|Capitolo 26|

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                               Taehyung

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Taehyung

Quattro giorni dopo...

Percorro gli ultimi centrimetri che mi dividono dalla porta e respiro profondamente, prima di suonare il campanello. Sento diversi passi provenienti dall'interno, finché la porta non viene aperta con enfasi.

«Che ci fai tu qui?» mi squadra attentamente la madre di Jungkook con sguardo truce, mentre si trattiene a fatica dal staccarmi la testa a morsi.

«Sono qui per Jungkook» ammetto, evitando il più possibile il suo sguardo torvo e minuzioso.

«È colpa tua se è sparito, dove lo hai portato?!» grida ferocemente con le zanne e gli artigli in mostra, mentre il marito corre verso di noi per trattenerla.

«È stato rapito dai cacciatori» cerco di mantenere la calma, provando a ragionare con lei, anche se qualsiasi mia affermazione verrà sicuramente considerata come menzogna.

«Lo sapevo che avresti portato solo guai a mio figlio! Ora è pure sparito!» trattengo a stento i miei istinti e respingo i canini che formicolano dalla rabbia.

«Perché invece di sprecare le sue energie per puntare il dito contro qualcuno, pur di non assumersi un minimo di responsabilità, non cerca di aiutarci a ritrovarlo?! È anche colpa sua se Jungkook è sparito. Le importa se lui trascorre del tempo insieme ad un vampiro, ma non si preoccupa neanche di controllare dove va suo figlio ogni giorno!» grido di rimando, portando entrambi i suoi genitori ad indietreggiare spaventati.

«Sapete già qualcosa?» domanda l'uomo dopo lunghi attimo di silenzio, spostando la moglie alle sue spalle.

«In questi giorni proveremo a seguire la scia del loro odore, anche se lo strozzalupo è ancora troppo presente nell'aria» spiego, riuscendo finalmente ad ottenere un cenno positivo da parte loro.

«D'accordo, tieni. È il mio numero. Contattami appena avrai nuove notizie, intanto anche noi inizieremo a perlustrare la zona» mi sorprende la madre di Jungkook, porgendomi un biglietto con il suo numero scritto sopra, mentre i suoi occhi sono contornati da lacrime delicate.

«Devo chiederle un favore. Ho bisogno di seguire la scia di Jungkook, perciò vorrei entrare in camera sua per trovare qualche oggetto con il suo odore» gesticolo per spiegare la situazione, finché sua madre non si tira leggermente indietro per farmi entrare.

«Sì, va bene» concorda con sguardo perso, permettendomi di camminare all'interno dell'abitazione.

«La ringrazio» mi inchino leggermente, anche per spezzare un po' la tensione creata in precedenza e cammino verso la camera di Jungkook, sotto lo sguardo inquisitore dei suoi genitori.

Entro in camera del ragazzo e mi richiudo la porta alle spalle, appoggiandomi con la schiena ad essa. Sospiro profondamente, accendo la luce e inizio ad osservare ogni minimo dettaglio, rivivendo i momenti passati insieme a lui.
Mi avvicino all'armadio a lato della scrivania e apro le ante lentamente, per paura di venire travolto con violenza dal suo odore.
Appena mi ritrovo di fronte alle numerose felpe e magliette, nere o grigie, accarezzo leggermente il tessuto, avvicinando il viso ad esse. Chiudo gli occhi e mi sento come se avessi davanti a me Jungkook, ma non potessi abbracciarlo.
Richiudo con delusione le ante dell'armadio, prima di adocchiare una felpa, probabilmente già indossata in precedenza da lui, posta sullo schienale della sedia. La afferro velocemente e la stringo tra le mani, portandola vicino al viso per annusare il suo profumo.

𝐔𝐧𝐞𝐱𝐩𝐞𝐜𝐭𝐞𝐝 - 𝐎𝐦𝐞𝐠𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora