- XXI -

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"Ehi..."
"Ehi Gidan..."
"Svegliati..."
Il giovane apre gli occhi e piano piano quelle due macchie blu e gialle asssumono i contorni di due volti familiari.
"Oh, era ora che ti svegliassi, pelandrone!" urla Eiko.
"Ginor tareda rur'dena" mormora l'altra, ridendo.
"Mi sembrava di essere stata chiara: non voglio più sentire quella lingua maledetta oppure..."
"Oppure?"
"Meglio che non mi fai arrabbiare, faccia d'angelo."
Il ragazzo solleva la schiena e si stropiccia gli occhi. "Calma, calma. Che è successo? Dove siamo?"
"Al confine della pianura di Conde Petit. Stiamo per entrare nel deserto Kiera."
"Il deserto Kiera? Questo vuol dire che avete visto Kuja!"
Eiko agita le mani, incapace di contenere l'eccitazione. "Sì, l'ho visto e mi sembra una persona dolcissima. Siamo subito diventati amici, lo sai?"
"Persona dolcissima? Sei sicura di parlare proprio di Kuja?"
"Non sarebbe una novità." interviene Mikoto. "Lo conosci bene, sai che all'occorrenza può assumere centinaia di volti diversi."
"Aspetta, cosa? Volete dire che lui..."
"Non farti illusioni, Eiko. Lui è amico solo di sé stesso."
Gidan tace, osservando gli ultimi raggi del Sole abbandonare il cielo e tingere di arancio e rosa le nuvole lontane. Non aveva mai visto un tramonto così bello.
"Mikoto, ho un brutto presentimento."
"Cioè?" fa lei, smettendo di preparare il fuoco per la notte.
"Non so se sono capace di andare fino in fondo. Se non fosse stato per Eiko, saremmo morti a Lifa. Se dovesse ricapitare..."
"Capisco." La ragazza si siede accanto al fratello e gli posa una mano sulla spalla.
"Tranquillo, vedrai che non capiterà più. Ora ci penserà Kuja a sistemare le cose."
"Ma se... insomma, Sara potrebbe anche morire! L'ho lasciata nel bel mezzo di una guerra."
"Siamo tutti in mezzo ad una guerra, Gidan."
Eiko si ferma di fronte ai due fratelli, le mani nascoste dietro la schiena e la testa leggermente protesa in avanti.
"Io ci sarò sempre per te, Gidan."
"Grazie, Eiko."
"Ma di cosa? Voi siete i primi amici che ho avuto da tanto tempo e non ho intenzione di farvi andare via facilmente. Ed ora buonanotte." afferma, arrotolandosi nella calda coperta.
"Hai intenzione di dormire anche tu?"
"No, non ho sonno."
"Cosa credi che troveremo una volta giunti a Terra?"
"Se ti devo dire la verità, solo l'idea di tornare in quel posto mi sembra talmente assurda. Insomma, noi non sappiamo niente di Terra e non sappiamo niente di nostro padre. Perchè dovremmo ritornarci?"
"Non sei curioso di scoprire le tue origini, Gidan?"
"E poi? Cosa mi importa delle mie origini? Ormai quello che è stato è stato e non possiamo cambiarlo. Io lotto per il mio futuro, non per il mio passato."
"Il futuro... Il futuro..." La coda di Mikoto spazza nervosamente il terreno. "Il futuro... Che futuro credi che ci aspetti?"
"Non lo so. Ma qualsiasi cosa sia, non ho intenzione di stare fermo ad aspettare che i miei desideri si realizzino."
"Stai parlando di Sara?"
"No, sto parlando di Blank, di Marcus, di Vivi e di Sara. Loro sono miei amici, io combatterò per loro. Mi dispiace solo non aver potuto spiegare loro il perchè."
"Arriverà il momento anche per questo." La ragazza si protende verso di lui e gli posa la testa sulla spalla. "Vedrai che arriverà."
Gidan chiude le braccia attorno al collo di Mikoto e la trascina per terra con sé. "Arriverà, dici tu?"
"Fermati!"
"Mi avete portato via tutto!"
"Gidan..." Lei rotea le gambe tentando di divincolarsi ma la stretta del giovane è troppo salda. "Gidan, smettila!"
"No."
"Che sta succedendo?" fa Eiko, destandosi dal sonno.
Dopo aver incassato una serie di pugni nello stomaco, Gidan allenta la presa. Mikoto scatta all'indietro e fa comparire una delle sue spade corte.
"Ehi, niente armi, ricordi?"
"Ah sì? Va bene." La ragazza dissolve la sua lama e si mette in posizione. "Fatti sotto."
Lui scatta in avanti e abbranca la sorella, tentando di metterla di nuovo al tappeto.
"Smettetela!"
I due giovani si dimenano a terra, tentando l'uno di prevalere sull'altra, ridendo sguaiatamente.
"Sei migliorata dall'ultima volta."
"Anche tu."
"Ora basta!"
"Non ti immischiare, Eiko. Ahia, ma che..." fa Gidan, inginocchiandosi e portandosi una mano al costato.
"Bravo, hai visto? Siete ancora malconci dopo la vostra avventura a Lifa, meglio aspettare a giocare a picchiarsi. Ed ora vieni qui, fammi dare un'occhiata."

Garnet sale la scaletta e muove qualche passo barcollante sul ponte illuminato dalla luce ambrata delle lanterne. Oltre ad essa, solo buio e acqua.
"Non riesci a dormire,principessa?"
"No."
"Non sapevo soffrissi il mal di mare."
"Non è quello, Blank. Da quando abbiamo lasciato il Continente mi sento strana, come se..."
"Se?"
"No, niente."
Il giovane aggiusta la rotta facendo fare un giro vigoroso alla ruota del timone.
"Ti manca, vero?"
Silenzio.
"Garnet, non hai nulla di cui vergognarti ad essere innamorata di Gidan."
"Lo so, è solo..." Si passa le mani lungo le cosce e su fino al centro del suo inguine violato. "Ho fatto un errore a donargli la mia verginità."
"No, non lo è stato."
"Cosa?"
"Non era ciò che avevi sempre desiderato? Vivere da donna libera?"
"Sì, ma..."
"Ecco, essere liberi significa anche essere liberi di sbagliare. Una vita senza errori non è molto diversa da ciò che voleva tua madre, non credi?"
"Già, mia madre..."
Alza gli occhi al cielo. Cosa ti sta succedendo, Garnet? Cosa sono tutti questi dubbi? Guarda il mare, com'è calmo. Lo stesso mare che ti ha portato via tutto.
Cosa?
"Principessa, state bene?"
Tu non puoi averlo già visto! Tu sei Garnet Til Alexandros, tu sei una principessa.
O forse sei... Sara?
"Garnet, rispondimi!"
"Eh, cosa... cosa è successo?"
"Meno male, sembrava avessi visto un fantasma. Cosa ti è successo?"
"Niente... niente di importante. Ti do il cambio al timone, d'accordo?"
"Sicura di farcela?"
"Certo. Vai pure a dormire, Blank. E grazie ancora."
La ragazza prende in mano il timone e lotta per controllare i primi strattoni delle onde sullo scafo. Una volta passati i primi secondi, il resto viene da sé.
Fa fare un lieve giro alla ruota e butta un occhio sui vari quadranti: pressione atmosferica stabile, temperatura motore nella norma, direzione Nord-Est.
E' da quando sono partiti che continua ad avere un tarlo in testa, come se non fosse la prima volta che solcasse quei mari.
Una serie di immagini pigre e tenaci riaffiorano dalle profondità della sua mente.
"Jane, portala insalvo. Kuja aveva ragione, Loro stanno arrivando."
"Noi non possiamo abbandonarvi."
"Sì, invece. Tu e Sara siete le ultime persone che mi sono rimaste. Forza, io userò il potere di Alexander per coprire la vostra fuga. Addio e buona fortuna."
Eh? Cosa sta succedendo?
"Gidan, prometti che ci rivedremo, un giorno?"
"Sì, te lo prometto, Sara. Addio."
Lacrime sgorgano dai suoi occhi. La luce delle lanterne sbiadisce fino a diventare null'altro che cinque grandi globi bianchi.
Non sai più chi sei.
Chi sei tu?
Garnet?
O Sara?

Final Fantasy IX - Lost TalesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora