capitolo quarantaquattro.Quando tornerete a casa, Hero sarà costretto a passare un periodo di tempo in una clinica specializzata per la sua patologia. So che sei con lui, Josephine, nonostante cercassi di nasconderlo a tutti i costi.
Ti chiedo solo di riportarlo qui, per permetterci di curarlo. Lui sta male, tesoro. Ha bisogno di quel trattamento in modo immediato. Non sarà questione di molto, se riuscirà a collaborare. Qualche anno, ma ne varrà la pena. Conto su di te.Continuo a leggere il messaggio che mi è arrivato qualche ora fa da sua madre. Non sono riuscita a trattenere le lacrime non appena ho capito quello che hanno intenzione di fargli. Hero stava ancora dormendo quando mi sono alzata dal letto, cercando di non fare rumore, per rivestirmi. E aveva gli occhi chiusi anche quando ho letto per la prima volta il messaggio. Subito dopo sono corsa in bagno per leggerlo e rileggerlo un'infinità di volte. Sono scoppiata a piangere, inevitabilmente. Tengo ben saldo il cellulare tra le mani e qualche lacrima rischia di rovinare lo schermo, ma poco me ne importa. Non ho intenzione di lasciare il ragazzo che amo in una clinica dove lo faranno diventare pazzo, ma soprattutto, dove non ha bisogno di andare. Hero ha semplicemente bisogno di amore, di nuove avventure, di costanza. Non ha bisogno di essere rinchiuso in quattro mura, non ha bisogno di infermieri pronti a dirgli solamente ciò che deve fare e quello che non deve fare, o di essere obbligato a fare determinate cose ad una determinata ora, ogni giorno. Non ha bisogno di questo, lui... Ha solo bisogno di me.
Apro il rubinetto per far uscire l'acqua calda. Io, in questo momento, ho solo bisogno di riuscire a rilassarmi. Lascio il cellulare sul bordo del lavandino senza rispondere al messaggio, per poi afferrare un flacone di bagnoschiuma e versarne alcune gocce dentro l'acqua che, velocemente, continua a riempire la vasca. Lentamente, come se fossi un'automa, mi tolgo la maglietta di Hero e i suoi boxer, lasciandoli cadere sul pavimento. Continuo a fare movimenti senza realmente pensare a ciò che sto facendo, il mio sguardo è perso nel vuoto; se qualcuno mi potesse osservare, penserebbe che stia guardando una mattonella bianca tra tutte quelle che rivestono il bagno. Perché è questo quello che sembra, ed è questo quello dove si sofferma la gente. All'apparenza. Poche persone cercano di scoprire se realmente stai bene o se qualcosa, dentro di te, va male. Se qualcosa non funziona nel modo giusto, se ci fosse qualche ingranaggio da aggiustare. È esattamente quello che stanno facendo con Hero: lo stanno dando in pasto a qualcuno che se ne possa occupare per non tenerselo loro, per non sentirlo come peso. Prendo un profondo respiro prima di infilare un piede nell'acqua calda e piena di schiuma. Un brivido mi percorre lungo la schiena, ma ciò non mi fa cambiare idea e, in pochi istanti, mi ritrovo totalmente sommersa da tantissime bolle profumate. Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi, svuotando la mente per lasciarla senza pensieri. Il problema è che non posso realmente farlo. Il solo pensiero che possano portarmelo via fa spezzare qualcosa, dentro di me. So che se riescono a metterlo in quella clinica, ci starà per sempre. Esattamente non so quando i suoi genitori hanno deciso di trattarlo come se fosse un peso. Hero non se lo merita. Non si merita una vita del genere.
Sobbalzo leggermente quando sento muovere furiosamente l'acqua che mi circonda, sbarrando di conseguenza gli occhi. Il ragazzo mi guarda con un sorriso furbo e gli occhi ancora stanchi per via delle poche ore di sonno che siamo riusciti ad accumulare questa notte. Tiene le gambe unite e le ginocchia vanno quasi a sfiorargli il mento e ai miei occhi risulta talmente buffo che mi viene difficile trattenere una risata.
«Uhm, perché ridi?» domanda con ancora la voce impastata, lasciando cadere entrambe le braccia dentro l'acqua, che schizza un po' ovunque. «Faccio così ridere?» domanda nuovamente, lasciandosi scivolare lentamente per coprirsi un po' di più con la schiuma.
Scuoto la testa e tiro indietro il corpo, lasciando il più spazio possibile ad Hero per farlo sentire comodo. Mentre si muove con movimenti goffi e sconnessi, non posso fare a meno di guardarlo e osservare come sembri molto più rilassato e tranquillo da quando è andato via. Risulta molto più sicuro di sé e indipendente, nonostante tutto. Forse il periodo di solitudine l'ha aiutato a conoscersi un po' più a fondo ed è riuscito a trovare un modo per controllare ciò che accade nella sua testa. Allungo la mano sotto l'acqua per afferrare la sua e stringerla forte, tanto che il ragazzo alza il viso e punta gli occhi su di me con un sopracciglio inarcato.
«Stai bene, piccola?» domanda con una leggera punta di preoccupazione nella voce, socchiudendo successivamente gli occhi. Quando annuisco, lui scuote la testa con vigore. «Non prendermi in giro, ti conosco ormai, so quando qualcosa non va...» mormora sottovoce, cominciando ad accarezzare il palmo della mia mano con il pollice.In questo momento, nel quale l'unico suono che spezza il silenzio è lo sgorgare dell'acqua calda dal rubinetto, capisco realmente quanto io sia innamorata di Hero. Non posso pensare ad una vita distante da lui, ad un solo giorno senza di lui. Mi sentirei persa, vuota, incompleta. Riuscirò a sopportare qualsiasi cosa, non m'importa dei suoi problemi, non m'importa del mostro che vive nella sua testa, perché io conosco il vero lui. So ciò che prova, so che può provare emozioni forti e contrastanti, felici e tristi, come tutti noi. Me lo ha dimostrato più e più volte di essere un ragazzo normale, ed io mi sono innamorata di tutto, anche del suo difetto. Amo anche quella parte, quella insicura e rabbiosa, quella oscura, quella che non sa che cosa vuole. Amo ogni singola parte di lui, e nessuno potrà portarmelo via.
Con il battito accelerato e gli occhi leggermente umidi, stringo ancora con più forza la sua mano, richiamando la sua attenzione. Sorrido poco, giusto un po', ma sono felice. Sono felice più che mai.
«Io... Penso di essermi innamorata di te, Hero...» sussurro a fatica, lasciando spuntare sul mio viso un sorriso ancor più dolce e sincero. Alza gli occhi su di me come se avesse appena visto un fantasma, ma non importa, so che questo lo spaventa. Spaventa anche me, cazzo. «Non devi preoccuparti, so che non sei sicuro e che non sai bene come comportarti, ma io starò sempre qui. Con te. Sempre.» annuncio con decisione, facendo spuntare un accenno di sorriso sulle sue labbra.E a me va bene così. Non faccio neanche caso a quando il suo sorriso scompare e i suoi occhi vanno a guardare verso l'acqua, piuttosto che me. Non faccio caso a nulla, solo alla sua mano che tiene stretta la mia. Non ho bisogno che tu me lo dica, Hero, io lo so. Io lo so.
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Words
Teen Fiction❝ Lontano da te anche il cielo più nitido è un po' sporco, e l'erba più morbida un poco punge e graffia, e ogni cosa sembra fuori dalla sua aurea misura. - Fabrizio Caramagna. ❞ Le mancanze si sentono in qualsiasi momento, qualsiasi cosa si stia fac...