2 anni dopo
È sabato, il 24 settembre, il termine era scaduto da un giorno, io e Dwayne andiamo all'ospedale per il primo tracciato. Mi attaccano ad una macchina che monitora i battiti del bambino, i suoi movimenti e le mie contrazioni.
È da circa un giorno che provo dei fastidi al basso ventre, delle piccole contrazioni non molto dolorose, infatti il monitor segnava intensità 20%. L'infermiera mi informa che sono "contrazioni di preparazione" e che le vere contrazioni hanno intensità 100-120% e che il travaglio è ancora lontano. Mi assale un'ondata di ansia e panico, non provo molto dolore, ma il pensiero che quello che sro sentendo è solo un quinto di quello che mi aspetta, mi adombra giusto un po'!
Usciamo dall'ospedale, chiedo a Dwayne di andare in piscina ma il tempo non è dei migliori quindi alla fine decidiamo di stare a casa. Cucino, mangiamo e trascorriamo il pomeriggio in pigrizia sul divano
«Scommettiamo che è maschio?!» mi chiede lui
«Mio Dio no, sappiamo come le nostre scommesse poi finiscono male, e non ho assolutamente intenzione di scommettere su nostro figlio / nostra figlia!!!» scoppio a ridere «Però potremmo decidere qualche nome. Ad esempio se è femmina mi piacerebbe chiamarla Ambra e se è maschio....mmm non lo so. Ma il mio istinto di mamma mi dice che è femmina» continuiamo a dire nomi su nomi ridendo per i nomi stupidi a cui pensavamo.
Avevo ancora qualche dolore, ma mi sembrava un'ordinaria giornata di "fastidi mensili femminili" dunque non ne davo importanza.È mezzanotte e mezza e andiamo a dormire, tra un doloretto e l'altro dormo beata tra le braccia del mio Dwayne, ma lui insiste per portarmi in ospedale. Esordisco con un «Ma non ho vogliaaaa! Dai dormiamo e se domani sto ancora così ci andiamo okay?» gli do un bacio rassicurante, ma lui insiste e mi porta.
In macchina mi addormento, sicura che mi avrebbero rispedita subito a casa e che stavamo facendo un viaggio inutile. All'una e mezza arriviamo in ospedale, mi porgono una barella ma mi rifiuto,
«Sto bene!»
ma l'infermiera insiste almeno per mettermi sulla sedia a rotelle. Arriviamo al reparto e spiego il motivo della mia presenza e mi visitano. Senza dire una parola l'ostetrica prende il telefono e chiama la sala parto
«Vieni a prendere questa ragazza, è di 7cm» spalanco gli occhi
«7 cm??»
«Più di 7! Anche 8cm!» mi risponde. Guardo Dwayne e gli sorrido. Sto per partorire e non ho praticamente sofferto per il travaglio. Mi ricoverano e mi fanno 45 minuti di tracciato. Questa volta il monitor segna intensità 65% ma le contrazioni che sento io sono uguali a quelle al 20%. Mi staccano dalla macchina, vado in bagno, mi lavo, mi cambio e vado in sala parto.
«Facciamo una cosa veloce e andiamo a dormire» scherzo mentre entro.
Sono le due e mezza, l'ostetrica mi rompe le acque e mi dice che in circa mezz'oretta sentirò il bisogno di spingere. Faccio una passeggiata nel reparto e dopo cinque minuti sento la testa.«Sta uscendo» urlo all'ostetrica
«No è solo un'impressione» mi risponde. Insisto finché non cede e mi visita.
«È ora! » questa volta è lei a dirlo.
A questo punto il dolore si fa più forte, ho sete, ho caldo e costringo Dwayne a sventolarmi qualcosa sul viso.
«Non ce la faccio» dico.
«Sì che ce la fai» mi risponde Dwayne; e in effetti so benissimo di potercela fare, non so perché l'ho detto...forse perché in questi casi bisogna dirlo.
Spingo, uno, due, tre...alla quarta urlo, più per darmi carica ed energia che per il dolore. Sento piangere.
«E' una bambina» ci annuncia l'infermiera. Io ho gli occhi lucidi, Dwayne ha gli occhi lucidi. Viene a darmi un bacio e ad accarezzarmi il viso; sono confusa, è come se qualcuno avesse schiacciato il tasto "muto". Sono le due e cinquanta, tra travaglio e parto sono passati venti minuti. Mi danno un solo punto di sutura, poi prendono la bambina e me la mettono sul petto.
«Vedi che alla fine avevo ragione io? E' una femminuccia ed è bellissima. Somiglia a te Dwayne» è vero, somiglia molto al padre, ha il viso rilassato, non ha patito per niente. E' domenica 25 settembre e Ambra Christina James vede per la prima volta la luce, pesa 3kg ed è lunga 52.2 cm.
«Vi amo piccole mie. Siete le donne più importanti della mia vita. Ma di più la tua mamma» dice Dwayne ad Ambra mentre le tocca il nasino; io mi commuovo e bacio entrambi.
«Ti amo amore mio, grazie per avermi dato la possibilità di far nascere una nuova vita insieme. Non avrei mai pensato a soli 22 anni di avere tutto ciò che di bello la vita possa regalarmi. Un uomo che amo alla follia, e una bambina fatta con l'uomo della mia vita. E' un sogno. E' ciò che ho sempre desiderato. Crearmi una famiglia con una persona che avrei amato fino alla morte e anche dopo. Una persona in grado di amare ogni mio pregio ed ogni mio difetto, qualsiasi esso sia. Una persona in grado di amarmi ed onorarmi sempre, nel bene e nel male. Una persona in grado di proteggermi. Una persona che avrebbe lottato anche con l'uomo più pericoloso e cattivo del mondo per avermi. Tutto questo mi sembra lontano, ma poi mi rendo conto che tu sei qui, tu sei qui con me. Ed io ti amo come non ho mai amato nessuno, come non sono mai stata in grado di amare. Due anime ed un solo corpo. Siamo noi. Ti amo Dwayne. Ti amo Ambra.» ci bacia entrambe,
«Vi amo anch'io. »
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Due anime e un solo corpo.
RomanceRoxane e Dwayne. Così diversi ma anche così uguali. Due anime e un solo corpo. Cosa li spinge a farli innamorare?