capitolo nove.Guardo Hero che, lentamente, sembra diventare un'altra persona. Il suo sguardo è strano... È freddo, ma non come al solito. Sembra che non ci sia vita all'interno, come se non capisca nulla di quello che sta accadendo. Ricomincia a toccarsi la testa e sobbalzo per lo spavento quando dalle sue labbra fuoriesce un urlo straziante, pieno di dolore. Vorrei correre da lui e aiutarlo in qualsiasi modo ma rimango ferma, immobile, terrorizzata. Ho le labbra che tremano, allungo una mano verso di lui ma la tiro indietro. «C—Che cos'hai?» Riesco a sussurrare, guardandolo con la vista offuscata dalle lacrime. Non mi ero neanche accorta di aver cominciato a piangere. Sono troppo preoccupata per lui.
Sembra sentirmi, alza il volto nuovamente verso di me. Mi guarda, mi studia. Chiude e riapre gli occhi un paio di volte, il suo dolore sembra attenuarsi perché il suo viso, lentamente, ritorna ad essere normale e colorito. Scuote la testa, si passa una mano tra i capelli, sembra stare bene. Nonostante questo, non riesco ad avvicinarmi. Rimango ancora immobile cercando di capire che cosa sia appena successo. Hero abbassa il capo, sembra vergognarsi di qualcosa, di essersi fatto vedere in quel modo da me. Che cos'ha? mi domando mentre lo guardo avvicinarsi a me a passo lento; ogni passo che fa alza il viso per guardare il mio, terrorizzato. «Josephine...» sussurra quando si ritrova a pochi passi da me. Io rimango immobile, lui allunga la mano verso di me. «Conoscendoti... Ti stai preoccupando per me, non è vero?» domanda in un sussurro, regalandomi poi un accenno di sorriso.
Annuisco, senza dar peso alle lacrime che scendono dai miei occhi. Non le asciugo nemmeno. Lo guardo mentre appoggia la sua mano sulla mia guancia, il contatto con la pelle calda mi fa rabbrividire all'istante. Cerco di scorgere nei suoi occhi il motivo di tanto malessere, ma sembra come aver innalzato un muro per proteggersi. Mi lascio accarezzare la guancia e questo mio comportamento sembra renderlo più tranquillo; i suoi occhi si socchiudono leggermente e dalle sue labbra esce un sospiro liberatorio. «È inutile preoccuparsi, non è niente. Solo una forte... E—Emicrania, sì» Continua a parlare, bloccando i movimenti della mano. Emicrania? Sul serio? penso dentro di me mentre annuisco verso di lui perché, sinceramente, nonostante io abbia un immenso bisogno di sapere quello che gli sta accadendo, voglio che sia lui a parlarmene. Annuisco ancora e lui sorride, lasciando cadere la mano sul suo fianco; interrompendo il nostro contatto, mi sento come se avessi smesso di respirare per qualche secondo. «Che ne dici se andiamo a fare una... Passeggiata?» domanda imbarazzato, grattandosi subito dopo la nuca.
Rimango spesata dalla sua proposta: fino a pochi giorni fa non faceva altro che deridermi ed evitarmi, faceva di tutto per starmi alla larga. Adesso che cosa è cambiato? Perché questo improvviso interesse per me? Cercando di dare il meno possibile attenzione alle domande che mi ronzano nella testa, annuisco. Anche Hero lo fa prima di prendermi la mano e trascinarmi letteralmente fuori dalla casetta di legno. Compio un piccolo salto, dopo aver superato quasi tutti gli scalini, per atterrare sulla superficie terrosa che si trova al di sotto dell'albero. Hero mi raggiunge dopo poco e, senza preavviso, torna a riprendermi la mano. «Perché lo fai?» Riesco a domandargli mentre percorriamo lo stretto sentiero che ci riporterà sulla strada principale.
Il suo sguardo ruota verso di me, con un sopracciglio alzato. «Perché faccio cosa?» domanda con una nota di nervosismo nella voce. Non distoglie l'attenzione da me, probabilmente vorrà guardarmi negli occhi quando cercherò di spiegargli ciò che intendo. Oh, nulla. Dico, perché mi stai tenendo la mano? Perché mi parli? Perché mi tratti bene, perché mi guardi? Perché trascorri il tuo prezioso tempo con me? Sono queste le cose che gli direi, ma se lo facessi, sicuramente scoppierebbe a ridere oppure scapperebbe a gambe levate.
Perciò, mi limito ad alzare le spalle. «Nel senso... Ti stai comportando bene, c—con me» borbotto insicura, distogliendo lo sguardo da lui. Sono quasi certa di aver visto un ghigno spuntare sul suo viso, ma cerco di non darci peso. In fondo, è pur sempre Hero. Non sarebbe del tutto lui se non si comportasse in questo modo. «Insomma... Fino a qualche giorno fa neanche mi guardavi. Che cosa è cambiato?» domando successivamente, continuando a camminare a passo svelto. Sento Hero sospirare profondamente, ma non mi risponde, si limita solamente a camminare accanto a me tenendo la mia mano ben stretta nella sua. «N—Non... Non sarà un altro scherzo, vero? Me ne hai fatti talmente tanti c—che... Che sarebbe una cosa normale, praticamente» parlo a raffica, sentendo subito dopo farsi strada la tristezza dentro di me.
Hero mi blocca. Blocca i suoi passi, bloccando anche i miei di conseguenza. Mi tira indietro per la mano, facendomi voltare con forza verso di lui. Appoggio la mano libera sul suo petto e sento il suo respiro pesante, irregolare. Alzo il viso e lo guardo, sembra triste, spento, vuoto. Non distolgo lo sguardo finché lui non punta il suo dritto nel mio che sono costretta ad abbassare perché, Dio, i suoi occhi sono troppo belli e intensi per riuscire a guardarli da così vicino. «Non è uno scherzo, posso giurarlo. Sai... Nella vita accadono cose che ti fanno aprire gli occhi, è quello che è successo a me. Io... S—Sto cercando di rimediare...» annuncia in un sussurro, lasciando poi la presa su di me per ricominciare a camminare a passo svelto e deciso verso casa sua.
Io rimango ferma, immobile.
Che cosa gli è successo?
Troppe domande invadono la mia mente, facendomi quasi venire il mal di testa. Lo guardo mentre si allontana velocemente, finché la sua figura non diventa un puntino lontano all'orizzonte, finché non scompare completamente dalla mia vista. C'è qualcosa nel suo comportamento che non mi convince, non mi convince affatto. Vorrei davvero sapere di cosa si tratti, vorrei davvero scoprire cosa lo renda quasi... Instabile ai miei occhi. Ricomincio a camminare seguendo i suoi stessi passi e il profumo che si è lasciato appresso, socchiudendo gli occhi di tanto in tanto. Dentro di me continuo a sperare, a sperare che finalmente tutto ritorni al proprio posto.
tantissimi auguri a sarcasmxdiva ! sei una persona fantastica e grazie ai tuoi consigli mi hai migliorato tantissime volte la giornata.
continua così, sempre.
have a nice day, honey💐
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Words
Teen Fiction❝ Lontano da te anche il cielo più nitido è un po' sporco, e l'erba più morbida un poco punge e graffia, e ogni cosa sembra fuori dalla sua aurea misura. - Fabrizio Caramagna. ❞ Le mancanze si sentono in qualsiasi momento, qualsiasi cosa si stia fac...