capitolo 11

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Lo sguardo perso di Nicolas metteva molta inquietudine a tanta gente.
Era bloccato in un punto, come se stesse osservando qualcosa di molto importante, ma alla fine era un semplice muro bianco con qualche finestra per mostrare gli aerei. 
Avanti a lui passavano turisti, hostess, bambini che giocavano, ma nulla poteva distogliere l'attenzione di Nicolas da quel punto.
Non sapeva perché lo guardava, ma lo stava facendo.
E pur volendo allontanarsi, guardare altro, non ce la faceva.
Era incantato, poteva pensare la gente.
Era spaventato, diceva altra.
Nulla di tutto questo.
Era semplicemente interessato.
Interessato da quel punto vuoto che fissava da più di venti minuti.
Telefono tra le mani, cuffiette in un orecchio, playlist su Spotify e sguardo incastrato nel vuoto.
Riuscì a sbloccarsi quando una voce metallica annunciò il suo aereo.
Scosse velocemente la testa scattando in piedi e guardandosi attorno in modo spaesato.
Afferra la valigia con una mano tremante e si avvicina a passo lento verso il gate, che venne aperto qualche minuto dopo.
Passò velocemente i controlli e si incamminò verso l'aereo, mentre la sua testa iniziò a vagare tra i vari pensieri accompagnati dalla musica nelle sue orecchie.
Sale sul veicolo e cerca con lo sguardo il suo posto, trovandolo poco più lontano dall'entrata.
Prese con un po' di fatica la valigia e la sollevò piano cercando di metterla nel portabagagli posto sopra i sedili.
A causa però della sua corporatura esile non riuscì nel suo intento.
Si guardò attorno cercando qualche hostess di passaggio, vedendo che erano tutti impegnati a fare altro.
Guardò verso l'uscita e notò un uomo dai tratti tedeschi avvicinarsi.
«e-ehm... s-sorry..?» disse il più piccolo spaventato attirando l'attenzione del signore.
«c-can you help me..?» chiese poi mostrandogli timidamente la valigia.
L'uomo lo squadrò dalla testa ai piedi per poi rivolgergli un sorriso, prendere la valigia e posizionarla nel portabagagli.
«t-thank you so much» balbettò Nicolas sorridendogli.
Si sedette al suo posto, fortunatamente quello accanto al finestrino, mise l'altra cuffietta rimasta appesa sul suo collo fino ad ora e guardò per qualche secondo fuori dal finestrino.
Dalle sue cuffie usciva una delicata melodia che era quasi giunta al termine.
Si sistema meglio sul sedile allacciando le cinture e poggiò delicatamente la testa sul sedile posteriore chiudendo gli occhi.
Sentiva le voci di raccomandazione dove mettevano in esplicito le regole da seguire in caso di incidente abbastanza ovattate.
Dopo qualche attimo dalla fine dell'ultima canzone partì "Don't give up on me".
Aprì piano gli occhi notando che l'aereo era già in rincorsa, pronto per il decollo.
Strinse la presa sul telefono appena l'aereo spicca il volo, sentendo numerosi brividi sulla schiena.
Subito un flash.
Dario.
Il motivo per cui stava facendo questo viaggio.
Prese velocemente il telefono togliendo inutilmente la modalità aereo, dato che internet era già andato a fanculo.
Sospirò affondo colpendo due volte la testa contro lo schienale del suo sedile.
"sono uno stupido" pensò.
"perché non l'ho avvisato?"
"cazzo adesso sai che strano presentarsi a casa sua così senza dirgli nulla? E menomale che mi aveva chiesto di avvisarlo in caso di partenza" si rimproverò sbuffando.
«non ne fai una buona, coglione che non sono altro» sussurrò rimettendo la modalità aereo.
Nel mentre le parole della canzone scorrevano nelle sue orecchie, nella sua testa e nel suo petto, che al solo pensiero di poter riavere accanto a sé Dario aveva iniziato a galoppare.
Abbassò lo sguardo verso lo schermo dalla luminosità bassa per scorgere l'unico contatto fissato nella chat.
Aprì la sua chat cercando quelle foto che cinque anni prima gli scattò.
Le osservò con un sorriso ebete stampato sul volto.
Accarezzò con un dito il viso imbronciato del ragazzo dell'immagine, ricordandosi il giorno in cui scattò quella foto con lui.
Chiuse gli occhi e poggiò il telefono sul suo petto, stringendo di poco la presa su di esso come per voler abbracciare il partecipante della foto.
Venne pian piano cullato dalla melodia nelle sue orecchie e si addormentò poggiato al finestrino con ancora stretto al suo petto il telefono con l'immagine di Dario, per lui, più bella che avesse scattato lui stesso.




spazio autrice🥑💕
ragazzi ciao a tutti!!
perdonatemi la lunga assenza ma vi giuro, quest'estate scriverò come una matta.
detto ciò voglio solo dirvi che prossimamente uscirà la seconda parte del capitolo.
buon tutto, vi voglio bene

-simo🥑💕

𝒂𝒇𝒕𝒆𝒓 𝒂𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒊𝒔 𝒕𝒊𝒎𝒆 ..? - 𝒔𝒑𝒂𝒄𝒆 𝒗𝒂𝒍𝒍𝒆𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora