Voglio fare cose.
Ma non so cosa fare.
Sono bloccata incastrata tra due pareti di cemento che mi graffiano le gambe e mi schiacciano le costole scassandole una ad una.
Devo fare cose.
Ma il mio corpo è morto e inerme e posato sul pavimento una foglia morta e caduta caduta e fermata perché più in giù non poteva andare.
La mia gola è asciutta e fradicia e deve gridare ma non ha fiato e si grida davvero se nessuno vuole sentire parole sconclusionate uscire sputate da lacrime un po' secche?
Agitazione.
E' quello che sento sempre. Ovunque dentro fuori sono agitata irrequieta irrefrenabile frenata sbattuta. Mi dondolo avanti e indietro perché non ho dove andare se non tra le quattro mura che mi ingabbiano feroci nella loro bianca calma ferma statica.
Ho un cuore. Anatomia base che mi pesa sullo stomaco anche se non so bene dove sia in mezzo a tutte quelle ossa storte calcificate che odio e si rompono sotto il peso del sudore. Ho un cuore che mi fa male ma solo quando si parla di emozioni sto benissimo in realtà sana come un pesce anche se forse è solo perché un dottore non lo vedo da quella volta che avevo la polmonite e avevo per davvero qualcosa che non andava e che era tangibile e riconoscibile non come ora che sta tutto dentro e nessuno sente nessuno vede nessuno tocca con mano che mani non ne ho mai sentite addosso e un po' mi mancano perché sento freddo molto freddo quando non ho un caldo che mi fa scoppiare e non so come gestirlo visto che anche se mi porto sempre una felpa in più non mi serve mai.
Inizio
penso
mi fermo.
Poco fa c'era il sole anche se stava scendendo e ora è notte.
O è presto
non ne sono più sicura
non mi importa
è solo per chiudere il buco della mia attenzione che non c'è mai stata e nessuno mi dice perché è così anche se forse è solo perché al pc scrivo con due dita e non riesco a stare al passo con i miei pensieri bucati che fanno acqua da tutte le parti soprattutto quando mi dimentico la sequenza di lettere che compone una parola e devo fermarmi perché i miei occhi le mie mani i miei nervi non pensano la stessa cosa.
Ci sono tutti ora.
E io dove sono se non nella mia torre vuota e piena di cose vuote che non so mai dove buttare memorie di passatempi scaricati dai miei pensieri un po' troppo volatili una costante ricerca di quello che c'è dopo io lo dico sempre a tutti che vivo per vedere ma in realtà niente cambia mai ci sono solo io e quello specchio che ci guardiamo negli occhi e un po' ridiamo perché è una situazione divertente anche se mi tiene le mani intorno al collo e non nel modo in cui piace a tanti.
Ci guardiamo e vedo me quando avevo tredici anni ma forse erano un po' di più perché mm non ho mai capito il passare del tempo e a tredici anni ero fragile anche ora sono fragile ma adesso so perché anche se no questo non è vero però so che le cose che ho forse hanno un nome anche se nessuno gliel'ha mai dato e questo mi fa mordere un po' la lingua perché sono curiosa di svelare tutto.
A tredici anni con la felpa bianca e rosa gli occhi circondati di matita blu che non sapevo mettere e la vista bruciata perché gli occhiali mi avrebbero resa un mostro a tredici anni non ero altro che una stupida scema senza nomi senza definizioni e vorrei tornare indietro e ucciderla a volte perché è come se tutto si fosse cristallizzato su di lei che diamine è successo a tredici anni e perché lei è così stampata a fuoco nella mia memoria tanto da apparire ogni volta che parlo con altri umani diavolo gli umani da quanto non ne vedo uno che mi fa provare qualcosa di diverso in ogni direzione mica ce n'è solo una il mondo non è bianco e nero è anche bruttissimo e banale e carino e non c'entra assolutamente niente non so dove stavo cercando di andare se non a dire che
che
uh
sono rimasta da sola.
Poeticamente anche le ventole del mio computer si sono fermate. Ci siamo solo io, lui e altri sei miliardi di persone.
Sono sola.
Esisto su basi già scritte su copioni firmati e approvati su rotaie che seguono il loro percorso prescritto prestabilito previsto.
Fatico a respirare perché tutto è schiacciato e io devo risolvere i problemi del mondo intero ogni conflitto esistente invece che cercare di risolvere me che sto esplodendo odio pensare odio usare la mia testa odio la parola vorrei odio sentirmi il cuore nelle orecchie quando non trovo una soluzione immediata e fattibile e odio non prendere mai l'iniziativa quando penso di essere importante sapendo bene di essere un granello cosmico e invisibile.
Vedo perché ho gli occhi che gli altri esistono in un modo diverso posano i loro piedi sulla terra e ne sono fisicamente parte e io dove sono non sono mai stata da nessuna parte e non so come tornare su questo pianeta quando mi viene da piangere perché sono stupida e allora mi grido sei stupida sei una stupida deficiente ma senza gridare davvero che io sia dannata se qualcosa sfugge al mio controllo ferreo che solo io devo sapere che sto svanendo guai a condividere a meno che non stia impazzendo odio perdere lucidità sono impulsiva sono ferma sono agitata sono immobile sono morta e sto morendo e ho paura della morte e ho paura di perdere di fallire di sparire di abbandoni incontrollabili di situazioni che non posso controllare ho paura di alzare lo sguardo e vedere cosa sto facendo ho paura delle mie abilità che non accennano a rivelarsi e mi fanno sentire incompetente anche se sono sempre bravissima perché non esserlo è un fallimento e non posso se non sono la migliore smetto di esistere se non sono la migliore smetto di esistere non esisto più.
Pausa
Non ho aria
E la musica che c'è qui mi sta appannando la vista.
Odio la sera ultimamente. Fa venire a galla tutto ciò che normalmente è sepolto.
Sono più attiva di sera. Per qualche motivo.