PARTE 9

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Durante la sua prima settimana, grazie all'aiuto di Claudia, Simona riusciva a passare indenne ogni ispezione mattutina. Considerato ciò che le toccava subire durante la mattinata di lezioni però, era una magra consolazione. Lo stesso invece non capitava alle altre tre ragazze che, chi prima chi dopo venivano trattenute dalla preside nella loro rispettiva camera con tutto ciò che ne conseguiva. Ci fece comunque presto l'abitudine, anche se questo non cambiasse il fatto che la vita lì dentro per loro fosse davvero dura. Non era passato giorno senza che una o più di una delle ragazze non venisse punita durante le lezioni dai professori, senza contare che era la stessa preside Giuliana a tenere le lezioni pomeridiane di educazione domestica. Fu durante una di queste che fece la conoscenza della sua temuta bacchetta ed il fatto di venirne dal trattamento mattutino che le riserbavano i prof alla fine di ogni ora di lezione, fu un'esperienza che si ripromise di non ripetere mai più. Inoltre rimase sorpresa di constatare come anche nel dopo lezioni e nel tempo libero, il pericolo di essere punite era sempre alto. I prof erano presenti fino a dopo cena, quando andavano a ritirarsi nell'ala dell'istituto a loro riservata. La preside ed il custode restavano invece sono all'ora dello spegnimento delle luci. Stando ben attenta ad evitare quindi eventuali punizioni, restava ad osservare ciò che le accadeva attorno. Continuava a ripetersi che era una sciocchezza, ma le parole di Marta dette qualche giorno prima continuavano a ridondarle in testa. I prof erano veramente tenuti sotto una specie di controllo mentale dalla preside? In quei giorni li aveva osservati. Erano persino piacevoli e spesso simpatici, ottimi insegnanti, ma quando si trattava di impartire una punizione, cambiavano espressione e spariva da loro qualsiasi emozione. In quella settimana era stata sculacciata moltissime volte e spesso aveva chiesto clemenza ad alcuni dei prof che riteneva più alla mano, come ad esempio la prof Monica, sempre affettuosa durante le spiegazioni e disponibile a dare consigli quasi come una mamma. Eppure, quando scattava il momento vedeva i loro sguardi irrigidirsi e  nulla sembrava impietosirli.

C'era però qualcosa che non le tornava. Vero che le punizioni abbondavano, però erano sempre brevi e comunque, a parte quella prima settimana per lei, non tutte le ragazze ricevevano sculacciate ogni giorno. Anzi, Claudia, da quando l'aveva conosciuta era stata punita una volta sola, eppure quando la vide abbassarsi i pantaloni durante una lezione del professor Biolcati, il suo sedere era come quello delle altre ragazze che aveva visto esser punite più di recente. La sua non proprio entusiastica esperienza nel campo delle sculacciate le aveva fatto capire quanto tempo il rossore o i segni rimanessero ed impiegassero a sparire. Per quanto severi fossero i prof e la preside era impossibile che le ragazze portassero quei segni. Lei stessa che quella settimana aveva subito numerose punizioni giornaliere a causa della sua "iniziazione", al mattino non aveva quasi nessuna testimonianza di quanto accaduto il giorno prima se non un terribile indolenzimento. Qualcosa non le tornava o ancora non sapeva proprio tutto su quel posto, eppure Claudia l'aveva ben informata. 

Sabato sera, Simona e Claudia si stavano preparando per la notte nella loro stanza. C'era un po' di disordine  non dovendosi preoccupare  dell'ispezione mattutina (che avveniva comunque tutti i giorni tranne al sabato e la domenica) e cercando la spazzola, Simona posò lo sguardo sul calendario. Tirò un sospiro di sollievo constatando che la domenica era giunta e con lei la fine della sua "settimana di benvenuto", come la chiamavano le ragazze. Quasi a leggerle nel pensiero, Claudia le fece un sorriso affettuoso e sincero. Fu allora che le venne in mente un dettaglio, ma preferì godersi quello scambio di complice intesa e cercare di schiarirsi i dubbi in seguito. Una volta spente le luci, Simona bisbigliò all'amica.

"Claudia, mi è venuta in mente una cosa". 

"Che cosa?". Rispose bisbigliando anch'essa l'amica.

"Mi avevi parlato di un venerdì strano o qualcosa del genere. Domani è domenica e venerdì non è successo nulla…".

"Si, perché in realtà accade il secondo ed il terzo venerdì del mese, non ogni settimana".

"Ah ok, quindi ci sarà la prossima settimana?".

"Esatto".

Simona restò in silenzio qualche minuto aspettando che l'amica approfondisse ma, c'era solo il silenzio assoluto. Così si fece coraggio.

"Ma di cosa si tratta esattamente?".

Claudia restò in silenzio per un po', poi diede una risposta un po' inaspettata.

"Vuoi la verità? Si va tutti nella sala principale, dove c'è un grande buffet. Si mangia e si beve e… sinceramente non ricordo altro di ció che accade in quelle sere".

"Come sarebbe scusa?". Simona era perplessa, non capiva.

"Si… insomma, è una festa. Siamo tutti insieme e si allenta un po' la tensione. Solo che probabilmente gli alcolici fanno effetto e noi non siamo delle gran bevitrici. Quindi ci svegliamo nei nostri letti con pochi ricordi della sera precedente".

"Ah, capisco...bhe io non posso bere alcolici, ho una specie di allergia quindi magari vi racconterò cosa succede se doveste stordirvi di nuovo haha".

Claudia trattenne nel cuscino una risata e dopo si misero a dormire entrambe.

Mentre una però dormiva profondamente, l'altra rimase sveglia pensando che dopo quel racconto fosse sempre più chiaro che qualcosa di strano accadeva in quell'istituto. Come era possibile che nessuna delle ragazze ricordasse cosa accadeva durante quelle feste? Erano li già da due mesi rispetto a lei, quindi ben quattro feste e nessun ricordo? Impossibile. Magari erano solo sue suggestioni ma, si sarebbe levata ogni dubbio durante la settimana che sarebbe iniziata e che comprendeva il secondo venerdì del mese. 

Quei pensieri non sembravano volerla far riposare. Dopo quasi un'ora ancora non riusciva a prendere sonno. Si alzò per bere dell'acqua e dopo poco senti il bisogno di andare in bagno.

Le camere disponevano di servizi ma non volendo svegliare l'amica, Simona decise di recarsi nel bagno comune situato qualche porta più in là della loro camera. Uscire dalle stanze durante la notte non era consentito ma, a quell'ora ormai dormivano tutti, o quasi. Una volta in corridoio vide la porta della stanza della preside semichiusa, la luce all'interno accesa si riversava nel corridoio. Incuriosita, invece di rientrare nella sua stanza, la ragazza decise di sbirciare all'interno. Più si avvicinava alla stanza della preside, più sentiva chiaramente delle voci venire dall'interno. Giunta sulla soglia si accuattò e si sporse per vedere all'interno della stanza. Ciò che vide la lasciò a bocca aperta e per poco non le scappò un verso di sorpresa. 

La preside Giuliana era al telefono, stava parlando con qualcuno, riferendosi all'interlocutore con un "signora" molto enfatizzato. Ciò che però la lasciò di stucco fu il vedere la schiena nuda della preside percorsa da molte cicatrici poco prima di sparire dalla sua vista. Le prese un'angoscia profonda e cercando di non fare il minimo rumore corse nella sua stanza e si chiuse nel bagno. Si sciacquò la faccia pensando ciò che aveva visto. Quel posto nascondeva dei misteri e la cosa stava iniziando a spaventarla ma, era decisa ad andare più a fondo, sperando di non doversene pentire.

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