Capitolo 22

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Mia Harper Moore.
San Francisco.

"Uno... Due... Tre... Quattro... Spingi..."
"Forza amore mio, ce la stiamo facendo"
"Stiamo facendo? A me sembra che... Diamine che dolore! Non mi ricordavo che facesse così male..." stringo ancora più la mano di Blake, infilando di tanto in tanto qualche unghia. "... Tu... Non stai... Facendo grandi sforzi. Io sono qui che spingo da quanto? Un'ora e mezza?"
"Quindici minuti..." mi corregge l'ostetrica. "... E ora dai un'altra bella spinta, si comincio a vedere la testa, il papà vuole vedere?"
"Non vorrei perdermi questo..."
Prendo Blake per il braccio, probabilmente lasciandoli anche qualche graffio. "Sei cretino? Ti devo ricordare cos'è successo quando è nata Sophie?"
"Questa volta sarò più forte"
"Non... Diamine che male! Quanto è grosso questo bambino? Sembra di partorire due gemelli. Sento... Vi prego tiratelo fuori, sento il mio corpo... Aia! Sento che... Si sta aprendo tutto più di quello che dovrebbe"
"Vedo l'inizio della testa... Quasi la fronte... Ora vedo..."
"Blake! Blake dannazione"
"Continua a spingere, ci pensiamo noi a lui..." mi sorride una delle tre infermiere. "... Vediamo tutti i giorni e più volte al giorno padri che pensano di essere forti e invece ecco il risultato... Stesi a terra"
"Forza Mia, un paio di spinte ancora e il vostro bambino vedrà la luce"
Chiudo gli occhi. Stringo una mano intorno ai braccioli del letto e l'altra all'infermiera e spingo. Spingo come non ho fatto nemmeno con Sophie, mentre quel cretino di mio marito, lo stanno facendo sedere sulla sedia di fianco al letto. Bianco in volto e leggermente tremante.
"Forza cara, mezza spinta ancora e ci siamo"
"Non ne sarei così tanto..."
La frase resta a metà. Nella sala parto risuona il pianto del mio bambino. Del mio bellissimo bambino.
L'ostetrica me lo appoggia sul petto e insieme a lui, piango.
È così perfetto. È così... Così... Magico.... Non ci sono parole per descriverlo.
"Siamo stati bravi"
"Già..." sorrido a Blake tra le lacrime e gli do un bacio sulle labbra. "... Anche se la fatica maggiore l'ho fatta io"
"Ho contribuito anch'io a darti forza in questo momento"
"Chiudi la bocca..." rido, mentre accarezzo la manina di nostro figlio. "... Per la seconda volta sei svenuto in sala parto"
"Vorrà dire che al terzo figlio andrà meglio..." mi da un altro bacio sulle labbra. "... Ti amo Mia Harper Moore - Carter"
"Ti amo anch'io, Blake Oliver Carter, ma il terzo figlio te lo puoi scordare"
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