capitolo 4

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il giorno dopo

Il rumore metallico della sveglia sul comodino di Nicolas iniziò a trapanare nella sua testa senza alcuna pietà. Il moro subito cercò di spegnere la macchina della morte e dopo esserci riuscito decise, anche se a malavoglia, di alzarsi e di andare in cucina per prendere il caffè mattutino quotidiano. Come al solito casa sua era perennemente vuota e silenziosa. Questo particolare al piccolo Nicolas provocava sempre un fastidio all'altezza del petto e spesso anche un forte mal di testa. Prese il suo telefono e fece partire la sua playlist che, grazie agli altoparlanti sparsi per tutta la casa, rimbombava con una strana leggerezza in tutte le stanze. Chiuse gli occhi e sorseggiò il suo caffè con calma, essendo stranamente in anticipo. Finito di bere la sua bevanda calda si rinchiuse in bagno per potersi lavare e successivamente vestire. Dato che quel giorno era molto stanco indossò solo un jeans ed una felpa abbastanza grande per lui, essendo comunque un ragazzo molto magro. Prese le sue cose e le chiavi della macchina e, sempre con una calma disarmante, si recò presso la sua scuola. Entrò con tranquillità salutando i pochi alunni che erano già davanti al cancello in attesa di entrare ed andò in aula professori, dove tutti i suoi colleghi erano pronti con libri e quaderni in mano per le lezioni che avrebbero riempito loro tutta la giornata.
«buongiorno Nicolas, come stai oggi?»
Nicolas, sentendosi chiamato alzò lo sguardo dai suoi libri e guardò il professore che gli si era piazzato difronte sorridendogli cordialmente.
«buongiorno Jonathan, sto molto meglio, grazie per esserti preoccupato»
Jonathan era il madrelingua inglese di quella scuola, ovvero l'unico istituto italiano per ragazzi appunto italiani che si trasferivano in Germania. Jonathan era più grande di Nicolas, e grazie a questo fattore il maggiore cercava di aiutare Nic il più possibile con qualsiasi mezzo.
Il suono della campanella interruppe il vociferare nell'aula professori che si svuotò totalmente. Nicolas afferrò i suoi libri e vari fogli che aveva preparato ed inserito nella sua agenda e si avviò tranquillamente verso la sua classe. Purtroppo in quel giorno cadeva la verifica, quindi per due ore Nicolas sarebbe stato tra virgolette "costretto" a non fare nulla. Nicolas infatti si anticipava tutto il lavoro a casa per poi poter stare tranquillo ed evitare attacchi di mal di testa a scuola. Appena entrato in classe notò che tutta la classe era intenta a ripetere, quindi con fare distratto salutò la classe e sistemò, sempre con molta attenzione e precisione le cose sulla cattedra, chiuse la porta attirando l'attenzione di tutti gli alunni e si avvicinò alla cattedra prendendo dei fogli stampati pieni di parole.
«avete ripetuto ragazzi?» disse Nicolas con un sorriso rassicurante.
Un coro di "sì" riempì la classe facendo allargare di più il sorriso del ragazzo che iniziò a distribuire i fogli.
«professore come mai questo stile molto ragazzino di sedici anni oggi?» disse una ragazza che apparentemente era molto attenta all'outfit della gente che la circondava.
«vedi Giulia, ti ricordo che ho solo ventottanni. E poi cosa c'è di male nell'indossare una comoda felpa in una giornata così fredda?»
Questa risposta provocò una risata generale che venne fermata con il secondo commento della ragazza.
«sembrate un ventenne depresso vestito così»
Ancora una volta delle risa, più contenute, si sollevarono al concludersi della frase.
«addirittura ventenne? Mi lusingate, Giulia.»
Questa volta però la classe non fece nulla, notando sul viso di Nicolas un'espressione piuttosto triste.
«professor Paruolo, Giulia stava scherzando, non ve la sarete mica presa?» disse poi un ragazzo subito in difesa della compagna.
«assolutamente no. Ora muovetevi a fare questa verifica, avete solo due ore, se non perdete tempo.» aggiunse Nicolas tornando al suo posto guardando poi la classe con aria pacata. Vedendo poi la testa china da parte di tutti gli studenti prese posto alla cattedra e prese il suo computer.
Alzava spesso lo sguardo sui suoi alunni, osservandoli bene in ogni loro dettaglio. A Nicolas piaceva molto osservare, dato che gli veniva praticamente spontaneo. Con orgoglio vide che per il momento nessuno copiava, così si permise di osservare il suo computer per qualche minuto così da poter sistemare i dati sul registro.
«non manca nessuno, giusto?» disse poi di punto in bianco il ragazzo sollevandosi gli occhiali sul naso.
«no professore» disse prontamente un ragazzo in fondo alla classe.
«ok, continuate tranquilli, mi raccomando.» concluse Nicolas abbassando lo sguardo prendendo la sua agenda. La aprì sempre con delicatezza e la iniziò a sfogliare leggendo i vari appunti pieni di foglietti sparsi per le pagine e post-it con tanti piccoli numeri o frasi particolari con un piccolo sorriso sulle labbra. Arrivato più o meno ad un quarto di pagine totali notò una lettera con una foto. Osservò la foto ed un sorriso apparve sul viso del ragazzo. Nella foto erano presenti Nelson, Cesare, Francesco, Davide, lui e Dario. Passò lentamente un dito sul viso di ogniuno di loro mentre sui suoi occhi si poggiò un velo di lacrime che li rese piuttosto lucidi. Tirò un sospiro chiudendo gli occhi, li riaprì ed osservò la classe sommersa nel bel mezzo dei fogli, stranamente non aveva ancora visto nessuno copiare. Portò lo sguardo sulla lettera, la aprì ed iniziò a leggere.

𝒂𝒇𝒕𝒆𝒓 𝒂𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒊𝒔 𝒕𝒊𝒎𝒆 ..? - 𝒔𝒑𝒂𝒄𝒆 𝒗𝒂𝒍𝒍𝒆𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora