Capitolo 7

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Mi voltai subito e puntai i miei occhi su Jason, che se ne stava tranquillamente, adesso, davanti a me con un sorriso stampato in faccia. Rivederlo, risentire la sua voce, il suo tocco, riaverlo a pochi centimetri da me, aveva mandato quasi del tutto a puttane tutto quello che gli avevo detto il giorno prima al telefono. Lui ora era qui, bello come mai prima d'ora, con una camicia bianca un po' sbottonata, un jeans chiaro che aderiva perfettamente alle sue gambe muscolose, e i capelli leggermente accorciati ai lati e tirati indietro in alto. Sembrava di essere tornati a quando eravamo piccoli, adolescenti. Subito le mie labbra si aprirono in un sorriso e gli buttai le braccia intorno al collo, abbracciandolo. Lui portò le sue mani dietro la mia schiena e mi strinse forte a se, alzandomi leggermente da terra. Lo sentii prendere un lungo respiro e poi ci staccammo, mentre entrambi continuavamo a sorridere.
《Mi sei mancata così tanto》, disse guardandomi attentamente, spostando anche l'altra ciocca di capelli dietro il mio orecchio.
《Anche tu. Quando sei arrivato? Siediti》, dissi sedendomi su uno sgabello, e lui fece la stessa cosa mentre il barista si metteva davanti a noi chiedendo a Jason se volesse qualcosa, mentre posava il Vodka Lemon davanti a me.
《Un Long Island, grazie》, disse facendo un piccolo sorriso al barista, che annuì andandosene, per poi voltarsi nuovamente verso di me. 《Sono arrivato per l'ora di pranzo. Ho notato che Nathan ti ha fatto avere quello che ho portato per te》, disse squadrandomi dalla testa ai piedi, ma fece una faccia confusa quando arrivò alle mie gambe. Portò il suo sguardo su di me, e notai come le pupille si dilatavano. 《Quelle non le ho portate io》, disse, riferendosi alle calze.
《Tutto questo era da parte tua?》, chiesi spalancando un po' gli occhi. 《Pensavo fosse tutto da parte di Nathan proprio per questo, me le fa indossare quasi sempre e...》, dissi ma mi bloccai, iniziando a ridere dopo essermi portata una mano sulla fronte. 《Non voleva che capissi che era da parte tua o di qualcun altro, ecco perché ha messo in mezzo le autoreggenti》, aggiunsi negando con la testa. 《E io che pensavo volesse abbandonarmi in mezzo alla strada per farmi fare la prostituta》, presi il mio drink iniziando a bere, mentre Jason scoppiava a ridere.
《Non lo farebbe mai》, disse facendo una smorfia, ma poi diventò serio. 《Forse.》
Lo guardai male, per poi farmi scappare un piccolo sorriso mentre bevevo un altro sorso del mio drink. 《Come mai sei qui?》
《Dovevo già venire per te e Madison, poi abbiamo parlato al telefono e dovevo venire comunque solo per Madison, ma poi Nathan mi ha detto che sarebbe stato il suo compleanno e quindi eccomi qui con qualche giorno di anticipo.》
《A proposito della chiamata...》, iniziai a dire ma lui mi bloccò, negando con la testa.
《Ormai è passato, non pensiamoci più》, mi sorrise e io annuì, sospirando.
Passammo tutta la serata a parlare e a bere. Io ero già leggermente ubriaca quando lui era arrivato, e tra una chiacchierata e l'altra avevo perso completamente il conto di quanti drink avessi bevuto.

La mattina seguente mi svegliai con un fortissimo mal di testa. Dovevo assolutamente prendere un'aspirina. L'unica cosa bella era che nonostante bevessi tantissimo, alla fine non vomitavo mai e mi risvegliavo solo con un mal di testa, bello forte e che durava fino a sera.
Mi trascinai fuori dal letto e andai verso il bagno che avevo in camera, spaventandomi appena mi fermai davanti allo specchio. Ero orribile, tutto il mascara era sbavato, i miei capelli sembravano un nido di uccelli. Sospirai e mi toccai confusa le labbra gonfie. O meglio, il labbro inferiore era gonfio, e rosso... e faceva anche abbastanza male. Mi avvicinai allo specchio per controllarmi meglio e spalancai gli occhi quando notai un tatuaggio al suo interno. Era una scritta fatta in stampatello, con su scritto "BITE ME"*.
Nathan sarebbe morto.
Mi infilai sotto la doccia dopo essermi tolta l'intimo e una ventina di minuti dopo mi trovavo in pigiama, in salotto, mentre puntavo un dito contro Nathan, che se ne stava seduto in cucina, con una tisana in mano, mentre mi guardava confuso.
《Io ti ammazzo. Sapevi perfettamente che non volevo fare un tatuaggio, ma no perché tu dovevi approfittarne quando ero completamente ubriaca》, dissi incazzata, mentre lui mi guardava ancora più confuso.
《Io ti avrei fatto fare che cosa? Ma se non ti ho più vista ieri, e se fossi andato con te allora anch'io avrei un tatuaggio, e sicuramente sarebbe uguale al tuo》, disse e mi guardò attentamente il corpo, un po' confuso. Il mio pigiama consistenza in un pantaloncino e una canottiera, quindi di scoperto c'era un bel po'. 《Esattamente dove te lo sei fatto?》, chiese portandosi la tazza fumante verso le labbra e prese un sorso di tisana. Mi avvicinai a lui facendogli vedere il tatuaggio sul labbro e, appena lesse quello che c'era scritto, sputò tutto il liquido sul ripiano.
《Nathan》, urlai rimproverandolo mentre lui iniziava a ridere come un pazzo.
《Anche Jason si è fatto quello?》, chiese indicandomi, e io alzai un sopracciglio.
《Jason? Che c'entra Jason?》, chiesi confusa.
《Sei andata con lui, mi avete mandato una foto, ora che mi ricordo, ma il tuo labbro era così gonfio che non si capiva la scritta》, disse alzando le spalle.
《Jason è qui?》, spalancai gli occhi mentre lui mi guardava seriamente.
《Cosa ti ricordi della festa?》
《Ricordo solo fino a poco prima che tu scartassi i regali. Ripeto, Jason è qui?》, dissi seriamente e lui annuì.
《Hai passato tutta la serata con lui, poi siete spariti e sei tornata stamattina verso le sette》, disse e guardai subito l'orologio che c'era in cucina, e che segnava le undici del mattino. 《All'inizio pensavo foste andati a scopare, e invece siete andati a farvi un tatuaggio》, continuò un po' triste perché le cose non erano andate come pensava lui. 《Siete spariti quasi tutta la notte, siete andati lontani a farlo, probabilmente.》
《Stai scherzando? Io non ricordo assolutamente niente. E poi di che foto stai parlando? Pure lui ne ha fatto uno?》, chiesi confusa e sedendomi accanto a lui che annuiva prendendo il proprio telefono e cercando la foto di cui mi aveva parlato. Me lo porse poco dopo e lo presi, notando subito una foto mia e di Jason, dove entrambi stavamo sorridendo e io facevo vedere il mio tatuaggio, mentre lui stava leggermente più indietro e faceva vedere il suo – fatto nell'addome, sulla destra, poco più su della sua V ben marcata – sfoggiando un sorriso compiaciuto. Ingrandii la foto per vedere cosa c'era scritto e spalancai leggermente la bocca leggendo "BUBBLE". Il mio soprannome che mi aveva dato lui. 《Non ci posso credere》, posai il telefono sul bancone e mi portai le mani tra i capelli, chiudendo gli occhi e prendendo un gran respiro per poi buttare fuori tutta l'aria.
《C'è anche questa, siete stati taggati sui social》, sussurrò facendomi vedere un'altra foto, che ritraeva noi due baciandoci. Era stata scattata nel locale.
Guardai Nathan ancora più sconvolta, e mi alzai andando poi in camera e chiudendomici dentro. Tutto questo era assurdo, e poi non ero così tanto ubriaca... Forse.
Presi un'aspirina e poi mi buttai sul letto e sospirai.

Without You (The Carter Family 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora