Sto ripensando a tutte le belle avventure avute con mia mamma.
Poi una strana, ma dolce, melodia mi riporta alla realtà.
Sembra il suono di un flauto di legno.
Uno spostamento d'aria dietro di me mi fa irrigidire di colpo.
Affondo le dita nella sabbia mentre il respiro mi si blocca in gola.
Conto mentalmente fino a tre e poi apro gli occhi di scatto.
Niente, solo una distesa di sabbia dorata.
Mi rigiro verso il mare e vedo due smeraldi che mi fissano.
Faccio un salto all'indietro seguita dallo sconosciuto. È un ragazzo più alto di me, magro ma si vede comunque il contorno dei muscoli attraverso la maglietta fatta di...foglie?
Ha i capelli marrone chiaro e degli occhi talmente verdi e belli che mi ci perdo dentro.
Sul suo viso perfetto si forma un ghigno e la paura si impadronisce del mio corpo, comincio a tremare e non riesco a muovermi, come se fossi bloccata, come se questo misterioso ragazzo, che non avrà più di diciassette anni, mi stesse facendo un incantesimo.
IO: Chi sei tu?
P: Mi sono dimenticato di presentarmi. Sono Peter. Peter Pan.
IO: Che? Peter Pan non esiste.
P: Ah si?
In un secondo non è più davanti a me, mi sento toccare la spalla, mi giro e mi ritrovo il suo viso a meno di dieci centimetri dal mio.
Deglutisco e racimolo un po' di coraggio, o quello che ne resta, dato che a causa di questo tipo, sembra andato a farsi benedire.
IO: Cosa vuoi da me?
P: Devi venire con me sull'isola che non c'è.
IO: No.
Il ragazzo scoppia in una risata, una risata che ha qualcosa di malefico.
P: Wendy, non era una domanda, tu devi sottostare ai miei ordini.
IO: MAI.
Mi giro e comincio a correre nella direzione opposta alla sua, ma poi una presa al polso mi fa fermare.
Il ragazzo mi sta guardando, la sua espressione è cupa e i suoi occhi sono di un verde più scuro.
Non dice niente e, tenendomi sempre per i polsi, si alza in volo trascinandomi con se.
Vola sempre più in alto, diretto verso la seconda stella a destra.
