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capitolo trentacinque

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capitolo trentacinque.

Hero.

La guardo come se stessi guardando la cosa più bella del Mondo. In effetti, lo è. Non riesco a smettere di guardare le sue guance arrossate, il suo viso sconvolto per la situazione, le labbra torturate per il disagio. Ma non passano inosservati i suoi occhi brillanti e pieni di desiderio nel ritrovarsi completamente sopra al mio corpo, con le redini del gioco tra le mani. Una strana sensazione di piacere puro mi ha pervaso nel sentire ogni singola parte del suo corpo coincidere con la mia. Era da ormai tanto, troppo tempo che non mi capitava di sentire qualcosa di forte come in questo momento. Continua a guardarmi con gli occhi spalancati mentre, probabilmente, cerca di capire cosa fare. La sua timidezza mi destabilizza. Ho paura di farle del male. Lascio che la mia mano accarezzi la sua guancia calda e Josephine chiude gli occhi non appena vanno in contatto. Riesce a bearsi del mio tocco in un modo così normale, così spontaneo... Vero.

Le sue mani fredde si appoggiano in modo delicato e colmo di insicurezza sulla mia pelle estremamente calda, facendola riempire di brividi mai provati prima. La lascio continuare ad ispezionarmi a suo modo, con le guance lievemente arrossate e l'imbarazzo ad aleggiarle intorno come una nube tossica. Sento il cuore pompare più velocemente nel petto, è forse questo l'effetto che mi fa? Mi sfiora, mi fa sentire il suo tocco con le unghie tinte di un colore scuro, si morde il labbro con fatica e timore. Le sorrido dolcemente, non posso fare altrimenti. Mi sento completamente ed irrimediabilmente attratto da lei. Con spirito d'iniziativa le accarezzo il fianco leggermente scoperto dalla maglietta alzata di poco, facendole spalancare gli occhi.
«H—Hero, io...» mormora in un bisbiglio, provocando in me un ulteriore desiderio che non riuscirò a reprimere tanto facilmente.

È la prima ed unica volta che sento qualcosa di così forte da farmi tremare le gambe, e voglio approfittarne e continuare a sentirla scorrere dentro le mie vene questa adrenalina del tutto nuova, perché ho paura che presto la sensazione potrebbe finire, affievolirsi fino al punto di svanire completamente. Avvicino il mio volto al suo, candido e puro, fino a farle sentire il mio respiro sulla pelle. Josephine socchiude gli occhi, completamente assorta, completamente dipendente da ciò che le sto donando. Le sorrido ancora, cercando di passarle un minimo del coraggio che sento dentro di me, il necessario per farle vivere quest'avventura insieme. Lo ricambia con imbarazzo, lasciandosi però cullare dalle mie mani che, con tranquillità e dolcezza, le alzano la maglietta fino a sfilargliela totalmente. La visione del suo corpo quasi totalmente nudo davanti ai miei occhi mi fa rabbrividire a tal punto di dover chiudere gli occhi per qualche istante prima di tornare a guardarla. Un semplice reggiseno di pizzo nero le circonda le forme generose ed invitanti, talmente tanto invitanti da non riuscire a farmi tenere a freno le mani che cominciano a sfiorarle con delicatezza. Josephine sospira in modo silenzioso, colmo di desiderio e stupore, socchiudendo gli occhi.

«Sei la più bella che io abbia mai visto...» Riesco a sussurrarle vicino all'orecchio, non appena abbassa il capo per tornare a baciarmi.
Li riapre di scatto, andando a colorare ancor di più le sue guance, ora di un rosso acceso e persistente. Le accarezzo i capelli, beandomi subito dopo del sapore dolce delle sue labbra che sfiorano le mie. Forse, con te, riuscirò a provare veramente qualcosa. Le lascio il via libera, abbandonando le mie braccia lungo i fianchi, tenendo però una mano sulla sua schiena per farla stare il più possibile attaccata al mio corpo. Voglio sentirla, voglio continuare a sentirla. Non voglio che il suo corpo si allontani troppo dal mio, rischierei di interrompere la magia momentanea che percepisco in questo momento.
«Hai idea di quello che sto provando... Grazie a te?» le sussurro ancora, facendole spalancare gli occhi dalla sorpresa, una volta che le sue labbra si allontanano dalle mie.

Sorride dolcemente grazie alle mie parole, colme di verità e sentimento. Provare qualcosa è bellissimo, riesce a farmi sentire vivo per davvero. In questo momento non sto sopravvivendo, non sto arrancando alla vita, sto vivendo davvero. E solo grazie a lei.
«T—Tu... Tu sei speciale, Hero» mi ricorda per l'ennesima volta, e forse potrei iniziare a crederci per davvero alle sue parole.
Forse sono speciale perché sono diverso.
Non so ben interpretare ciò che succede subito dopo, ma Josephine appoggia le mani sul bordo dei miei pantaloni della tuta, stringendone con forza i lembi. I suoi occhi si incatenano ai miei, e intravedo nelle sue iridi la forza che le permette di non crollare, di continuare. Quella che sta condividendo con me.
«Voglio... Voglio sorprenderti, Hero. Voglio farti provare qualcosa di nuovo, qualcosa di vero, q—qualcosa che... Solo io posso farti provare» mi sussurra ancora, avvicinandosi al mio orecchio e facendomi riempire il corpo di brividi incontrollati.

Con le mani tremanti e in modo estremamente nervoso, fa scivolare via dal mio corpo il pantalone scuro, lasciandomi completamente vulnerabile davanti ai suoi occhi. Ma lei non guarda in basso, continua a guardare me, il mio viso, i miei occhi, le mie labbra. Non abbassa lo sguardo neanche per un'istante, non lo abbassa quando appoggio le mani sui suoi jeans e con estrema nonchalance glie li sfilo, facendole compiere qualche movimento goffo.
Ribalto la situazione, facendola sdraiare sotto al mio corpo, facendola sentire completa e protetta.
«Perché... Perché ti stai lasciando andare insieme a me, Josephine?» domando con un filo di voce, ormai troppo estasiato e felice per potermi abbandonare alle chiacchiere.

La voglio e la desidero come non ho mai bramato nulla nella vita. So che lei può essere la roccia a cui aggrapparmi quando il dolore sarà troppo forte da contrastare. So che lei non mi abbandonerà mai e che non mi vedrà mai come un malato.

«Perché voglio farlo, perché voglio provare qualcosa insieme a te. Voglio farti ricordare del momento, e voglio ricordarlo anch'io...» sussurra con timore prima di abbandonarsi ad un bacio lento e pieno di amore.
È forse questo, quello che sento per te? Amore? Non so che cosa sia veramente, Josephine, non sono pienamente in grado di capirlo. Non so che cosa voglia dire e, ad essere sincero, un giorno vorrei scoprirlo. Ma per adesso, mi basta essere con te, e condividere tutto ciò che posso. Per questo ricomincio a baciarti, allungando una mano verso le tue cosce per abbassare l'unico indumento che ancora ci divide, prima di entrare completamente in te e lasciarmi divorare da questa sensazione di pienezza che mi avvolge. Non mi importa dell'alcol, non mi importa del mostro che ho in testa, mi importa solo di te. Insieme ai tuoi gemiti, ai tuoi sospiri... Grazie a questo, posso ritenermi davvero vivo.

 Grazie a questo, posso ritenermi davvero vivo

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