Unforgettable 3 ~

Capitolo 21

Blake Oliver Carter.
San Francisco.

Sei ore. Sei lunghe ore di attesa. Sette centimetri di dilatazione e ansia alle stelle.
"Cosa ne pensi del nome Christopher?"
"Carino"
"Solo carino?" chiede, sistemando più comodamente il cuscino dietro la schiena.
"Molto carino"
"Potremmo tenerlo in considerazione" continua lei, girando pagina del libro dei nomi.
"Jospeh?"
"Carino... Gabriel. Owen? Joshua invece?"
"Bocciati all'istante"
Mi prende la mano, me la stringe infilando dentro le unghie e profondamente respira.
"Hai una contrazione o è un modo per vendicarti sui nomi boccati?"
"Sii meno cretino..." sospira di nuovo. "... Non puoi capire il dolore che provo quando ne parte una"
"Insomma. Posso capire molto bene" agito la mano, non appena lasciata e con dentro i segni delle unghie.
"Spero che tu stai scherzando" riprende in mano il libro. "Non hai minimamente idea di quanto dolore una donna possa provare in un momento del genere. Voi uomini la prendete tutto sul niente. Sul semplice, tanto la fatica... Diamine un'altra... Dammi la... Mano" la stringe di nuovo mentre io, con quella libera, stringo il bracciolo della sedia. "... Se ti faccio male non è mai come il male che provo io in questo momento per colpa tua"
Grazie al cielo si apre la porta della stanza e insieme alla mamma di Mia, entra una delle infermiere.
"Come procede?"
"Alla grande, tolto il dolore" sorride, appena la contrazione finisce. "Dolore da sopportare visto che l'epidurale non mi è stata fatta"
"Diamo un'occhiata"
La mamma di Mia si avvicina a me, appoggia una mano sulla mia spalla e sorridendo mi chiede "Vuoi andare a prendere un caffè con Seth? Sto qui io con lei"
"Buone notizie, tra poco dovrai spingere" informa l'infermiera. "Sei quasi di nove centimetri di dilatazione"
"Non posso spingere ora? Così facciamo prima"
"Porta pazienza, è questione di ore o magari di minuti e poi potrai tenere il tuo bambino tra le braccia"
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