capitolo trentaquattro.Mi ritrovo seduta, dopo una mezz'ora, davanti al caminetto acceso nel salotto di casa Fiennes. Ho camminato per minuti interi senza dar peso alla leggera pioggia che mi bagnava i capelli e i vestiti per arrivare qui. Hero se ne sta seduto dall'altra parte del salotto, sulla poltrona di suo padre, con una bottiglia di Vodka liscia in mano e gli occhi completamente attratti da un punto indefinito sul pavimento. Non ho avuto il coraggio di dire una parola da quando sono arrivata, così come lui non ha provato ad intraprendere una conversazione. Sembra totalmente devastato, in questo momento. Neanche quando ha aperto la porta è riuscito a regalarmi un suo sguardo, un sorriso, nulla. Rimango ferma in modo ordinato, con le mani strette l'una all'altra e le labbra debolmente arricciate. Non mi piace il modo in cui si sta riducendo. Non è neanche la prima volta che lo vedo ubriaco perso, ma i miei occhi riescono a percepire che si sta autodistruggendo per una cosa su cui lui non ha nessun potere.
«S—Se devo essere sincero, non pensavo che venissi» annuncia dopo ancora qualche minuto di straziante silenzio, biascicando in modo lampante.
Mi ritrovo a sorridere debolmente. Pensava davvero che l'avrei lasciato solo dopo la sua palese richiesta d'aiuto? Ho promesso a me stessa che sarei stata al suo fianco in qualsiasi momento, e non è di certo nel mio carattere tirarmi indietro. Mia madre non era per nulla convinta quando, dopo essere entrata in camera sua e averla svegliata, le ho comunicato la mia scelta di venire qui. Dopo qualche minuto di discussione contenuta, ha deciso di lasciarmi andare. Ah, e lei sapeva.
«Non ti facevo così audace, sai?» domanda ancora, lasciandosi andare in un dolce e furbo sorrisetto.Lo guardo con tranquillità, mostrando il mio miglior sorriso. Lascio il cellulare sul piccolo tavolino di vetro dopo aver mandato un messaggio a mia madre, rassicurandola.
«Posso sorprenderti, a quanto pare» annuncio soddisfatta, lasciando unire le mie braccia sotto al petto.
Hero non riesce a controllare il suo sguardo, che va a finire esattamente sul punto accentuato dai miei movimenti. Una scarica di adrenalina mi pervade non appena noto il suo pomo d'Adamo fare su e giù in modo nervoso. Il suo sguardo ardente addosso non fa altro che aumentare l'atmosfera già irrespirabile che aleggia nell'aria.«Uhm, a—allora vediamo...» bisbiglia dopo un po', la voce sempre compromessa dall'alcool.
Lo osservo mentre estrae un bicchiere di plastica dalla pila ben riposta sul tavolino, così come guardo ogni singolo movimento che compie nel versare una esso una quantità spropositata di Vodka. Spalanco gli occhi con sorpresa quando allunga il braccio verso di me, porgendomi il bicchiere contenente il liquido alcolico.
«Forza, Josephine... Sorprendimi» ammicca con una nota di divertimento nella voce e un piccolo sorriso si forma sulle sue labbra quando inarco un sopracciglio.
«Non mi dire che hai paura di un goccio d'alcool...» continua a parlare, beffandosi di me.Sento le guance diventare subito calde e l'adrenalina nel corpo, dovuta al suo sguardo su di me, mi sprona ad afferrare il bicchiere e portarlo in pochi istanti alle labbra, svuotandolo del contenuto in pochi secondi. Chiudo gli occhi con forza, cercando di non sputare fuori dalla bocca il liquido dal gusto intenso e deciso. Hero sembra sorpreso tanto quanto me, al punto di alzare in aria la bottiglia quasi vuota in segno di complimento. Una sensazione strana si impossessa di me e del mio stomaco, tanto da dover fare dei respiri profondi per riuscire a respirare bene. Cerco di non farmi vedere da lui sopraffatta dalla situazione, bensì mi mostro il più normale possibile.
«Non sfidarmi, Hero. Posso stracciarti in un batter d'occhio!» annuncio con convinzione, scoppiando in una rumorosa risata subito dopo.Sento già la testa appesantirsi, non essendo per nulla abituata a bere alcool in questo modo. Il massimo che ho fatto è stato qualche sorso, i quali sono avvenuti quasi sempre in compagnia di Hero. Il mio compagno di bevute, potrei chiamarlo. Il ragazzo mi fissa con una strana luce negli occhi, che non mi permette di respirare in modo normale. Mi sorride, facendo esplodere qualcosa dentro di me.
In pochi istanti, si alza. Compie dei leggeri e lenti passi verso di me, i suoi occhi non lasciano i miei neanche per un istante. Mi ritrovo a deglutire a fatica quando il suo viso si ritrova a poca distanza dal mio, e le sue mani si appoggiano al morbido del divano ai lati del mio corpo, non lasciandomi libera uscita. I suoi occhi bramano di desiderio, le sue labbra rimangono socchiuse per qualche istante mentre lui rimane fermo, così, davanti a me e al mio corpo totalmente sopraffatto dalle emozioni.
La mia mano si muove in automatico, andandosi ad appoggiare al suo fianco. Hero sobbalza leggermente al mio tocco, ma non si ritrae. Continua a rimanere fermo e a desiderarmi con gli occhi, esternandolo con i respiri affannati, le labbra che si inumidiscono per la sua lingua.Improvvisamente le sue mani si spostano, andandosi ad appoggiare sui miei fianchi. Rimangono ferme in quel punto per pochi istanti prima di lasciare la presa. Guardo Hero mentre si sdraia sulla parte libera del divano, rimanendo però con il busto leggermente alzato. Allunga le braccia per prendere nuovamente la presa su di me, e trascinarmi sul suo corpo prima che io abbia il tempo di dire o fare qualsiasi cosa.
«C—Che stai facendo?» domando con la voce tremante, ritrovandomi senza preavviso totalmente sdraiata sul suo corpo.
Lui, in risposta, sorride. Sento il suo corpo reagire al mio come non aveva mai fatto.È una sensazione nuova, per me. Mi ritrovo ad essere in una posizione che mi rende totalmente vulnerabile. Guardo i suoi occhi verdi e limpidi, sicuri e concentrati a scrutare il mio volto chiaro e ancora sconvolto.
«Voglio provare qualcosa, Josephine...» annuncia con la voce bassa, l'odore di alcool mi pervade i sensi.
Socchiudo gli occhi nell'esatto momento in cui si alza di poco per sfilarsi la maglietta nera, mostrandomi il suo petto ben definito e i tatuaggi che lo identificano come Hero Fiennes Tiffin. Riconduce gli occhi su di me e nell'istante in cui si scontrano con i miei, avverto una sensazione nuova dentro di me. Il desiderio.
«Sorprendimi» sussurra ancora, prima di far combaciare le nostre labbra in un bacio bisognoso e pieno di emozioni, prima di lasciarci completamente andare.
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Words
Novela Juvenil❝ Lontano da te anche il cielo più nitido è un po' sporco, e l'erba più morbida un poco punge e graffia, e ogni cosa sembra fuori dalla sua aurea misura. - Fabrizio Caramagna. ❞ Le mancanze si sentono in qualsiasi momento, qualsiasi cosa si stia fac...