-LOUIS' POV-
Quel ragazzo doveva venire con noi; se l' avessimo lasciato all' interno dell' edificio avrebbe certamente raccontato tutto alla polizia.
So che sono sulle nostre tracce, ma il nostro nascondiglio é situato fuori dalla città, lontano da occhi indiscreti.
Quel ragazzo si rifiuta di mangiare, vorrei non tenerlo segregato in quella stanza così angusta; mi sentirei anch'io oppresso in quello spazio così ridotto e sono certo che i miei nervi salterebbero da un momento all' altro.
Ma d'altronde non posso farci nulla, io eseguo solo degli ordini.
É Darren che tiene sotto controllo la situazione: é lui che ci dà le varie dritte, quali sono i prossimi colpi da fare, ci suggerisce se prendere qualche ostaggio... se solo venisse a sapere che sono andato più volte da quel ragazzo per parlargli e sa sapesse che ora Harry conosce il mio nome, potrebbe tranquillamente farmi fuori. La verità é che quel ragazzo ha qualcosa di speciale. Ogni volta che passo davanti alla sua "prigione" non posso fare a meno di appostarmi contro la porta ad origliare; lo sento piangere, lo sento gridare e battere i pugni. Se fosse per me lo libererei subito, ma purtroppo sono solo una marionetta e Darren é il burattinaio. Un solo errore, un solo passo falso e tutto potrebbe finire.
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《Quel ragazzo non ha mangiato nulla!》si lamenta Sean《Domani col cazzo che gli faccio portare da mangiare!》sbraita innervosito.
《Non hai un briciolo di...》gli urlo contro, ma le parole mi si spengono in gola.
《Non ho un briciolo di cosa Louis, ah? Avanti, dimmelo!》ribatte con aria di sfida.
《Non hai un briciolo di cuore!》sputo velenoso.
Lui indietreggia e si mette a ridere come un completo idiota. Con una mano afferra il tessuto della mia felpa, sbattendomi con la schiena contro il muro.
《Ricordati Louis che se non fosse stato per me e Darren, tu e la tua famiglia sareste ancora nella merda.》dice guardandomi con i suoi occhi iniettati di rabbia.
Abbasso lo sguardo mentre Sean stringe ancora di più il tessuto della felpa.
《Va bene Sean, hai vinto tu.》bisbiglio a denti stretti. Lui mi fissa e finalmente mi lascia, tornando a sedersi sul divano. Mi sistemo la felpa ed esco dalla stanza. Sean ha ragione: se non fosse stato per lui e Darren, la mia famiglia ora sarebbe in miseria. Con i primi furti sono riuscito a far evitare lo sfratto a mia madre e alle mie sorelle e Darren é stato la nostra salvezza.
Cammino per il lungo corridoio; le luci al neon lo illuminano di un bianco quasi accecante. Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e guardo l' orario: mezzanotte. Cammino fino a quando non mi trovo la porta della stanza davanti agli occhi.
Appoggio una mano contro il legno grezzo della porta, poi estraggo la chiave dalla tasca della felpa e la inserisco nella serratura. Abbasso la maniglia lentamente ed entro nella stanza completamente buia.
Mi servo dell' accendino per fare un po' di luce in quella piccola stanza, vedendo il corpo di Harry tutto rannicchiato contro il muro, con le braccia strette al petto.
Mi siedo accanto al suo corpo e più lo guardo, più lo trovo diverso. Harry ha qualcosa di diverso, sembra che sia trattenuto qui da qualcosa, non ha mai provato a fuggire.
Qualcosa di diverso sta accadendo anche a me: non riesco a non pensare a lui, non riesco a passare davanti alla sua stanza senza fermarmi per parlargli o semplicemente per ascoltare.
《Che ci fai qui!》esclama alzandosi dal pavimento, visibilmente spaventato.
《Shh, ti prego.》dico tappandogli la bocca con una mano《Non urlare, Harry.》bisbiglio.
Lui mi guarda negli occhi e poi annuisce; tolgo la mano dalla sua bocca.
《Perché sei qui?》mi chiede bisbigliando, sedendosi per terra.
《Non lo so, ma ti prego di non dirlo a nessuno.》lo guardo negli occhi e lui annuisce.
Si rannicchia contro il muro, portando le ginocchia al petto e stringendole con le braccia. Trema di freddo.
《Tieni, serve più a te che a me.》dico togliendomi la felpa e avvolgendola alle sue spalle.
Harry mi guarda incredulo, forse stupito dal mio gesto, ma poi accenna un sorriso.
《Grazie... Louis.》
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On The Lam
Fanfiction" Mi sentivo uno stupido ragazzino viziato che poteva avere tutto con il semplice schiocco delle dita, ma sentivo che qualcosa ancora mi mancava. Non era qualcosa di materiale, ma bensì era qualcosa di intangibile, qualcosa che probabilmente avrebbe...