbra.

«Non ne hai il bisogno. Sei l'unico che vedo, Taehyung, l'unico di cui mi voglio riempire gli occhi e le giornate e non ho nessuna intenzione di perderti. In nessun modo.» ti diedi un bacio veloce, sapendo che se mi fossi soffermato anche per un solo secondo di troppo non saremmo più tornati a casa.

«Di cosa ti occupi per avere addirittura bisogno di un'assistente?» diventai serio per un momento.

«Attualmente sono un modello.» ti copristi le orecchie, imbarazzato.

«Aspetta un secondo. Mi stai dicendo che sei un modello? E non me ne hai mai parlato?»

«Non è importante.»

«Certo che lo è, invece. Io non ho nessuna intenzione di condividerti con il mondo.» mi imbronciai.

«E non voglio assolutamente che tu lo faccia.» sorridesti, avvolgendomi tra le tue braccia prima di darmi un ultimo bacio «Adesso andiamo.»

Lungo il viaggio il macchina non parlammo molto, ma cantammo a squarciagola le canzoni di qualche anno prima che passava la radio.

Non appena arrivammo, mi precipitai da Suji ordinando dei fiordalisi, fregandomene altamente del mio pigiama.

Dopotutto, stavo iniziando anche ad apprezzarlo come capo outdoor grazie a te.

«Ehi, Tae, hai mai pensato di fare l'attore?» la tua domanda mi colse di sorpresa, ma risposi ugualmente.

«Recitare; sì.» sorrisi al pensiero.

Breathtaking ⇔ taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora