Capitolo 20

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Mia Harper Moore.
San Francisco.

Ormai ci siamo. I dolori aumentano sempre di più e con loro, anche l'ansia.
È questione di giorni o probabilmente di ore e non saremo più noi tre ma diventeremo noi quattro.
Sophie non sta più nella pelle ma allo stesso tempo, vedo che la sua gelosia e il suo essere possessiva nei confronti di Blake è aumentato. Ripete che il papà è suo e di nessun altro e che nessuno si può avvicinare a lui oltre che a lei.
I miei genitori invece da quando sono arrivati a San Francisco due gironi fa, non fanno altro che farmi raccomandazioni. Non fanno altro che obbligarmi a stare seduta e non fanno altro che aumentare la mia ansia.
Seth e Bianca infine, sono quelli più tranquilli tra tutti. Forse Seth è più agitato, leggermente meno di quando è nata Sophie ma in fondo, anche se non lo ammette, lo è.
"Non dormi?"
"Non riesco"
"Hai dolori?"
"Un po' più forti rispetto a cena..." mi sistemo il cuscino dietro la schiena, sospirando. "... Ma nulla di allarmante, per ora"
"Andiamo in ospedale? Magari ti fanno un monitoraggio"
"Non è necessario..." appoggio entrambe le mani sull'enorme pancione duro. "... Ho fatto un monitoraggio ieri e un altro lo farò  tra due gironi, se Carter junior non nascerà prima"
Blake accende la luce piccola del comodino e come me, si mette seduto sul letto con la schiena appoggiata allo schienale del letto.
"Ti ricordi quando Sophie doveva nascere?"
Lo vedo sorridere. "E come potrei mai dimenticarmelo? Ti si sono rotte le acque nel parcheggio del supermercato"
"E tu sei entrato nel panico. Hai chiamato mio padre. Hai chiamato il ginecologo, sbagliando numero. Hai chiamato Bianca, bloccata in aeroporto a New York per una bufera di neve e infine hai capito che era meglio andare in ospedale"
"Non è andata esattamente così"
"È andata esattamente così" rido, avvicinandomi a lui per appoggiare la testa sulla sua spalla. "E potrei anche elencare tutto quello che hai combinato in sala parto, dove per poco non svenivi... Incrociamo le dita che questa volta... Ahia. Questa... È... Forte..." sospiro profondamente, alzando la testa dalla spalla di Blake.
"Mia, tesoro?"
"Taci..." sospiro profondamente. "... Ne sta arrivando un'altra, la sento"
"Sveglio i tuoi?"
"Non... È necessario..." sospiro di nuovo profondamente, come hanno insegnato al corso pre-parto. "... Ora passerà... Devo... Andare in bagno"
"Ti accompagno"
"No..." nego seccamente l'aiuto di mio marito. "... Sono in grado di... Ahia dannazione... Blake, prendi la borsa dell'ospedale dall'armadio, mettila sulla poltrona, per piacere"
"Vuoi dire che dobbiamo andare subito?"
"Voglio dire che a breve andremo"
Scendo dal letto e tenendomi la pancia, raggiungo il bagno.
Il piccolo Carter, sarà qui domani o al massimo dopodomani. I dolori sono forti e aumentano minuto dopo minuto.
"So che non vuoi aiuto ma... Te la sei fatta addosso?" chiede ridendo Blake, guardando il pavimento del bagno bagnato.
"Non credo..." tocco i pantaloni del pigiama leggermente bagnati. "... Credo invece che ho rotto le acque"
"Sicura?"
"Credo... Con Sophie non era così... Era molto di più. Svegliamo mia madre e mio padre, noi due credo che sia meglio che andiamo in ospedale"
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