Capitolo 11

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Dentro di lei non sentiva quasi più nulla tanto che era sopraffatta dal dolore... e dalla rabbia.
Quello doveva essere un giorno speciale, un giorno felice e pieno di gioia, il giorno in cui era nata, e invece era tutto così sbagliato.

Come poteva essere anche solo un po' felice dopo che i suoi genitori erano morti?

Era triste, ma soprattutto arrabbiata con loro per averla abbandonata così presto. Sapeva che non era colpa loro, ma non poteva fare a meno di pensare che adesso era da sola. Se prima poteva sopportare il peso di non avere conoscenze al di fuori della sua famiglia colmandolo con la presenza dei suoi genitori, adesso non aveva più nulla.

A volte si ritrovava a pensare che era colpa sua, perché se i suoi genitori se ne erano andati, forse era per non stare con lei. Possibile? Non così impossibile.

Al loro funerale non aveva pianto, né lo aveva fatto quando era giunta a casa. Le lacrime più volte chiamate non arrivavano.
Non che fosse insensibile, solo non riusciva a buttare fuori il suo dolore, che la opprimeva ancora in quel momento.

Dopo il funerale, e a sua insaputa, suo nonno decise di chiamare uno specialista per chiedergli consiglio su come trattare una bambina che aveva appena perso i genitori, e questo gli consigliò una psicologa a suo parere molto esperta in questi ambiti.
Lei non la prese bene, ma non poteva rifiutare di andarci, avrebbe solo fatto del male a suo nonno.

《 Dimmi (t/n) hai ancora intenzione di fissare quel vaso di fiori a lungo?》chiese la psicologa sistemandosi gli occhiali che stavano scivolando sul naso.

《Mi scusi...》sussurrò quasi,

《Non ti preoccupare, sono qui per aiutarti.. che ne dici di raccontami cos'è successo quel giorno?》

《No.》

《Ok non c'è fretta..come ti senti oggi?》provò a chiedere.

《Come al solito, non provo nulla》Bugia. Provava un po' di rabbia in un mare di dolore, ma non aveva di certo voglia di raccontarlo a una sconosciuta, quello che lei era in fondo.

《Sai è normale in questo momento sentirsi soli, quasi privi di emozioni e pensare che questa sia la soluzione per risolvere il proprio problema.. ma non è così, lasciati aiutare》

《Lei non capisce! Io non ho un problema, non sono priva di emozioni, io sono triste e arrabbiata perchè mi hanno abbandonata, non dovevano.. non potevano. Io non mi sento sola, io lo sono!》si sfogò parlando velocemente e alzando sempre di più il tono della voce.

《Ma (t/n) non sei sola, hai un nonno che ti vuole bene e poi è normale che a quest'età si possa far fatica a fare amicizia, forse non hai incontrato le persone giuste.. sei proprio sicura di non aver mai incontrato qualcuno che ti facesse stare bene, anche solo per un istante?》tentò.

《Io.. non mi ricordo se ho mai conosciuto qualcuno così, ma ho capito qual'è la sensazione》

《Perfetto allora, aggrappati a quella e cerca qualcuno che ti faccia stare bene. Per oggi abbiamo finito (t/n), vai pure e... mi raccomando fatti aiutare da chi ti vuole bene》le disse prima che lei uscisse dalla stanza e si chiudesse la porta alle spalle.

Suo nonno la aspettava davanti all'edificio dentro la piccola macchina di seconda mano che aveva comprato con parte dei soldi ricavati dalla vendita di quella precedente. Un'altra cosa che era successa per colpa sua. Per colpa sua, suo nonno aveva rinunciato a una macchina confortevole per prendere un catorcio usato e comprare quello che serviva per mantenerli entrambi.

Durante tutto il viaggio aveva tenuto lo sguardo rivolto verso il finestrino del suo lato, che non chiudeva del tutto. Gli spifferi d'aria che le arrivavano sul collo sembravano quasi carezze gelide, rilassanti quanto fastidiose.

Quando finalmente giunsero a casa lei si rifugiò in camera sua, rifiutando la torta gentilmente offerta da suo nonno.
Si preparò mentalmente ad andare a sotto le coperte tentando invano di dormire e pensando tutto il tempo ai suoi genitori, tuttavia con suo grande stupore si accorse che c'era una strana e lieve luce che proveniva da dentro.

Aprì piano la porta e scoprì la fonte di quella piccola luce. Appoggiata al ripiano della finestra aperta c'era una candelina accesa a cui era legato un bigliettino.
Presa dalla curiosità lo prese e lo aprì, leggendolo alla luce della candela.

'Auguri piccola stella del mio cielo, per sempre l'unica, splendente e bellissima.

La vedi la candelina? Può realizzare un tuo desiderio. Devi solo annerire questo biglietto con la sua fiamma e poi spegnerla soffiandoci sopra.

So che non vorresti farlo, vorresti conservare qualcosa di bello, ma fidati di me, domani mattina avrai un regalo assai più bello.

Firmato ..l.s.g.c...on'

La firma era illeggibile dato che la carta era leggermente bruciata, ma questo non la fermò dal decidere di credere a quel bigliettino misterioso.

Quando fu sicura che suo nonno era andato a dormire andò sul balcone con la candelina e il foglietto.
Esitò solo un attimo prima di passare la fiamma su uno dei bordi per poi farla scorrere lievemente su tutto il biglietto. Questo divenne di colore pece e si sbriciolò quasi del tutto quando lo prese in mano.

Una lacrima solitaria scese lungo la sua guancia.
Soffiò sulla candelina ed espresse il suo desiderio più profondo, sperando sul serio che si sarebbe realizzato.

Solamente io e te || Laughing Jack x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora