Capítulo 2

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Be my baby ~ The Ronettes

Le tre settimane successive passarono in un batter d'occhio, ormai le ragazze sapevano lo spagnolo meglio di chiunque altro, avevano imparato a ballare la bachata e avevano visto ogni angolo di Castellón de la plana, ma anche di Valencia. Una sera la passarono perfino ad Alicante, dove le uniche che ricordavano come era andata la serata erano Lucrezia e Alba, cioè le uniche astemie.
Era arrivato l'ultimo giorno, l'ultimo giorno di spensieratezza, poi si tornava in Italia dove i demoni di ognuna di loro sarebbero tornati a perseguitarle. Alba non lo voleva ammettere, ma aveva il terrore di tornare. Aveva paura perché ognuna di loro avrebbe preso una strada diversa, ognuna di loro sarebbe andata all'università in parti del mondo diverse, e per lei affrontare la vita da sola così d'un tratto era un vero e proprio incubo.

Decisero di passare la mattinata in spiaggia e nel pomeriggio avrebbero fatto un po' di shopping nel centro di Castellón. Girando per i negozi, molte di loro acquistarono il vestito per quella sera, quando Lucrezia fece girare tutte e sette le ragazze.

"C'è un negozio di musica e film!" esclamò attirando l'attenzione delle amiche.

Erano tutte appassionate di musica e cinema, così non ci pensarono due volte ed entrarono. Il negozio era esageratamente grande, si sviluppava in tre piani e aveva ogni possibile genere esistente. Si dispersero tutte tra i vari piani e le varie corsie. Giada e Samira andarono nella sezione american commercial, Nina si fermò nella sezione american rap, Giada e Vale rimasero nella sezione Italian culture e Alba invece si fiondò nel Spanish indie. Finalmente trovo il CD di Guitarricadelafuente che era palesemente inesistente e introvabile in Italia. Poi però, le venne un'illuminazione: magari un quella infinità di dischi sarebbe riuscita a trovare l'edizione limitada del disco dei Crosby Stills & Nash del 1969. Passarono circa quaranta minuti dentro quel negozio, e Alba iniziava ad essere nervosa a causa del disco. Non riusciva proprio a trovarlo, eppure aveva perlustrato l'intere due corsie di folk.

"Ma dove diavolo è..." si chiese tra sé e sé.

"Alba!" urlò Giada comparendo all'inizio della corsia. Tutta la gente che c'era si era girata per curiosità.

Alba voleva sprofondare, ma lo sguardo di Giada aveva qualcosa di strano che le fece dimenticare l'imbarazzo. Era uno sguardo di... Preoccupazione? Ecitazione? Paura? Si preoccupò molto, si stava aspettando il peggio.

"Che succede?"

Ma Giada la interruppe prendendole e stringendole le mani. Alba era confusa, Giada la fissava negli occhi come se fosse successo chissà cosa.

"Mantieni la calma ok? Quello che ti sto per dire potrebbe farti urlare ma tu non lo fare."

Alba era frustrata e impaziente, voleva trovare quel maledetto vinile ma allo stesso tempo era preoccupata per cosa le avrebbe detto Giada.

"Allora... Se ti dicessi che giusto due corsie più a destra di noi c'è Pedro Pascal?"

Ad Alba si fermò il cuore. José Pedro Balmaceda Pascal. Uno dei suoi attori preferiti. Non riusciva a respirare.

"Però non voltarti, sta venendo verso di noi." sussurrò Giada facendo accelerare il batto di Alba.

Voleva voltarsi per ammirare la sua bellezza ma allo stesso tempo voleva scappare senza mai voltarsi. Era fatta così lei, si faceva prendere dal panico e non riusciva a gestire i suoi sentimenti. Decise di voltarsi per guardarlo, mai avrebbe pensato di trovarlo dentro ad un negozio di musica e film.
Si voltò lentamente e lo vide. Era lì, in piedi e immerso nella scelta di un vinile. Aveva i capelli spettinati e leggermente schiacciati sulla fronte, indossava un paio di occhiali, un paio di Bermuda beige e una maglietta nera morbida. Era così affascinante. Alba non riusciva a distoglierli gli occhi di dosso. Sembrava un dio nelle vesti di un semplice uomo.
I suoi pensieri furono interrotti da Pedro che alzò lo sguardo. Lei, senza pensarci su due volte, iniziò a correre per scappare addirittura un'altra stanza.
Giada la seguì dicendole di tutto e di più.

"Perché corri?! Dimmi che ti salta in mente!" chiese Giada fissando la sua amica.

"Non... Non ce la faccio."

"Perché non hai fatto una foto con lui?!" Giada era incredula del comportamento di Alba.

"Mi sarei fatta una figura di merda e mi avrebbe segnato a vita... Non riesco a parlare la mia lingua, figuriamoci la sua." sbottò portandosi le mani alla testa.

"Beh, sei stupida, ma sei anche fortunata di avere una amica come me. Si da il caso che gli abbia scattato una foto e che gli abbia fatto un video dove vi riprendo insieme." si vantò Giada sorridendo e porgendole il telefono.

Alba guardo il video senza parole, era già pronta a fare uno screenshot allo schermo per poi mettere come sfondo del cellulare la foto di lei. Sorrise quasi in modo malinconico, ma ad ogni modo non se la sentiva di uscire e di chiedergli una foto.

"Ora andiamo ok? Sennò non riusciamo ad uscire per le otto di sera... Sai che siamo in sette e siamo tutte lente a prepararci." sorrise Giada prendendo Alba per il braccio.

"Ok." Alba però prima di tornare dove era prima, e di conseguenza dove c'era Pedro, si sporse per verificare se se ne fosse andato oppure se fosse rimasto lì.

Via libera.

Camminarono svelte, ma Alba non riusciva a togliersi dalla testa quel disco introvabile.

"Senti Giada, dammi dieci minuti ok? Devo assolutamente prendere quel dannato disco."

Giada le lanciò un'occhiataccia glaciale, ma annuì subito dopo "ti aspettiamo all'entrata."

Alba si fiondò di nuovo nella corsia dei vinili folk e continuò a cercare quel disco per quasi dieci minuti. Stava per sclerare perché aveva passato i suoi dieci minuti a cercare un vine inesistente. Poi, infilato tra dei dischi che non centravano nulla, notò la copertina del disco che stava cercando. Quasi le venne un infarto. Era lì accucciata che stringeva tra le braccia quel vinile che tanto aveva sperato di trovare. Se qualcuno l'avesse vista avrebbe sicuramente pensato fosse pazza o che soffrisse di qualche ritardo, ma lei amava la musica come si amano le persone.

"Alba!" sentí urlare dalla propria sinistra, riconoscendo subito la voce stizzita di Giada.

"Eccomi.." ma, dopo essersi voltata di scatto, finì a pochi centimetri dal petto di un uomo.

"disculpe..." alzó lo sguardo, ma si bloccò subito dopo.

Si, proprio lui. PEDRO PASCAL.

Alba deglutí rumorosamente, iniziando a diventare sempre più rossa.

"No te preocupes, es mi culpa." rispose Pedro guardandola negli occhi. "Estás bien?"

Lei voleva parlare ma lo spagnolo che aveva studiato per cinque anni era completamente andato a farsi fottere.

"Si... Si. Todo bien." rispose Alba rendendosi conto che davvero non riusciva a parlare.

"Non sei spagnola vero?" chiese Pedro sempre non distogliendo lo sguardo dal suo.

"N...no. Si sente molto?" chiese Alba sentendosi uno schifo.

"Assolutamente no, hai una buonissima pronuncia. Ma il tuo viso non è prettamente spagnolo." anche Pedro era davvero affascinato da quella ragazza così dolce e genuina, e si sentiva un po' stupido per la cosa che le aveva detto.

Alba abbassò lo sguardo per poi rialzarlo quando Giada urlò per una seconda volta il suo nome e la richiamò per tornare a casa.

"Beh, è stato un piacere." disse Alba sorridendo e gustandosi per l'ultima volta i suoi occhi scuri. Lo sorpassò camminando verso la sua amica, ma la cosa che le fece ribaltare lo stomaco fu una frase che Pedro disse.

"Ci vediamo in giro."

Lei gli lanciò uno sguardo curioso e nello stesso tempo sorridente.
Mai avrebbe pensato che un semplice incontro avrebbe cambiato la sua vita.

mi corazòn es tuyo - Pedro Pascal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora