capitolo 3

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Gli occhi gelidi della signora Cantelli pugnalavano come al solito il petto del ragazzo dagli occhi verdi. Cesare, come se fosse stato ipnotizzato da quello sguardo, scosse la testa e tornò a guardare la zia. Nella sua mente iniziarono a percorrere flashback di quel giorno dove decise di troncare i rapporti con la sua famiglia. Aveva sempre odiato il loro comportamento, e con quell'episodio non avevano fatto altro che fare perdere tutte le speranze al piccolo Cesare che voleva solo una vita normale, cosa che a causa di questo "difetto" non ebbe. Dai cuscini del divano fece capolino Niccolò che si lanciò contro lo zio il quale lo prese al volo abbracciandolo.
«zio, sai che giorno è dopodopodomani?»
Cesare guardò il piccolo Venceslai con viso interrogativo.
«mh... non lo so proprio, che giorno è?»
«come non lo sai! È il mio compleanno!»
«cavolo è vero! Come ho fatto a dimenticarmene?»
Il ragazzo poggiò a terra Niccolò che corse dagli altri cuginetti ridendo. Il palestrato si sedette su una sedia ed iniziò a vagare con lo sguardo. Osservò nei minimi dettagli tutta la sala, passando dai vasi alle statuette di porcellana che abitavano tutti gli scaffali, per poi soffermarsi su una foto. Sì alzò e si avvicinò alla cornice abbassandosi al suo livello per poter scorgere i soggetti dell'immagine. Come aveva intuito quella foto raffigurava tutta la famiglia, seppur allargata, circa sette anni prima. Prese in mano la foto e la analizzò quasi per scorgere ogni sua piccola imperfezione.
In quello scatto non era presente Beatrice, dato che lei e Nelson non si conoscevano ancora, né era presente Niccolò non ancora nato e né i due cugini apparentemente inseparabili erano divisi.
Erano tutti lì, felici che guardavano l'obiettivo retto da chissà quale buonuomo.
Sul viso del ragazzo spuntò un sorriso nostalgico.
Aveva sì voglia di frantumare in mille pezzi quella foto, ma una parte di lui lo costrinse a mettere a posto la foto lasciando solo che i ricordi si frantumassero nella sua mente come piatti.

Dall'altra parte della stanza Nelson era al computer che smanettava senza tregua sulla tastiera. Una voce docile lo richiamò.
«nelsi...»
«dimmi Bea»
Il ragazzo dai capelli ricci sollevò lo sguardo dallo schermo luminoso.
«posso parlarti un secondo?»
Sul viso della ragazza non era presente nessun sorriso, cosa che all'occhio di Nelson saltò e che lo fece preoccupare molto.
«certo... come mai mi fai questa richiesta? - chiese il ragazzo alzandosi dalla sedia - è successo qualcosa ai tuoi?»
«nono, nulla di tutto ciò... vieni fuori» e detto questo si avvicinò alla finestra che si affacciava ai colli bolognesi con un balconcino. Nelson, teso, seguì la sua ragazza.
«dimmi tutto Bea»
«gli hai parlato?»
Sul viso del ragazzo occhialuto si formò un'espressione corrucciata, non capendo di cosa stesse parlando.
«sto parlando di Cesare»
Nelson abbassò il capo per qualche secondo per poi rivolgere lo sguardo verso il ragazzo interpellato nel discorso, che stava giocando con le dita a testa bassa.
«non l'hai ancora fatto, vero? - disse la ragazza facendo girare con una docile carezza il viso del suo fidanzato verso di lei - mi spieghi perché?»
Nelson si morse il labbro leggermente per poi sospirare ed iniziare il discorso a voce bassa.
«bea, sai cosa ci ha fatto... cosa mi ha fatto»
«mi sembra però che stia facendo il possibile pur di sistemare, sbaglio?»
Ci fu una pausa di qualche secondo, dove Nelson rifletteva sul da farsi.
«si ma--»
«niente ma. Sono cinque anni che non vi parlate, e per colpa vostra siete riusciti a rompere un'amicizia che è durata anni.»
Il moro non sapeva cosa dire. Sapeva di aver fatto una vera cazzata, ma non poteva cambiare così tutto ad un tratto.
Cesare gli mancava un casino.
Space Valley gli mancava.
Tutto quello che lo ha accompagnato per tre lunghi anni gli mancava.
Avevano perso i contatti tra loro.
Non sapeva né che fine aveva fatto Tonno, né Frank.
Non sapeva se Dario fosse andato avanti con il suo progetto del podcast né se Nicolas fosse tornato in Italia.
Non sapeva e questo gli provocava angoscia.
«non è solo colpa nostra. - ribatté Nelson - c'è anche Nicolas che è partito in Germania»
«ma lui sarebbe tornato, Nelsi. Voi non siete tornati»
Nelson non sapeva più come contraddire.
Aveva confermato ancora una volta di aver scelto una ragazza davvero determinata.
Ed aveva anche confermato di essere un vero coglione.
«io ho perso i contatti con tutti ormai...»
«ti ho chiesto di riallacciare i rapporti con gli altri? - disse divertita Beatrice - ti ho chiesto solo di smettere di umiliare Cesare davanti a tuo figlio. Se siamo riusciti a perdonarlo io e Nicky puoi farlo anche tu» e gli rivolse un sorriso.
Nelson chinò il capo annuendo solamente.
Bea gli sollevò il viso con un dito e gli si avvicinò lasciando un piccolo bacio sulle labbra del ragazzo.
Il riccio sorrise leggermente e la abbracció sussurrandole due semplici parole.
«ti amo...»

spazio autrice
questo capitolo non mi piace per nulla
scusate per eventuali errori o per appunto il capitolo corto ma mi serve da "transito"
buona quarantena a tutti, un abbraccio ad un metro di distanza🌹✨
~simo🌹✨

𝒂𝒇𝒕𝒆𝒓 𝒂𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒊𝒔 𝒕𝒊𝒎𝒆 ..? - 𝒔𝒑𝒂𝒄𝒆 𝒗𝒂𝒍𝒍𝒆𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora