Freya lasciò che l'acqua calda le bagnasse la pelle ancora per cinque minuti. Si era sorpresa nel trovarsi all'interno di un bagno così grande e ben sistemato. Al contrario del salotto, i muri erano stati dipinti di giallo sporco. Appeso davanti a lei, proprio sopra al lavandino, si trovava uno specchio ovale che -a suo dire- doveva avere più anni di lei. La vasca nella quale si trovava era rotonda e poco profonda, dotata anche di un doccino ed un paio di tende arancioni. Il pavimento era ricoperto dal parquet marrone e, a pochi passi da lei, si trovava un mobiletto aperto su tutti i lati e straripanti di asciugamani ed accappatoi.Aveva fatto come le aveva detto lui: si era messa a frugare nel cassettone sotto il lavandino e dopo attente ricerche aveva trovato dell'intimo da donna che potesse andarle bene. Certo, decisamente non le piaceva l'idea di dover indossare un completo dalla dubbia provenienza; ma che scelta aveva? Nessuna se non abusare dell'ospitalità dell'uomo. In effetti Amos le doveva davvero molto. Gli aveva salvato la vita -che sicuramente valeva più di ogni cosa all'interno di quella casa-. Lo aveva ospitato, curato e sfamato.
Quando fu sicura di essersi sfregata per bene la pelle con la spugna sospirò di sollievo. Si sentiva più leggero e la tensione che le era pesata sulle spalle sembrava essere magicamente sparita. Il bagnoschiuma che usava il ragazzo aveva un forte odore di menta, ma non le dispiacque. Passò lentamente le dita sulle scapole, laddove iniziavano a formarsi i contorni dei lividi che Scott le aveva causato.
Casa sua le mancava, ed era passato appena un giorno. Agognava l'odore dei pini che dava sul retro di casa sua, il rumore della neve sotto gli scarponi ed il suono acuto degli uccellini. A dire il vero, non era mai stata particolarmente legata a Shea. Più volte aveva detto che se ne sarebbe andata da quel postaccio, e altrettante volte aveva sempre esitato. Alla fin fine, lì, ci era cresciuta. Tutti i suoi ricordi ruotavano attorno a quel luogo e per quanto potesse sembrare una città piccola e noiosa, era in realtà la culla dei suoi più grandi divertimenti.
Le mancava Irwin, con i suoi sorrisi d'incoraggiamento e la battuta sempre pronta. Allo stesso modo le mancava Charles, che sebbene lo conoscesse da poco più di un anno rappresentava una parte fondamentale della sua vita. Le mancava il modo in cui la aiutava, in cui le parlava, e pensare che nell'ultima settimana non lo avesse visto per niente le fece stringere lo stomaco. Infine, c'era suo padre.
Timothy era stato la sua roccia per anni e anni, lasciandola solo quando si era assicurato che potesse badare a se stessa. Dopo la morte della madre il loro legame si era stretto notevolmente, facendoli sembrare più una coppia di amici che dei parenti. L'avrebbe rivisto? Quando sarebbe tornato a Shea, non trovandola, cosa avrebbe fatto? Le Quattro Punte sarebbe intervenute? Quei pensieri non fecero altro che accrescere il suo mal di testa e, già nervosa di suo, decise di fermarli.
Non poteva farci niente.
Amos ce la mise davvero tutta per cucinare quel dannatissimo piatto di pasta. Freya era rimasta così tanto tempo in bagno che aveva potuto fare con calma, ed alla fine era riuscito a non bruciare nulla. Ne le penne e ne il sugo. Fiero di se, afferrò il mestolo e riempì con decisione il primo piatto. Non sapeva quanto mangiasse solitamente la donna, ma dalla loro prima ed ultima cena assieme aveva intuito che possedesse un buon appetito.
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DRAGON'S BLOOD
WerewolfII Capitolo della saga "Wolf's Series" È incredibile come, in una sola notte, la tua vita possa cambiare radicalmente. È questo il primo pensiero che passa nella mente di Freya quando, una sera, si ritrova costretta a soccorrere uno sconosciuto nel...