Capitolo 23

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Sto girovagando per camera mia da almeno 10 minuti più o meno, torturandomi le pellicine delle dita.
Non so cosa fare. Lo chiamo o gli mando un messaggio innanzitutto?
Appoggio una mano tra i capelli cercando di forzarmi a pensare... ma niente, non ne esce assolutamente nulla. Perché deve essere così difficile?
Ragiona, ragiona Nives cazzo!
Se lo chiami è scontato per il 99,9% che farai un'altra figura di merda. In più non sai di preciso cosa dire, quindi meglio evitare.
Decido dunque, grazie alla mia coscienza, di mandargli un messaggio.

'Ehilà James' digito sulla tastiera ma dopo due secondi lo cancello ripensandoci.
Come posso iniziare la conversazione?
Continuo ad osservare il suo nome nella chat vuota.
Per 5 minuti continuo a scrivere in vari modi dei semplici saluti ma neanche uno me ne va bene.
Sono stufa e, presa dall'irritazione, sulla tastiera scrivo 'vaffanculo' e lancio il telefono sul letto distendendomi accanto come un sacco di patate, coprendomi il viso con le mani dall'esasperazione.

Ho capito che mi toccherà svolgere il lavoro da sola e quindi rimboccarmi le maniche e mettermi a studiare seriamente letteratura.
All'idea mi vengono i brividi... perché i testi devono essere così difficili da comprendere?
Sbuffo innervosita e vado fino in cucina per bere un goccio d'acqua.
Rientro in camera chiudendomi la porta alle spalle ed accendo il computer. Tra poco mi dovrò collegare con Alice e mio fratello Noah.
Mi siedo sulla sedia in attesa della chiamata e nel mentre osservo il soffitto annoiata.

Un trillo di una notifica mi riporta alla realtà. Proviene dal mio cellulare ancora posizionato sopra al letto.
Con molta calma e poca grazia mi distendo su quest'ultimo. Prendo in mano il telefono e vorrei scavarmi una buca per potermici seppellire.
Il 'vaffanculo' che avevo scritto per via dell'irritazione del momento è stato inviato e visualizzato.
Com'è potuto accadere?! Mi tiro una pacca sulla fronte con il palmo della mano.
Stupida, stupida, stupida! Per non dire altro.
Osservo la sua risposta: 'Ma ciao anche a te' seguito da una emoji di quelle col sorriso timido.

È sempre così... così... non saprei come definirlo. Cioè è molto carino, e non sto parlando dell'estetica (anche se lo è molto).
Se fossi stata io al suo posto a ricevere un certo messaggio, avrei preso l'emittente a cazzotti.
Come potrei giustificarmi ora?
Mi sembra di essere ritornata al punto di prima quando cercavo un semplice modo per salutarlo, peccato che questa situazione è peggiore.
Scrivo e cancello. Scrivo e cancello. Così per i prossimi cinque minuti finché la suoneria di Skype mi ricorda che Alice che sta provando a chiamarmi.

Mi precipito sulla scrivania tenendo sempre in meno il telefono.
Accetto la chiamata e nella schermata si espande l'immagine di Alice con in braccio Noah.
Mi vengono le lacrime agli occhi a vedere quell'ometto ormai diventato grande. Si è tagliato i capelli ai lati e li porta tutti arruffati, proprio come piacciono a me.
Questo taglio fa risaltare ancora di più i suoi occhioni castani.
Alice invece è sempre la stessa solo che i suoi di capelli sono molto più lunghi dall'ultima volta. Li porta legati in una treccia che le ricade sulla spalla destra e si notano le diverse sfumature di castano.
Passiamo buon parte del tempo a parlare di come stanno andando le cose là a New York e qua in Italia.
Noah mi ha raccontato pure della sua nuova fidanzatina Grace. Un pizzico di gelosia si è fatta spazio ma pensandoci è solo la sua prima "cotta" fatta di puro voler bene.

"Allora?" Mi chiede Alice con espressione maliziosa mentre Noah è andato a fare i compiti.
"Allora cosa?" Chiedo confusa. Non so cosa vuole dire o sapere.
"Non fare finta di niente" esclama "hai conosciuto qualche ragazzo? Perché se fosse così, e lo so che lo è," precisa "devi raccontarmi TUTTO" dice con enfasi l'ultima parola.
In effetti non le ho raccontato niente in fatto di ragazzi. Non l'ho fatto un po' per la paura che mi giudicasse a causa di Brandon. Sapeva quanto fossimo legati e quanto mi mancasse e se le avessi detto la tresca che avevo con Jonathan mi avrebbe preso per matta, se non altro.
Decido però di svuotare il sacco.
"Bhe... si, ho conosciuto un po' di persone..."
Alice mi interrompe "VOGLIO SAPERE TUTTO" gli scappa una risata che tappa portandosi una mano alla bocca.
Non mi aspettavo questa relazioni da parte sua, è così buffa.
Inizio a raccontarle tutto: da quando ho conosciuto Jonathan fino ad arrivare a qualche istante fa, cioè all'impresa di non peggiorare la situazione di imbarazzo con James.
Alice ha ascoltato tutto facendo cenno con la testa qualche volta per intendere che capiva. Ogni tanto i suoi occhi e la sua bocca si spalancavano dato il stupore delle mie vicende.

Alice mi espone la sua opinione per quanto riguarda la faccenda con Jonathan.
"Secondo me dovresti risolvere sia con lui che con Eva, o perlomeno non portare rancore. Sai che loro sono felici assieme, perché ostacolarli? Non devi per forza ritornarci amica ma almeno fai capire che accetti la loro relazione o quello che c'è tra di loro."
In effetti ha ragione ma io mai ho fatto il primo passo. Sono una persona molto orgogliosa e anche se so di avere torto non lo dirò mai.
"Ci penserò" rispondo infine.

"E quindi..." riprende Alice "questo James ti piace?" Inizio a tossire dato che che mi è andata di traverso la saliva.
"Ma che dici" dico in difficoltà per il continuo tossire.
Alice ride per via della mia reazione "si certo, come no. Si vede che ti piace. Il tuo sguardo cade ogni due secondi in basso." Fisso la sua immagine e poi riprende "Mi fai vedere cos'hai in mano?"
Come fa a saperlo?
Sollevo la mano e mostro, cercando di evitare il suo sguardo, il mio cellulare. Lancio una piccola occhiata nella sua direzione e posso notare quanto sia soddisfatta per il fatto che lo se lo immaginava.
"In realtà continuo a guardare le notifiche per la figura che ho fatto. Devo ancora rispondergli e non so come scusarmi." Mi giustifico.
"Chiedigli semplicemente scusa. Sii te stessa Nives. Non devi pensarci troppo. Fai la prima cosa che ti passa per la testa... come hai sempre fatto." Le ultime parole le pronuncia con una nota di tristezza.
Provo rammarico nei suoi confronti. Gliene ho fatte passare tante e mi distrugge il pensiero che le mie cazzate abbiano influenzato sulla sua vita.
Nonostante questo ha ragione! Ho sempre fatto di testa mia e senza pensarci due volte. Perché farlo proprio ora?
La ringrazio e chiudo la chiamata salutandola.
Alice è sempre stata brava nell'aiutare le persone ed è anche per questo che sono felice che ci sia lei affianco a Noah. Saprà sempre dargli ottimi consigli e proteggerlo da qualunque cosa. Non saprò mai ringraziarla abbastanza.

Mi siedo sul bordo del letto e sblocco il telefono.
Decido di seguire il consiglio di Alice e quindi dirgli la verità così gli spiego cos'è realmente accaduto.
Ricevo dopo poco la sua risposta che rappresenta una risata con su seguito 'sei unica'.
Sorrido al messaggio senza rendermene conto e proseguo la conversazione chiedendogli quando avrebbe preferito trovarci.

Per tutto il pomeriggio continuiamo a scriverci e alla fine ci organizziamo:

ogni venerdì alle 17:00 in biblioteca.

Hai sconvolto la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora