Capitolo 16

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TERZA PARTE - IL PASSATO DI HANNA.

Berlino, 1941.

(Un anno prima dell'incontro con Maria.)

Hanna era in camera sua ad acconciarsi i capelli.

I suoi capelli neri venivano sistemati come di consuetudine in una acconciatura ondulata che toccava leggermente le spalle quando si voltava.

Il tutto era fermato da qualche graffetta.

<<Hanna!>> Una voce sembrò partire dalla finestra.

<Entra, che aspetti!>>Sussurrò Hanna aprendola.

Il ragazzo scavalcò velocemente.

<<Axel! Non vorrai mica che qualcuno ci veda, ti ho già detto...>>

<<Che sei fidanzata con Andreas? Non mi importa...>> Sibilò baciandola sulle labbra.

<<A me si! Non so come sfuggire a questo insensato fidanzamento! I miei zii non si stancheranno mai del suo denaro?>> Domandò arresa al suo destino.

<<Stai mollando...>>

<<Cosa?>> Chiese Hanna ad Axel.

<<Stai abbandonando l'ideasi stare insieme...>>

<<Ho quasi diciassette anni, sono fidanzata con lui da sei mesi, ed è da mesi che entri incamera mia senza l'approvazione dei miei zii... cosa credi che penserebbero se ci trovassero qui?>>

<<Che siamo amanti, e per lo scandalo mi obbligheranno a chiederti la mano. Più semplice di così...>> Spiegò il ragazzo dai capelli biondi.

<<Axel, sai che non possiamo... e a breve sarà tutto finito anche con Andreas...>>

<<Hanna, la questione degli ebrei si risolverà nel giro di pochi mesi. Non buttare tutto al vento.>>

La ragazza si toccò il petto comprendo la stella gialla. Un pianto incontrollato presidiò nella sua voce debole e fine.

<<La legge dice che non ci possono essere relazioni fra ebrei e cristiani, ricordi?! NON DARMI FALSE SPERANZE!>> Strillò lasciandosi sedere sul letto.

<<Allora... è finita?>>Domandò il ragazzo.

<<Temo di si...>>Rispose Hanna.

<<Io ti amo, ma a quanto pare...>>

<<Anche io ti amo, ma non possiamo continuare così. Non ce la faccio a stare con te di nascosto!>>

<<La verità è che il nostro amore non ti basta

più!>> Urlò il giovane.

<<Axel, ma che dici!?>>Negò Hanna avvicinandosi a lui. Lo guardò diritto negli occhi.

<<Io ti amo, ma non posso più vivere così...>>

<<Addio Hanna.>>Disse lasciandole la mano ed uscendo dalla finestra.

Hanna ormai sola, chiuse la finestra si recò in cucina. Nessuno la considerava. Dalla morte dei suoi genitori era come una spina nel fianco.

Uscì di casa qualche minuto per recarsi al liceo ebraico poco distante da casa sua.

Durante la strada decine di ragazzi la guardavano con disprezzo.

<<Che avete da guardare!?>> Sclerò arrabbiata.

<<Osi anche parlarci?>>Chiese il capobanda.

<<Oh, perché non dovrei?>> Chiese la ragazza sapendo già la risposta.

<<Sei ebrea!>>Urlarono in coro.

Qualcuno scagliò una pietra,sfiorandola di poco.

<<Bambini, aspettate di crescere. Sapete che la legge vieta altri partiti se non il nazionalsocialista? Hitler vi farebbe fuori se mai scoprisse la vostra "Propaganda dei piccoli nazisti" , filate a casa!>>Ordinò Hanna lasciandoli impietriti dal suo coraggio.

Le venne afferrato il braccio violentemente.

<<Non parlare più così a mio fratello...>>

<<Sporca ebrea? Ormai ripetete tutti la stessa cantilena, non vi annoia?>> Domandò esausta.

Un ceffone in viso la fece riversare sull'asfalto.

Uno sputo e una risata collettiva.

<<EHI, MA CHE PROBLEMI AVETE?>> Una voce maschile gridò sollevandola.

Si sistemò il vestito floreale e la spallina che le si era spostata durante la caduta.

<<Adolf, non vorrai mica difendere questa qui!? Colpa sua e di tutti gli altri se non abbiamo un lavoro e moriamo di fame!>>

<<Io...>> provò a commentare Adolf.

<<Non dire cose di cui potresti pentirti. Secondo te perché la maggior parte dei ricchi del Paese sono ebrei? Non rispondere, conosciamo già la risposta.>>Concluse allontanandosi con gli altri bambini.

<<Stai bene?>> Si preoccupò.

<<Si, non mi abbatte uno schiaffo.>>

<<Coraggiosa?>>

<<No, mi hanno reso così.Non soffro.>>

<<Buon metodo di difesa.>>Dichiarò il ragazzo.

La ragazza gli sorrise.

<<Dova stai andando?>>Urlò Adolf.

<<Al liceo ebraico!>>Gridò Hanna in risposta.

<<Senza questo?>>Ironizzò il ragazzo tenendo lo zaino della ragazza fra le mani.

Hanna corse a riprenderlo e gli regalò un bacio sulla guancia, leggerissimo come una piuma.

<<Sei gentile.>>Sussurrò andandosene.

Nonostante la gentilezza insensata di Adolf, Hanna non smetteva di pensare ad Axel.

Andreas e Axel erano sempre in continua battaglia per lei. Ma questo sarebbe durato ben poco.

Arrivata a casa fu accolta con una notizia ormai sicura per la ragazza.

<<Andreas ha deciso di lasciarti.>>
<<Ne ero sicura.>> Dichiarò Hanna.

Bussarono alla porta incessantemente.

<<Federic!>> Gridò un uomo accasciandosi sul divano. Aveva l'affanno ed era sudato.

<<Che succede?>>
<<Hanno bruciato il tuo negozio...>>

Lo zio di Hanna si lasciò cadere sulla sedia.

<<Non ci resta più niente, ci hanno portato via tutto... TUTTO!>> Strillò la zia.

<<E non è finita qui...So che stanno per portarti un mandato d'arresto. Andrai nei campi di lavoro in Germania.>>

La donna scoppiò in lacrime pensando alla partenza del marito.



All They Lived (Biagio Del Prete)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora