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Ho rotto il mio riflesso piantandoci una mano chiusa.

C'è sangue ovunque ma non sento niente.

Non sento niente.

Ovunque io guardi vedo nero vedo fumo vedo il niente che sempre mi circonda e lo sento entrare nei miei polmoni lo sento stringermi le mani al collo lo sento chiamarmi.

Credo di aver risposto.

Era una voce tenue, che veniva da lontano. E io ero stanca terribilmente stanca di essere completamente abbandonata alle onde di un caos costante che cerca di trascinarmi a fondo stanca di dover trovare il modo di non sparire sotto il peso di bugie costruite dal terrore che non mi lascia la possibilità di respirare aria quando ne avrei disperatamente bisogno.

Mi ha parlato. Mi ha chiesto.

Non ti piacerebbe sparire?

Ho ascoltato le mie ossa per un po'.
Tacevano senza provare a parlarmi.
Un orologio scarico, un muro bianco.
Un soffitto tanto pesante da abbassarsi sempre di più dove dovrebbe lasciarmi lo spazio per respirare.
Non ti piacerebbe sparire?

Penso. Penso alle cose che lascerei indietro. Libri che non mi interessano più, strade che ormai non percorro, persone che mi vedono a metà.
Il pavimento mi pianta degli aghi sulla schiena.
Forse sparire non sarebbe così male.

Dissolvermi nell'aria senza lasciare un corpo senza creare problemi con il vuoto non programmato che finirebbe alle mie spalle.
Mi stringo una mano intorno al cuore, lo sento pulsare ma solo perché deve. Resterei lì, la mano immersa nel sangue, ma non mi dà alcun conforto.
Non le coperte, non le parole, non il contatto con un corpo vivo che nessuno vuole concedermi.
Qualsiasi cosa io tocchi rimane legno asciutto che pianta le sue schegge su di me. Vorrei che la mia testa si aprisse vorrei far uscire tutta quella cenere grigia che si è accumulata negli anni, ormai non c'è più spazio, non posso sostituirla.
Dimentico e perdo momenti che ho vissuto solo in parte li guardo sparire da lontano e dissolversi in giornate migliori con sentimenti che non riesco più ad immaginare.

Non esisto nel mio stesso passato.
Non ho un futuro. Il mio presente è un tentativo di riparare l'errore che ho fatto nascendo.
Non esisto nel mio stesso passato.
La me che vedo muoversi tra le corde della memoria è lontana e diversa e ogni giorno lo è di più e vorrei prenderle la mano vorrei portarla qui e chiederle di continuare a vivere la mia vita ma lei mi ride in faccia mi chiede perché non va mi dice che andrà tutto bene perché non sa non sa nulla di ciò che è successo non sa che non riesco più a respirare e che la mia mente è occupata solo dal peso del terrore che provo ogni giorno.

Lei c'è lei c'era ma ora non la trovo mentre cerco disperatamente di ricrearla nei miei movimenti nelle mie parole nel mio cercare di far andare tutto come prima ma non ci riesco più e nessuno sa dirmi perché nessuno sa fare altro che darmi altri pesi da portare mentre sento le mie ossa incrinarsi e i miei occhi farsi sabbia e vorrei stringermi il cuore ma sembra così lontano e niente mi calma niente mi conforta e non riesco a scrivere più non riesco ad ammettere fuori di me che le cose vanno male che le cose non sono più le stesse e non riesco a non fingere e a non tenere insieme i pezzi che si stanno staccando e che man mano mi ritrovo conficcati nella pelle.

I miei pensieri sono trasparenti le mie fantasie non esistono più il coltello che tengo sempre in tasca vorrei piantarlo tra i polmoni e chiedergli di far tacere tutto quel rumore che sento.

Ho paura di perdere il sole continuando così. Ho paura di non riuscire a sentire più quel calore.

Ho paura di essermi arresa ancora prima di trovare il problema. Ho paura di non volerlo trovare e adattarmi di nuovo ad una situazione di dolore solo perché prevede il minor sforzo possibile.

Ma sono stanca sono così stanca e ogni cosa diversa dal solito mi sembra così faticosa e resterei sempre in un angolo della stanza a piantarmi le unghie addosso quando il dolore è troppo grande e a desiderare di poter uscire e vivere anche quando la porta è sempre aperta mentre io la ignoro.
Non ho mai fatto nulla e questo mi pesa eppure non riesco a decidere di cambiare le cose.

Sono stanca.
Sono così stanca.
Vorrei lasciarmi andare vorrei che tutto questo smettesse per sempre.
Ma vorrei anche che qualcuno mi prendesse e mi trascinasse via dal fondo del mare che sto cercando di raggiungere.
Dico che vorrei essere salvata ma in realtà non sento niente.
Solo un vuoto così stupido da far male.
Sono pesante, sono così pesante.
Non voglio tornare ad essere sola.
Ma non voglio mentire.
Ma non voglio continuare a sentirmi un guscio.
Non esisto più.

Non ti piacerebbe sparire? Mi ha chiesto.
In quel momento ho aperto gli occhi, e per un momento ho detto sì.

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