Capitolo 14

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《Continuo a non capire perché hai scelto Ian》, disse Nathan seguendomi mentre facevo avanti e indietro per la casa, sistemando come al solito il casino che aveva fatto Madison.
《Sono due giorni che mi stai addosso con la solita domanda》, risposi infastidita. Non mi aveva lasciato in pace due secondi, già ero confusa di mio e ci mancava solo lui a peggiorare il tutto chiedendomi spiegazioni.
《Sì, e sono due giorni che continui a non darmi una risposta.》
Mi fermai all'improvviso e mi voltai, mentre lui si bloccava giusto in tempo evitando di sbattere contro di me. Lo guardai seriamente per poi alzare gli occhi al cielo e sospirare. 《So al novanta per cento di volere Jason, ma voglio dare un'opportunità a Ian. È un bravo ragazzo, molto vicino al mio uomo ideale come Jason, e voglio capire se può far cambiare i miei sentimenti. Se cambieranno avrò la conferma che quello che provo per Jason è solo frutto del fatto che abbiamo una figlia insieme e in un certo modo sono e sarò sempre collegata a lui, e la mia mente crede che io debba starci insieme.》
《Non è la tua mente, è il tuo cuore che lo sa. Ma ti dico solo una cosa, perché ti voglio bene e so che poi verrai a piangere da me come sempre e dovrò dirti le solite cose smielate》, rispose mentre alzavo un sopracciglio., aspettando che finisse di parlare. 《Se tu farai così, sei consapevole del fatto che Jason potrebbe trovare un'altra donna e che potrebbe finire per essere quella giusta per lui?》
Il mio cuore perse qualche battito al sentire quelle parole, ma incrociai le braccia al petto. 《Se andrà così significa che non ero io quella giusta, e che non mi amava.》
Alzò gli occhi al cielo tirando un lungo sospiro. 《Sembri una bambina, sempre con questa storia che non ti ama. Un giorno te ne pentirai, perché ti conosco. E sai cosa? So che lo farai, l'ho già detto, quindi ti dico sin da subito di non venire a piangere da me, perché mi sono rotto di sentire sempre le stesse lamentele e i soliti pianti per le cazzate che fai》, disse alterandosi.
《Stai tranquillo che non verrò da te》, dissi seriamente, stringendo i denti, per poi mettere i giochi della bambina in un cesto. 《Già che ci sei, vai a fanculo. Che gran stronzo che mi sono scelta come migliore amico》, aggiunsi per poi andare in camera mia e chiudermi la porta alle spalle, sbattendola, e girai la chiave in modo che non potesse entrare per nessun motivo.
《Ci vado sempre, non ti preoccupare. Prova ad andarci tu, poi mi dici cosa te ne pare》, urlò dall'altra parte della porta.
Spalancai gli occhi riaprendo la porta e uscii dalla stanza, ritrovandomi faccia a faccia con lui. 《Come scusa?》
《Tu mi ci puoi mandare e io no? Senti Baylee, cresci un po' e vedi di ragionare bene, perché le persone non aspetteranno te tutta la vita》, disse solamente per poi chiudersi nella sua stanza.
Chiusi gli occhi per qualche secondo e poi gli riaprii entrando in camera e chiudendomici dentro. Andai verso il letto e mi ci buttai sopra, sospirando, ma sobbalzai appena sentii la suoneria del telefono. Lo presi e accettai dopo aver visto che era Grace.
《Ehi, come va?》, chiesi iniziando a giocherellare con il bordo della maglietta.
《Tutto bene, sono di fretta quindi ti chiedo poi come stai tu. Sto passando a prenderti, vestiti il più possibile simile ad un ragazzo, io sono già pronta. Non deve riconoscerti nessuno, quindi copriti bene. Poi ti spiego》, disse e non mi diede neanche il tempo di rispondere che chiuse la chiamata. Spostai il telefono dall'orecchio e lo guardai confusa, ma poi mi alzai e andai verso l'armadio cercando se avevo qualcosa che si avvicinava il più possibile ad un indumento maschile. Spostai qualche vestito appeso e mi bloccai appena trovai una scatola che avevo nascosto sin da quando eravamo arrivati in questa casa. La presi e andai verso il letto posandola e aprendola, per poi tirare fuori un pantalone grigio della tuta e una felpa che era tre volte più grande di me. Erano di Jason, avevo preso quelle cose quando ero stata da lui a Stanford, e non gliele avevo mai rese. Richiusi la scatola e la nascosi nuovamente, dentro c'erano altre cose mie e di Jason, e poi presi un paio di scarpe da tennis che non sembravano affatto femminili. Mi spogliai buttando momentaneamente la roba su una sedia, e indossai quello che avevo preparato. Non avevo mai usato quei vestiti, gli avevo sempre tenuti dentro la scatola e per fortuna col tempo non avevano preso odore brutto, di chiuso, ma bensì avevano mantenuto perfettamente il profumo di Jason che avevo spruzzato. Lo avevo sempre amato.

Without You (The Carter Family 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora