|Capitolo 10|

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                               Jimin

Sto sistemando gli ultimi piatti nella credenza, quando ricevo una chiamata da un numero sconosciuto. Evito di rispondere e lascio il cellulare sul tavolo, non curandomi della persona in questione.
Una volta finito di riordinare, il cellulare riprende a squillare, così decido di rispondere spazientito.
Chi è che chiama a quest'ora?

«Pronto?» rispondo, sbadigliando successivamente. Mi passo una mano sul volto e per poco non mi addormento in piedi.

«Jimin?» risponde una voce che ormai conosco molto bene. Il mio respiro inizia ad intensificarsi e le gambe tremano leggermente.

«Yoongi? Come fai ad avere il mio numero?»

«Questo non è importante ora. Stammi bene a sentire, dei cacciatori stanno girando per la città. Chiuditi in casa e sopratutto non dare nessun tipo di informazione a quel pazzo del tuo ex» alle sue parole il sangue mi si gela nelle vene ed inizio a guardarmi intorno spaventato.

«S-sì, ma voi state bene?» chiedo subito, avvicinandomi velocemente alla porta d'ingresso per chiuderla a chiave.

«Sì, non ci hanno scoperti ancora»

«Ho appena bloccato la porta, ora vado a chiudere tutte le finestre» affermo, dirigendomi verso le finestre del salotto, assicurandomi che siano tutte chiuse.

«Avverti chiunque, non penso siano dei cacciatori inesperti» si raccomanda lui, abbassando gradualmente la voce.

«Lo farò» mi fermo al centro del stanza e mi mordicchio nervosamente il labbro.

«Allora ci sentiamo» fa per chiudere la comunicazione, ma riesco a fermarlo appena in tempo.

«Aspetta Yoongi...come stai?» il mio tono è incerto, sono sicuro che sia arrabbiato con me e questo mi distrugge.

«Come vuoi che stia?» dice bruscamente, provocandomi una fitta al petto per via del tono che ha utilizzato.

«I-io...» gli occhi iniziano a bruciarmi a causa delle lacrime che spingono per uscire.

«Tu cosa Jimin? Te ne sei andato dopo il nostro quasi bacio, tutto ciò a cui riesco a pensare è il tuo rifiuto»

«Non era un rifiuto!» puntualizzo, mantenendo a fatica la voce stabile.

«A me sembrava proprio così invece»

«Possiamo parlarne di persona? Preferisco vederti e guardarti negli occhi, invece che attraverso un cellulare»

«Non voglio essere preso in giro da te» il mio cuore perde un battito. Mi sento tremendamente in colpa per come l'ho lasciato, ma mi sono spaventato e non sapevo come gestire ciò che sentivo.

«Non ti prenderei mai in giro! Ti prego dammi una seconda possibilità!»

«Aish...va bene, ci vediamo domani mattina al negozio» si arrende alla fine, portandomi così a sorridere speranzoso.

«Sì, è perfetto. A domani!» lo saluto, prima di spegnere tutte le luci e dirigermi verso la camera da letto.

Il giorno seguente...

Prendo un respiro profondo ed apro la porta del negozio, venendo accolto da Hoseok.

«Buongiorno» mi avvicino al bancone, attirando così la sua attenzione.
Si risveglia dai suoi pensieri e solo in questo momento si accorge della mia presenza.

«Oh Jimin! Scusa non stavo prestando attenzione. Come stai?»

«Non c'è male, tu?» appoggio le mani al bancone, sorridendo per la sua tenerezza.

𝐔𝐧𝐞𝐱𝐩𝐞𝐜𝐭𝐞𝐝 - 𝐎𝐦𝐞𝐠𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora