Capitolo 16

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"Pronto"
"Ciao amore sono la mamma. Come stai?"
"Bene... Noah come sta?"
"Sta bene. Ieri ha fatto una gara di nuoto ed è arrivato terzo. Secondo me avrà un grande futuro come nuotatore"
"Che bravo! Digli che lo chiamerò domani"
"Sarà fatto amore. Allora, come stanno andando le cose?"
"Tutto bene" e segue qualche secondo di silenzio che sembrano minuti.
"Non sei proprio cambiata da questo punto di vista. Nel senso che sei sempre stata una persona di poche parole" il suo tono era dolce ma a me dava solo sui nervi.
"E non cambierò mai" rispondo molto secca.
"Nives puoi dirmi la verità? Ti stai creando una nuova vita là in Italia? Intendo dire se stai pensando più al tuo futuro che al divertimento."
"Si certo" dico impassibile.
"Lo spero tanto piccola mia. Ora devo andare a lavoro. Ti voglio bene"
"Ciao"
E così ho concluso la chiamata con mia madre.

**

Ogni tanto io e Jonathan parliamo in inglese e mi sento proprio a casa. Quando chiamo la mia famiglia a New York mi sale una tristezza perché è un turbine di sensazioni ma la cosa che mi rallegra è parlare l'inglese e risentire mio fratello ed Alice.
Per quanto riguarda i miei amici della gang, non posso contattarli; oltre ad essere 'proibito', non sono proprio raggiungibili.
Brandon mi manca ogni giorno sempre di più anche se non lo si nota più di tanto. Cerco di essere sempre occupata, soprattutto con la testa: Jonathan; l'università; il lavoro; il divertimento.

**

Sono passati più o meno tre mesi da quando sono arrivata a Roma e si avvicina Natale.
Solitamente a New York ci riunivamo con tutti i parenti a casa nostra essendo la più grande.
Non ero mai di compagnia. Ero solo obbligata ad essere presente e soprattutto presentabile per i parenti che vedevo una volta l'anno. Non potevo vedere i miei amici per quel giorno ma io sgattaiolavo via e stavo fuori per due orette massimo. Mi copriva sempre Alice.

Quest'anno lo passeremo io, Mary, Francesco, Jonathan. Sarà un classica giornata: pranzeremo con vivande preparate esclusivamente da Mary; apriremo i regali sotto l'albero; infine, ci guarderemo dei film di Natale tutti assieme. Sembra quasi un film. Mi sembra impossibile che ciò possa avvenire. Troppo bello per essere vero.

"Cosa possiamo regalare a Mary e a Francesco per Natale?" Chiedo a Jonathan.
Dopo il fatto della discoteca, abbiamo chiarito. Ci siamo confrontati e abbiamo ammesso le nostre colpe (anche se siamo andati avanti per giorni prima di risolvere essendo tutti e due testardi). 
"Non lo so. Pensaci tu, poi ti darò i soldi. Basta che non spendi chissà quanto." È troppo impegnato ad utilizzare il telefono per darmi una risposta.
"La smetti di usare il cellulare per un minuto? È una cosa importante!" Mi alzo dalla sedia della scrivania e gli vado incontro cercando di toglierli il telefono dalle mani. Però, a mio svantaggio, mi ha anticipata alzando il braccio all'insù.
"Ah adesso sfotti per la mia statura?" Inizio a saltare cercando di acchiappare l'aggeggio dalla sua mano ma non ce la faccio.
Salgo sul letto e Jonathan sposta il suo braccio dall' alto al suo lato destro.
"Dai Jonathan dammi quel telefono."
Lui inizia a ridere ed a fissarmi intensamente.
"Sembri una piccola scimmietta" e ride alla sua stessa battuta.
"Grazie mille ma ora dammi il telefono così possiamo fare una conversazione seria." Cerco di allungarmi verso il cellulare ma mi ritrovo attaccata a lui. Siamo ad un centimetro di distanza dai nostri nasi. Con il braccio libero, Jonathan, mi cinge la parte sotto dei miei glutei e spingo le gambe per andargli in braccio. Mi fissa le labbra e morde le sue. Lascia cadere a terra il cellulare e inizia a baciarmi... per poi sdraiarci a letto.

**

È la mattina di Natale ed il profumo che entra nella mia camera di ragù è così inebriante.
Mi alzo dal letto e mi sento così energetica. Sono felice. È strano non svegliare mio fratello con un piatto di biscotti ed una tazza di latte caldo. Lo chiamerò più tardi visto il fuso orario.

Hai sconvolto la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora