- XIV -

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Spingendosi sempre più ad Ovest, le macchie di alberi e le vaste pianure di Burmesia cedono piano piano il passo all'arida distesa di sabbia e roccia del Regno di Cleyra, popolato solamente da alberi scheletrici piegati dalle impetuose e perenni tempeste di sabbia.
Vivi si cala ancora di più il cappello sugli occhi e si stringe addosso il pesante mantello. C'è qualcosa di sbagliato in quella terra: il vento è insolitamente caldo, eppure il suo tocco provoca una serie di brividi nel corpo del maghetto.
"V-voi siete mai s-stato a C-Cleyra, s-signor Blank?" urla Vivi, tentando di sovrastare il fragore del vento.
"No. Gli abitanti di Cleyra vivono isolati dal resto del Continente, protetti dal loro Vortice di Sabbia."
"V-Vortice di S-Sabbia? D-Davvero?"
"Sì, davvero. Nessuno sa come abbiano fatto a creare e mantenere un incantesimo di quella portata. Ehi, Fratley, manca ancora molto?"
Per tutta risposta, il draghiere solleva un braccio e indica un punto in lontananza.
"Tutto chiarissimo, grazie mille."
Il gruppo cavalca in silenzio per una decina di minuti, accompagnato solamente dal soffio della tempesta e dagli sporadici lampi.
"V-voi credete che stia a-arrivando la g-guerra? C-credete che ce la f-faremo?"
"Non dirlo neanche per scherzo! Anche se Garnet non dovesse riuscire a convincerla, la Regina dovrebbe affrontare prima la Tempesta di Cleyra e poi la Flotta del Granducato. Anche con un esercito di Maghi Neri al suo fianco non avrebbe alcuna possibilità."
"A meno che non abbia qualche asso nella manica."
Il ladro rivolge un'occhiata interrogativa a Freya, che nel frattempo li ha affiancati.
"C'è una domanda che continua ad assillarmi da quando abbiamo lasciato Lindblum e che continua a perseguitarmi: non è sembrato anche a voi che Gidan si comportasse in modo strano?"
"Cosa? Stai forse insinuando che Gidan sia in combutta con Brahne?"
"Io non sto insinuando niente. Quando l'ho incontrato alla locanda di Jad mi ha confidato di aver ricevuto un compito e non essere sicuro di riuscire a portarlo a termine."
"No, non ci credo. Sicuramente intendeva altro, lui non può averci tradito."
Superati i resti della mandibola di un Grand Dragon dall'aspetto simile ad un arco a volta e una lunga strada lastricata serpeggiante tra enormi radici, il trio arresta i chocobo accanto ad un cancello circolare scavato nella corteccia del colossale Albero.
"E' passato così tanto tempo da quando abbiamo avuto visitatori." mormora Fratley, smontando di sella e azionando il sistema di leve e carrucole nascoste. "Avrei preferito che le circostanze fossero diverse."
La piastra che protegge l'apertura si spalanca. Freya e Blank conducono le loro cavalcature per il sentiero nodoso coperto di sabbia mentre Vivi li precede, ansioso di scoprire cosa si cela in quella nuova terra.
"Allora grande eroe, che ne dici di spiegarci la situazione?"
Fratley si volta verso Blank, scoprendo le piccole zanne appuntite. "Credi che sia divertente vedere il mio popolo sull'orlo dell'annientamento? Credi che basti il Leggendario Sir Fratley a tenere testa all'intero esercito di Alexandria?"
"Guarda che non intendevo affatto..."
Grida soffocate e rumori di metallo li interrompono. Più avanti, il sentiero si apre su un ampio spiazzo al cui centro un piccolo albero addobbato di lanterne spente sembra emergere dall'onnipresente sabbia. Proprio accanto ad esso, cinque soldati con un uniforme simile a quella di Fratley e lo stesso motore a Nebbia montato sulla schiena hanno circondato Vivi e lo stanno minacciando con le loro lunghe lance.
"Confessa, dove sono gli altri?"
"I-i-io v-veramente..."
"Non ti permetteremo di distruggere la nostra città!"
"N-n-non v-voglio..."
"Fermi!"La piccola squadra si volta all'unisono verso l'imponente figura del draghiere.
"Sir Fratley, meno male che è arrivato. Ne abbiamo preso uno, sono sicuro che gli altri..."
"I-io n-n-non s-sono..."
"Lasciatelo andare."
"Prego?"
"Questo Mago Nero è stato mandato qui insieme a Freya come emissario del Granducato di Lindblum, perciò ora vi ordino di abbassare le armi."
L'uomo fa passare lo sguardo da Fratley a Freya, da Freya a Vivi e infine, ad un suo cenno, tutti e cinque sollevano la punta delle lance verso il cielo.
"Molto bene. Freya, tu scorta Blank e Vivi fino alla città, io vi raggiungerò poi."
"D'accordo."
Blank lascia le redini del chocobo, aiuta Vivi a rialzarsi e segue Freya attraverso i contorti cunicoli scavati nel legno. Il suo sguardo esperto non fatica a individuare i numerosi fili a inciampo, piastre nascoste, e chiuse di legno pronte ad inondare le caverne di sabbia.
"Che bel sistema. Non vorrei trovarmi nei panni dei soldati di Alexandria."
"Fossi in te non ci conterei troppo. L'unica difesa su cui possono realmente contare è la tempesta, il resto serve solo a guadagnare tempo."
"P-perchè dice c-così, signorina Freya? A m-me s-sembrano pronti."
"Non sono pronti, sono disperati. Quelli non sono soldati, sono persone qualsiasi a cui hanno dato una lancia, un'armatura e degli ordini da seguire. Ho paura che non ci siano speranze per noi."
Quella frase chiuse il gruppo in un silenzio rassegnato. Non c'è speranza, questa è la verità. Perchè continuare a lottare quando sapete benissimo di non poter vincere?
Man mano che avanzano verso l'alto, le caverne diventano sempre più luminose fino a che, giunti infine alla sommità della chioma, i loro occhi non riescono finalmente ad ammirare tutto lo splendore della bella Cleyra. Il Sole primaverile, facendo capolino da oltre la Nebbia, illumina i lunghi ponti e le passerelle di legno, le case azzurre simili a funghi adagiate tra le fronde rigogliose e i mulini a vento dalle pale variopinte. Oltre la scalinata scavata nella corteccia, altre due guardie sbarrano loro il passo. Una di esse, invece della solita giubba marrone, indossa un'armatura leggera e una lunga cappa decorata con un simbolo blu e bianco.
"Fermi, chi... Freya?"
"Dan?"
Il draghiere lascia cadere la lancia e corre ad abbracciare l'amica.
"Non ci posso credere, sei davvero tu. Credevo non ce l'avessi fatta."
"Ci vuole ben altro per ammazzarmi, lo sai."
"Come un Drago Argento?"
Lei ride e gli tira una pacca sulla spalla. "Sappiamo entrambi che non è stata colpa mia."
"Mi dispiace interrompere questa allegra rimpatriata ma sai, la Regina Brahne di certo non aspetta i nostri comodi."
"Giusto. Dan, loro sono Blank dei Tantarus e Vivi, un Mago Nero rinnegato. Siamo qui per vedere il Gran Sacerdote."
"Certo, venite."
La guardia di nome Dan li accompagna attraverso le strade e le piazze della città. Ovunque posi lo sguardo, Freya trova volti da troppo tempo seppelliti nei suoi ricordi, volti resi quasi irriconoscibili dalla polvere, dalla disperazione e dalla miseria. Una ragazza stringe a sè i due figli, soffocandone il pianto nel suo ampio petto. Un vecchio scruta il cielo, mormorando preghiere che si confondono con il sibilo del vento. Due giovani Vestali distribuiscono pane e frutta, cercando di non sprecarne neanche una briciola.
"Da quanto tempo siete qui?"
"Quasi un mese. Se il Gran Sacerdote non ci avesse accolto, saremmo probabilmente stati massacrati dai Maghi Neri. L'acqua non è un problema e razionando le provviste potremmo sopravvivere per più di un anno, sempre che l'esercito di Brahne non arrivi prima."
Dan si ferma e indica al gruppo un edificio più grande degli altri, decorato con arabeschi d'oro e sormontato da una piccola falce di luna.
"Spero per te che le notizie che portate siano buone." commenta prima di voltarsi e rituffarsi tra le strade affollate di profughi.

Nella stanza più alta del Santuario, il Re di Burmesia fissa il turbine di sabbia vorticare senza sosta.
"Ti vedo pensieroso, amico mio. Qualcosa ti turba?"
"No, è solo che..." l'uomo si volta verso la bianca e corpulenta figura del Gran Sacerdote. "Secondo te stiamo facendo la cosa giusta?"
"Ah, voi burmesiani siete davvero incorreggibili. Preferireste morire inutilmente piuttosto che vivere da vigliacchi."
"E cosa dovremmo fare allora? Continuare a nasconderci come conigli?"
"Per quanto imponente possa essere il suo esercito, la Regina di Alexandria non può nulla contro la Tempesta Perenne. Presto la guerra finirà e i nostri Regni torneranno a prosperare."
"E se la Tempesta non bastasse?"
"Che cosa vuoi dire?"
"I Maghi Neri potrebbero non essere l'unica arma a disposizione della Regina. Non hai mai pensato che forse la tua magia potrebbe non essere abbastanza?"
"Impossibile. Siamo sopravvissuti cinquecento anni grazie alla Tempesta e altrettanti ne vedremo. Abbi fede, amico mio."
Dopo un lungo minuto di silenzio, una giovane Vestale fa il suo ingresso nella stanza e si piega in un profondo inchino.
"Chiedo umilmente perdono, gli emissari del Granducato di Lindblum sono appena giunti al Santuario e chiedono udienza."
"Fateli entrare. Che ti avevo detto, si tratta solo di avere fede."
La ragazza si congeda con un altro inchino e poco dopo rientra, accompagnata da un giovane vagabondo, un bambino con un buffo cappello a punta e una draghiera dal viso fin troppo familiare.
"Non ci posso credere, dopo tutto questo tempo..."
Lei fa un passo avanti e scatta sull'attenti, il pugno chiuso posato sul petto.
"Maestà, nonostante le circostanze sappiate che sono davvero felice di rivedervi."
Il Re sorride e ricambia il saluto di Freya.
"Anch'io sono felice di rivederti."
Una piccola figura emerge da dietro un tavolo, salta addosso a Vivi e comincia a tempestarlo di pugni. "Brutto maghetto da strapazzo, come osi farti rivedere?"
"A-aiuto. f-f-fermo..."
"Non hai idea dei casini in cui mi hai cacciato dopo la tua bravata!"
"N-non l-l-lo f-faccio p-più..."
Lui lascia che il maghetto si rialzi per poi chiuderlo in uno stretto abbraccio.
"C-cosa..."
"Grazie... Vivi, giusto?"
"G-g-giusto ma p-perchè?"
"Per aver salvato mio figlio, il principe Puck." si intromette il Re di Burmesia. "E' stato lui ad avermi avvertito del rapimento della principessa Garnet e della fabbrica di Maghi Neri a Dali."
"E così, sentendo puzza di bruciato, avete ordinato l'evacuazione di Burmesia." completa Blank. "Giuro che la prossima volta faccio scrivere sulla fiancata dello Scenalante 'Gruppo Tantarus, servizio rapimento principesse'."
Il Gran Sacerdote si sforza di trattenere le risate. "La vostra totale incapacità di passare inosservati ci ha permesso di salvare molte vite."
"Non so se questa cosa mi fa sentire più un eroe o un cretino."
"Siete un giovane soldato che ha tentato in tutti i modi di compiere il suo dovere. Allora, quali nuove ci portate da Lindblum?"
Blank abbassa la testa, soffocando ogni traccia dell'entusiasmo di prima. "Non buone, purtroppo. Gran parte della Flotta è impegnata nel difendere la Porta Sud e conoscendolo, il Granduca avrà già schierato le sue truppe al passo di Ghizamaluk."
"In una parola, Cid ci ha abbandonato." conclude il Re, voltandosi e tornando a contemplare il bordo del vortice di sabbia. "Siamo condannati."
"No. Non sono tornata per vedere la fine del mio popolo. Vi aiuterò a difendere Cleyra, a costo della vita."
"A-Anch'io. N-non v-voglio che i M-Maghi N-Neri uccidano altre p-persone."
"Non mi avete lasciato molta scelta. Potete contare anche su di me."
"Grazie. Grazie infinte." farfuglia il Gran Sacerdote. "Scendete la scala, seguite la passerella a destra e arriverete alla nostra locanda. Non è molto ma consideratevi a casa vostra."

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