<<Che gentiluomo!>> scherzo quando mi apre lo sportello. Ridacchia per poi fare il giro dell'auto ed entrare.
<<Bene, umh, dove mi porti?>> chiedo mentre mi metto la cintura. La macchina ha il suo stesso odore di cocco con una punta di vaniglia, combinazione mozzafiato.
<<Sorpresa.>> dice accendendo la radio. Comincia a cambiare stazione ma non trovando nulla prende un disco, che non riesco a capire di chi sia, e lo inserisce nel lettore, per poi mettere in moto l'auto e partire. Appena le note di "sign of the times" cominciano ad uscire dalle casse lo guardo con gli occhi sbarrati e notandomi scoppia a ridere.
<<Beh? È strano che un ragazzo come me ascolti Mr Harry Styles?>> domanda lasciandomi maggiormente perplessa.
Ha seriamente detto Mr Harry Styles? Penso di star per svenire sul sedile.
<<Direi di sì ma sono piacevolmente sorpresa, devo ammetterlo.>> comincio a canticchiare e Finn si unisce a me. Finiamo per cantare a squarciagola tutto il brano e anche i 3 successivi.
<<Sei davvero brava a cantare.>> si complimenta e gli rivolgo un sorriso sincero <<siamo arrivati>> annuncia poi tirando su il freno a mano.
Scendiamo dalla macchina e mi ritrovo davanti un grande giardino con, posizionata un po' più indietro, una casa altrettanto grande.
<<Vieni.>> mi prende per mano guidandomi verso essa e appena scatta la serratura entriamo dentro. Fortunatamente la temperatura è maggiore rispetto a quella di fuori, così togliamo i giubbotti e prendendomi nuovamente la mano, facciamo il giro della casa.
<<È davvero bella Finn. È tua?>> mi guardo intorno aspettando una risposta dal ragazzo.
<<Si, è stato un regalo dei miei genitori per me e mio fratello Nick. L'abbiamo apprezzato molto ma non veniamo spesso purtroppo.>>
Mi parla un po' di come lui e suo fratello abbiamo litigato per la scelta dell'arredamento e non appena scoppio a ridere sono costretta a portarmi una mano alla bocca, dopo esserli accorta dello strano verso che ho fatto.
Vedo che Finn si sta trattenendo per non scoppiare a ridere, ma non ci riesce ed è costretto a sedersi sul divano per calmarsi.
Arrossisco ma rido anche io.
<<Oddio gli involtini!>> urla correndo in cucina, presumo.
Lo seguo e mi blocco notando il tavolo apparecchiato alla perfezione, accompagnato da svariati piatti con cibi che a vederli mi fanno brontolare lo stomaco.
<<Hai cucinato tu?>> gli chiedo avvicinandomi. Lo aiuto a uscire la teglia dal forno e ci sediamo.
<<Si>> ammette imbarazzato <<volevo mostrarti le mie abilità da cuoco provetto.>>
<<E poi volevo scusarmi per averti quasi rotto il polso in palestra, speravo che la mia ottima cucina potesse aiutarmi nel farmi perdonare.>>
<<Vedremo se sarà ottima.>> con la forchetta prendo un boccone di lasagna e la mangio, masticando lentamente per creare suspence.
<<Allora?>> domanda impaziente.
<<Sei perdonato e mi devi passare la ricetta di questa lasagna. Sicuro di averla cucinata tu?>> rido pulendomi la bocca con il tovagliolo.
<<Non mettere in dubbio le mie capacità, spicy. I miei sono i proprietari di un ristorante e quando posso li aiuto in cucina.>>
<<Sono sempre più sconvolta>> prendo un altro pezzo e faccio per mangiarlo ma mi blocco <<Aspetta, come mi hai chiamata?>>
<<Spicy.>>
<<E perché?>> una strana sensazione divampa nel mio corpo.
<<Perché sei piccante come il peperoncino e dolce come la vaniglia.>>
Ho perso il conto di quante volte sono arrossita stasera. Solitamente non capita spesso, anzi, ma la sua presenza mi rende estremamente vulnerabile e suscettibile.
<<Oh, beh, g-grazie.>> cominciamo pure a balbettare ora?
Mi fa l'occhiolino e proseguiamo la cena.