Arriviamo su un'altura ed io guardo il taglio...è come se la pelle attorno al graffio fosse di porcellana e si stesse crepando.
Con un gesto della mano Peter sposta alcuni cespugli, sempre di Rubus Noctis e dietro appare una bellissima cascata.
P: Questo ti guarirà...però la magia pretende sempre un prezzo.
IO: Qual è?
P: Appena berrai quell'acqua sarai legata in tutto e per tutto all'isola che non c'è...nemmeno dandoti il mio consenso di andartene ci riusciresti. Moriresti appena superato il confine.
IO: Quindi non avrei più nessuna possibilità di andarmene?
P: Sì...
IO: OK.
P: Ok?
IO: Anche se tu mi avessi lasciato andarmene non ho un posto dove stare. Non posso tornare a casa da quei due...quindi ok.
Rimane un po' sorpreso, forse per il modo con cui l'ho accettato. Però poi si riprende, mi prende in braccio e mi mette seduta vicino alla riva. Prendo un po' di acqua usando le mani come un bicchiere e la bevo.
Guardo il taglio che si sta rimarginando...ha funzionato.
P: Sai ragazzina...sta cominciando a non sopportare il fatto che non mi ascolti mai e che fai sempre di testa tua.
Dice con un sorriso. Un vero sorriso, non il suo solito ghigno.
IO: Grazie...
P: Per cosa? Per averti salvato due volte in meno di un'ora?
Eccolo, ora lo riconosco.
IO: Sempre il solito stronzo.
Lo sento sbuffare divertito.
P: Non c'è di che ragazzina...e poi avrei perso il mio giocattolino.
IO: Potresti smetterla di chiamarmi ragazzina? O giocattolo?
P: Nah...
IO: Ecco appunto...stronzo.
P: Dai, torniamo all'accampamento.
Mi prende in braccio e in poco tempo arriviamo all'accampamento, dove tutti i ragazzi stanno lavorando.
Solo in quel momento mi venne in mente una cosa.
IO: Peter?
P: Mh?
IO: Cosa intendeva Ariel prima che tu...cercassi di ucciderla?
Potresti provare a chiedere a...