Solitudine

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-Anche se Gray-sama non lo mostra c'è tanto buono in lui. Juvia l'ha...-

-Gray allora? – la voce improvvisa di Gajeel fa bloccare Juvia e voltare tutti noi altri di scatto.

Con la porta della sala aperta e lo sguardo che palesemente dice "che cazzo stai facendo amico?" il metallaro sembra molto impaziente. -Ti ha risucchiato l'inferno? Solo una coca cola dovevi andarti a prendere accidenti a te-

-Il film è iniziato? – chiede Gray sorpreso.

-No ma...-

-Allora di che ti lamenti? – lo interrompe il moro –non vedi che ho da fare? –

Voltando la sua attenzione su Juvia solleva un sopracciglio pieno di piercing.

-Muoviti- afferma prima di voltarsi –e vedi di fare in fretta perché non verrò a richiamarti- lo ammonisce sparendo con la stessa velocità con cui è apparso.

-Io devo andare e sarà meglio che anche tu torni a casa. Si sta facendo tardi- dice dopo aver guardalo l'orologio lampeggiante sugli schermi. I numeri luminosi indicano le otto e mezza.

-Ma...-

-Vai o non ti parlerò più-

-Juvia è già a casa- si affretta facendo sorridere me Lucy e il tipo che zitto zitto ha ascoltato tutta la conversazione.

 Anche negli occhi di Gray noto un celato divertimento nascosto ovviamente dalla faccia fin troppo seria e glaciale.

-Juvia- la richiama di nuovo prima di voltarsi –sarò fuori città per un paio di giorni... e niente... tornerò prima dell'inizio della scuola-

Scuotendo la testa come a voler dire "perché gliel'ho detto?" torna in sala appena in tempo per l'inizio del film.

-È fatta! – urla di gioia Lucy saltando per la felicità –Ha funzionato! – d'altro canto anche Juvia sembra molto contenta della nuova possibilità ricevuta.

Nei venti minuti successivi seguiamo Puffetta, passo dopo passo, fino a casa per essere sicuri che ci arrivi senza problemi.

-L'ho visto nei suoi occhi Natsu- esclama Lucy appena ci materializziamo nel mio soggiorno –Le piace! ne sono sicura-

-Non correre troppo- sorrido gettandomi o meglio sdraiato sul divano a L –è ancora troppo presto per cantare vittoria. Dai, siediti- affermo facendo da parte le gambe per lasciarle lo spazio per sedersi.

Il suo temporeggiare però mi fa sollevare lo sguardo.

-Qualcosa non va? –

La sua euforia sembra scemata di colpo mentre con le dita si tormenta la maglietta.

-Posso...- scuotendo la testa si mette a sedere.

-Posso? – la incalzo per niente intenzionato a lasciar correre.

-È una cosa stupida- mi avverte –e se non ti va non fa niente basta dirlo...-

-Cosa? – chiedo questa volta più curioso che deciso.   

-Posso... ecco... posso sdraiarmi accanto a te? –

Sorpreso dalla sua richiesta rimango a fissarla per un interminabile momento.

-Ecco, lo sapevo è stato...-

-Certo- mormoro facendomi un po' più indietro.

Esitante e senza mai distogliere lo sguardo dal mio, come se potessi cambiare idea da un secondo all'altro, si sdraia.

È al limite del divano e per non rischiare di farla cadere...

Accidenti a me chi voglio prendere in giro? 

Un increscioso incidenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora