capitolo 5

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«l'amore»
«professore, le lo ha trovato l'amore?» disse prontamente Giulia.
Nella mente di Nicolas iniziarono a scorrere vari ricordi. Pochi, a causa della freddezza ed insicurezza che lui conosceva bene del diretto interessato, ma c'erano.
«sì Giulia. Non so però se è ricambiato»
Un urletto di stupore si sollevò nella stanza.
«e com'è prof? È italiana?»
«italianissimo»
Subito Giulia alza la mano.
«scusi prof... italianissi-... mo?»
Nicolas le rivolse un sorriso.
«hai sentito bene. Italianissi-mo.»
Ci fu una pausa di riflessione, tra lo stupore dei ragazzi e la quasi delusione da quelle ragazze che trovavano veramente affascinante il ragazzo.
Vedendo le facce degli alunni, Nicolas afferra un pennarello e scrive sulla lavagna bianca "AMORE".
«vedete ragazzi. Voi siete la nuova generazione, no? Tra di voi ci sono ancora persone che rimangono... beh, quasi scandalizzate e disgustate a vedere persone come me. Voi avete assistito ad una lezione importantissima.» disse poi il professore girando per i banchi, per poi aggiungere con tono tranquillo dopo una pausa di silenzio soffermandosi al centro dell'aula:
«cosa ho io di diverso da voi?»
La classe iniziò a vociferare chiedendosi l'un l'altro cosa potesse avere lui di diverso da loro.
Vedendo i ragazzi abbastanza confusi decise di incalzarli in qualche modo.
«nulla, giusto?»
Un flebile sì si solleva dalla classe.
«ed è giusto così, no? - aggiunse Nicolas correndo verso la lavagna - che la persona che IO amo, sia femmina o maschio, a voi cosa cambia?»
«nulla professore.» e dal fondo della classe si alzò una ragazzina dai capelli ricci leggermente colorati di blu.
«vuoi aggiungere qualcosa, Joyce?»
«posso avvicinarmi a... alla cattedra?»
Nicolas la guardò con un sorriso tranquillo.
«certo, vieni qui - e così dicendo le andò incontro prendendola per mano ed andando insieme vicino alla cattedra - puoi parlare»
La ragazza si guardò attorno quasi spaventata e, in modo insicuro, prese un respiro profondo per poi iniziare a parlare.
«... io vivo qui con... con mio cugino più grande... perché i miei genitori mi hanno cacciato di casa a-a causa del fatto che sono bisessuale...»
Nicolas, vedendo la difficoltà della ragazza a parlare la abbracció da dietro.
«vuol dire che hanno prosciutti sugli occhi e cuffie nelle orecchie!» urlò così un ragazzo in prima fila scatenando le risate di tutti, anche di Joyce leggermente lacrimante.
«esatto Jacopo. prosciutti sugli occhi e cuffie nelle orecchie. Perché di noi non cambia assolutamente nulla. Non frequentiamo posti diversi dai vostri, non viviamo in modo diverso da voi. Preferiamo semplicemente altro. - disse scrivendo sulla lavagna - quello che diciamo a scuola, no? Senza distinzione di sesso, razza, lingua e religione. Aggiungiamone noi un'altra: senza distinzione di gusti sessuali. Perché questa, insieme al razzismo è uno dei principali fattori di discriminazione, soprattutto tra voi giovani»
Joyce tornò a posto camminando lentamente, raggiunta poi da delle sue compagne che la abbracciarono.
«prof, ci parli di questo ragazzo allora» aggiunse euforica Giulia.
Nicolas iniziò a ridacchiare sistemandosi i voluminosi capelli neri.
«seriamente volete parlare dei problemi sentimentali del vostro professore?»
«dai prof, sembra una cosa veramente tenera, la prego» disse ancora Giulia ricevendo l'approvazione di molti dei suoi compagni.
«e va bene allora... è-... è un ragazzo molto alto, capelli di un marrone nocciola ed occhi profondi e scuri. Naso piccolo e labbra carnose e perfette... - un sorriso spontaneo apparve sul volto del professore che si appoggiò alla cattedra con aria sognante - ha un sorriso davvero... uao e la voce... la voce profonda, avete presente quella voce che ti entra nella testa e boom! Scariche per la schiena continue... ecco»
Le ragazze ridacchiarono leggermente mentre i ragazzi, presi da altro, iniziarono a giocare con i loro telefoni.
«prof ma vi ha stregato questo ragazzo!»
Nicolas guardò la ragazza che aveva affermato questa frase iniziando a ridere.
«può darsi».

Un rumorosissimo rumore metallico rimbomba nella casa buia e vuota di Dario.
La solita sveglia in camera sua che lui non riusciva a spegnere.
"quanto vorrei che Nic fosse tornato due anni fa per aiutarmi" si ripeteva Dario ogni volta che quella vecchia macchina trillava con il suo stanco suono.
Ora lui era lì.
Davanti alla finestra.
Sigaretta tra le labbra.
Occhi rossi.
Sguardo spento.
I capelli gli ricadevano sulla fronte, la felpa lo copriva col suo cappuccio e le mani, fredde, ruvide, imploravano di smettere.
Di smettere col fumo.
Di smettere di bere alcohol.
Di smettere di riversare lacrime e di chiudersi da solo in casa.
Non riusciva ad uscire.
Non voleva uscire.
Aveva paura.
Paura di reincontrare i suoi ex colleghi di space valley.
"sai quante domande potrebbero farmi vedendomi così?"

"le stesse che potrebbe farti Nicolas, sbaglio Dario?"

"devo smetterla di fumare quella roba"

«avete rotto il cazzo, state zitte per l'amor di Dio» disse Dario con voce roca e bassa riferendosi alle voci di coscienza che spesso gli facevano visita.
Si alzò dalla sua sedia ed iniziò a camminare per la stanza, cercando il suo taqquino dove scriveva tutti i suoi appunti.
«dove cazzo l'ho messo?»
dopo circa quindici minuti riuscì a trovarlo, lo prese tra le mani tremanti, si sedette sulla sedia ed iniziò a scrivere, per fortuna la parte più lucida di lui ragionava ancora come una volta.



spazio autrice 🌹✨
ciau regaa🚀✨
spero tantissimo che almeno a voi questo capitolo piace.
vi dico che nei capitoli di collegamento non sono per nulla brava, ma dovete sopportare a volte delle cacatine. 🚀

buona quarantena e mi raccomando:

STATE A CASA

𝒂𝒇𝒕𝒆𝒓 𝒂𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒊𝒔 𝒕𝒊𝒎𝒆 ..? - 𝒔𝒑𝒂𝒄𝒆 𝒗𝒂𝒍𝒍𝒆𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora