PARTE 3

4.3K 41 4
                                    

Il giorno seguente non fu molto diverso da quello precedente, come del resto non lo era da quelli prima ancora. Simona, peró, dopo la notizia del colloquio era diventata ancora più ingestibile di prima. Sara si trovò nella situazione di andare dalla vicina di casa a prendere un the, perché altrimenti avrebbe dovuto passare la giornata a riempire la figlia di sculacciate, talmente tante erano le motivazioni che quel giorno la ragazza le stava dando per farlo.

"Voglio aspettare fino a domani dopo il colloquio". Disse Sara alla sua amica e vicina di casa Claudia. Questa era ben a conoscenza della situazione e tentó di rincuorare l'amica.

"Ma si, vedrai che un posto te lo trovano".

"Non penso sai. Sono già pieni e se va bene se ne parlerá l'anno prossimo. Nel frattempo cosa devo fare con Simona? Io non ce la faccio più".

"Dai, non dire così. Forse dovresti lasciarle un po' di respiro".

Sara guardó l'amica con curiosità.

"Cosa intendi?".

"Bhe, io vi sento e so che la sculacci molte volte e per parecchio tempo. Possibile che ne meriti sempre così tante? Non puoi provare a farle passare liscio qualcosa? Magari cose meno gravi… non so...".

Sara era pensierosa ma, davvero non riusciva a trovare nulla su cui potesse soprassedere. La maleducazione di Simona era vergognosa e sui risultati scolastici non transigeva.

"No. Non credo. Quelle che le do sono sempre ben meritate, credimi". 

Passarono ancora qualche ora conversando, tentando di argomentare su altri temi per svagarsi un po' da quei pensieri.

Tornata a casa, Sara fece finta di niente quando vide la confusione che regnava in cucina e sul tavolo. Sua figlia si era fatta uno spuntino a quanto pare e non aveva riordinato. In bagno i vestiti da lavare erano per terra dove c'era ancora il tappetino bagnato che usavano uscendo dalla doccia. Trattenne l'istinto di andare a prendere per un orecchio la figlia e darle ciò che si meritava. Quel giorno lo aveva già fatto parecchie volte e, un po' anche per seguire il consiglio dell'amica, fece un lungo respiro e si mise a riordinare la cucina.

"Simona. Per favore potresti togliere il tappetino della doccia? Grazie". Urló alla figlia mentre ripuliva il tavolo da tutte le cose che la ragazza vi aveva lasciato sopra.

Simona rispose qualcosa di poco chiaro. Sara finí di pulire ed iniziò a preparare la cena.

A tavola la discussione tornò sul colloquio che si sarebbe svolto il giorno dopo. La madre spiegó che si trattava solo di un incontro conoscitivo per valutare la situazione e che se l'avessero accettata sarebbe stato solo per un anno. Dopodiché avrebbe potuto tornare nella sua vecchia scuola dai suoi amici. La ragazza non ne fu contenta comunque ma se non altro la conversazione fu tranquilla e Sara ne fu felice. "Almeno una cena in tranquillitá si riesce a fare". Pensó mentre caricava la lavastoviglie e la figlia tornava in camera sua.

Più tardi, andò in bagno per prepararsi per la notte. Quando entró, il tappetino della doccia era ancora a terra, bagnato. Simona non lo aveva ancora tolto da quando glielo aveva chiesto.

"Simona! Il tappetino della doccia!". Le urló per farsi sentire.

"Toglilo tu, no?". Fu la risposta beffarda della figlia.

Sara contó fino a dieci. Poi fece un lungo respiro ma, niente riusciva a trattenerla dal fiondarsi in camera di Simona e darle una bella ripassata.

"E ora basta però". Disse tra i denti mentre si dirigeva verso la porta della camera della figlia.

Simona vide la madre entrare con passo deciso. Quando la vedeva così sapeva bene cosa sarebbe accaduto.

"Mamma, che c'è? Ho da fare!". Tentó di fermarla inutilmente. 

Venne presa per un orecchio e fatta alzare dal letto dove stava usando il tablet.

"Dai, lasciami stare!!". Lamentó.

La madre però era molto contrariata e con gesti ormai esperti si mise la figlia lunga distesa sulle ginocchia per iniziare a sculacciarla con vigore.

"Una cosa ti ho chiesto oggi, una sola!!!". Iniziò a dirle mentre colpiva il sedere candido della figlia che comunque lasciva intravedere qualche piccolo livido a causa delle frequenti sculacciate che solitamente subiva ogni giorno. Schiocchi e lamenti risuonarono anche quel giorno tra le mura della casa.

Al di là di una delle pareti, la vicina amica di Sara stava leggendo un libro alla luce di una lampada. Ad un tratto iniziò a sentire una voce urlare qualcosa a proposito di un tappetino. A quell'ora rumori, suoni e voci si sentivano meglio data la quiete generale. In più lei la sera era solita leggere e non guardare la TV, quindi il silenzio era ancora più profondo. Poi, iniziarono gli schiocchi ed i lamenti sommersi a cui era ormai abituata. Alzó gli occhi al cielo ed indossó delle cuffie antirumore che aveva comprato per momenti come quello e potersi cosí concentrare nella lettura.

"Speriamo che in quella scuola accettino sta ragazza, così potrò finalmente leggere in pace".

Spanking Tales: Istituto EsclusivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora