capitolo 6

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«cesare...»
il ragazzo nominato alzò la testa quasi stupito dal richiamo.
«n-nel-- dimmi» disse alzandosi di scatto ed avvicinandosi al ragazzo riccio.
«devo parlarti, possiamo andare... in camera di zio?»
«c-certo Nelson, andiamo subito»
Nelson andò nella stanza appena citata, seguito da Cesare.
«a-allora Nelson... - disse teso Cesare prendendo un respiro per calmarsi - cosa mi vuoi dire..?» aggiunse poi leggermente spaventato.
Il ragazzo citato allora si avvicinò al moro e lo abbracciò, stringendolo forte a sé. Cesare spalancò gli occhi incredulo, mentre quel senso di farfalle nello stomaco si fece sempre più presente in in lui, spaventandolo di più, per paura di essere ricaduto nella stessa trappola di cinque anni prima. Paura di ricominciare a provare qualcosa per il suo amico.
Non se lo sarebbe mai perdonato.
Come era successo già, d'altronde.
E se sarebbe successo la trama potrebbe non avere il lieto fine che si stava svolgendo in quel momento.
Questi pensieri cominciarono a frullare nella mente di cesare. I suoi occhi iniziarono a farsi lucidi come non mai, mentre un senso di vuoto nel suo petto iniziò a scavarsi piano piano.
"io non sono così, non sono questi i pensieri di cesare cantelli." si disse sicuro Cesare.
Nel mentre Nelson pensava.
Stava facendo la cosa giusta?
Lo avrebbe tradito in quel modo di nuovo?
Tutte quelle scenate fatte con Niccolò erano solo per ricongiungersi a lui?
Ovviamente non riuscì a rispondersi, erano domande troppo complicate per Nelson.
Lui, ragazzo-padre di 29 anni che ama la sua famiglia, che per lei ha sempre fatto e farebbe di tutto, come allontanarsi dal suo migliore amico, facendolo automaticamente da tutti i suoi amici di space valley rischiando la sua carriera.
In quel momento si sentiva così impotente che sarebbe potuto esplodere in lacrime.
Quell'abbraccio, bramato da entrambi da ormai più di cinque anni, stava aprendo, rispolverando emozioni, paure ed insicurezze che entrambi avevano preferito eliminare, ma che in fondo li faceva sentire loro.
Dopo un po' di esitazione anche Cesare ricambiò l'abbraccio poggiando la testa nell'incavo del collo dell'altro, che con molta insicurezza poggiò la mano sulla testa del cugino accarezzandogli piano i capelli.
Insicurezza, ecco cos'era quella sensazione.
Insicurezza, che spesso viene scambiata per paura.
La paura è un'emozione, l'insicurezza una paranoia.
Paranoia suscitata da esperienze che chi sente, ha provato.
Paranoia spesso smentita, perché spesso è solo una vera e propria cazzata.
Come stava succedendo a Cesare e Nelson, alla fine.
Migliori amici da anni insicuri di essere loro a causa di uno schiaffo.
Una disapprovazione.
Il ragazzo più alto si allontanò, leggermente titubante, quasi se non avesse voglia di interrompere quel contatto quasi magico, che però invitava a volere sempre di più.
Quando Cesare incrociò lo sguardo con il cugino capì.
Capì che non era ricascato nella stessa trappola.
Ma ci era rimasto lì per cinque anni.
Quello che provava per Nelson non era mai sparito.
Non poteva sparire.
Di certo non così.
«e... e questo..?» chiese Cesare ancora sorpreso da quel gesto.
«senti Cesare... scusami. i-io non... sono stato uno stupido ad allontanarti in questo modo e-»
«no Nelson. Sono io che sono stato troppo volgare. In fondo tu ami Beatrice, e Niccolò è stato un avvenimento bellissimo. Ho capito che io con quello che ho fatto ho solo peggiorato la situazione. Dovevo accettarlo, come ho fatto solo più tardi» disse Cesare interrompendo il discorso del cugino.
Nelson sorrise sinceramente, vedendo una lacrima scendere piano sulla guancia del cugino, che poi si nascose timida tra la poca barba che quest'ultimo aveva. Il riccio gli asciugò la guancia con un pollice, gli sollevò piano il viso e lo abbracciò ancora. L'altro, nel mentre, ricambiò l'abbraccio poggiando la testa nell'incavo del collo di Nelson, sfogandosi con un pianto liberatorio da tutto il peso che lo perseguitava da cinque anni.
«mi sei mancato cesu...» e così dicendo accarezzò piano i capelli del ragazzo dagli occhi verdi.
Lui subito lo strinse a sé rispondendo tra le lacrime.
«anche tu, nelsi...»

«Davide...»
Frank mugugnò alzando la testa dalla sua lettura.
«Davide ho preparato il the, se hai voglia vieni in cucina, ok..?» disse premurosamente la ragazza appoggiata allo stipite della porta. Il riccio le si avvicino e la strinse a sé, lasciandole un leggero bacio tra i morbidi ricci rossi della ragazza.
Lei era molto più bassina di lui, capelli rossi e ricci, occhi di un acqua marina intenso e un sorriso armonioso. Piccole lentiggini erano cosparse attorno al suo naso, rendendo la sua espressione più amabile. Il suo nome era Sara.
«andiamo a bere questo the?»
La ragazza annuì e gli sorrise incamminandosi verso la cucina.
Finalmente dopo tanto tempo Frank era riuscito a trovare una ragazza che poteva sopportarlo, in grado di reggere l'autorevolezza del bassista.
E finalmente poteva dire di essere felice.
Al 100%.
Forse.
«tesoro... - disse Sara sedendosi sul bancone della cucina, avvicinando a sé il ragazzo dai folti capelli neri come la pece tirandolo per la maglietta - sei stanco? ti vedo molto strano...»
«no tranquilla... - rispose lui spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio - è che il silenzio mi tranquillizza troppo»
la ragazza rise baciandolo dolcemente a stampo.
Frank si sentiva veramente bene con Sara.
«posso accendere la TV?» chiese lei timidamente.
«certo..» aggiunse lui prendendola dai fianchi in modo tale da aiutarla a scendere dal bancone in modo più agile.
Sara si avvicinò al divano e ci sprofondò accendendo la televisione, ascoltando interessata il telegiornale.
Frank la raggiunse con la tazza di the fumante tra le mani, sorseggiando ogni tanto la bevanda calda.

«il mondo dei giovani, conosciuto a molti di noi come nuovo e strano, oggi ce lo racconta lo youtuber da sette milioni e mezzo di iscritti che tiene testa a tutti dal 2016, favij.»
«come ce lo vuoi spiegare internet?»
«internet è... un mondo. Tu puoi comunicare con tutti, stare a contatto con la gente... è come entrare in una sala piena di persone.»
«dato che sei uno dei big, quello che c'è sempre stato, puoi fare degli esempi di canali YouTube a cui ti ispireresti
«di quelli che ci sono o anche che non ci sono più?»
«come vuoi, qualsiasi cosa»
«oh, beh. Di quelli che ci sono in giro ora... pochi, mh, sì. Molto pochi... ma se devo ripescare ai tempi di... quando avevo difficoltà a salire, quando davo sfogo alla collaborazioni, praticamente, c'erano... Yotobi, Frank Matano games e... space valley»
sullo schermo della televisione comparvero scene di video di Yotobi, Frank Matano ed, appunto, space valley.
Iniziarono a parlare dei vari youtuber nominati da Lorenzo, per poi procedere con il loro gruppo.
«tra salotti e challenge di ogni tipo, space valley era un talk show adatto a tutte le età, che attirava i giovani con le loro sfide e test. Avevano due set, uno studio e ben due canali, in cui potevi trovare anche backstage delle puntate che venivano caricate»
«sono sicuramente uno dei gruppi più organizzati che io abbia mai visto qui. Ma non solo come struttura in generale, no? Ceh, sì, lo studio, le telecamere, le luci, i microfoni, ma c'era anche quella sintonia di gruppo che ti faceva capire quanto il loro lavoro fosse fatto con enorme piacere. Ceh, si vedeva che amavano stare tutti insieme, uniti come... fratelli, insomma.» disse Lorenzo parlando di space valley, mentre sullo schermo scorrevano immagini di vari vecchi video.

«Davide...» disse poi Sarà di punto in bianco, mutando la televisione.
«Sara-- io volevo--»
«perché non me lo hai mai detto...?»
«Sara, ti prego, io--- era il mio passato e--»
Lei si alzò e si avvicinò al suo ragazzo accarezzandogli piano un braccio.
Lui sospirò triste.
«non sono arrabbiata con te... solo che-- non li ho mai visti questi tuoi amici...»
«non li vedo da cinque anni...»
«cosa-?»
Frank prese un respiro ed iniziò a raccontarle come tutto finì.
O almeno è quello che tutti credevano.

𝒂𝒇𝒕𝒆𝒓 𝒂𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒊𝒔 𝒕𝒊𝒎𝒆 ..? - 𝒔𝒑𝒂𝒄𝒆 𝒗𝒂𝒍𝒍𝒆𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora