Capitolo 22 (Hanna)

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Auschwitz, Polonia

Gennaio 1943.

Beatrice raggiunse Hanna seduta a mangiare il pezzo di pane che le sarebbe dovuto bastare per giorni.

<<Eccoti finalmente!>>Le strillò affiancandosi a lei. Entrambe avevano i capelli lunghi quanto un mignolo e l'uniforme a righe che caratterizzava i prigionieri nazisti.

<<Ho rivisto il soldato che ci aiutò quattro o cinque mesi fa! Corri da lui, ti aspetta nella baracca infondo a destra!>> Le sussurrò.

<<Credi che mi voglia ancora? Ora sono una sporca ragazza pelata che non pesa più di uno scheletro. Sono brutta.>>

<<Se si è innamorati, si ama anche se l'altro è in pessime condizioni. Va da lui!>> La convinse.

Mentre camminava senza dare nell'occhio, notò un gruppo di bambini dall'altra parte del filo spinato che si dirigevano in un enorme stanza.

<<Guardi la loro fine?>>Domandò soddisfatto un soldato con un sorriso inquietante.

Hanna non rispose.

<<Potrebbe essere anche la tua. Vederti soffocare mi farebbe piacere...>>

La ragazza lo oltrepassò senza neanche guardarlo.

Aveva visto quei bambini piangendo dentro. Le ricordava il bambino che Kristen non aveva mai partorito. Uccisa da una Kapò il giorno stesso in cui arrivarono.L'idea del piccolo Fabian che giaceva sull'asfalto della stazione non la fece dormire la notte.

Entrò nella baracca vuota guardandosi intorno.

<<Hanna!>> Esultò abbracciandola.

<<Ciao...>>

<<Non mi sono presentato cinque mesi fa. Io sono Sebastian.>> Era ancora gentile come lo ricordava, ma era meno sfrontato del solito. Si sentì al sicuro fra quelle braccia. Era da quando Adolf partì per la guerra che non aveva la sensazione di essere protetta.

<<Ti ringrazio per ciò che hai fatto per me...>>

Le sue labbra si avvicinarono a quelle della ragazza ancora incredula.

<<Sebastian, non me la sento...>>

<<Capisco.>> Le sorrise.

Le diede un bacio sulla guancia. Hanna sorrise istintivamente.

<<Aspetterò. Per ora mi accontento.>> Ironizzò l'uomo senza un pelo di umiliazione. Tornata da Beatrice non ebbe tempo di raccontarle niente. La selezione portò tutte a mettersi infila.

<<Quando imparerai ad essere furba? Non devi mai metterti in prima fila.>> Le spiegò Hanna.

Una donna in prima fila si inginocchiò.

<<Non separatemi da mia figlia, vi prego...>> Scongiurò con un filo di voce il medico degli orrori. L'uomo le sorrise e le tirò un calcio.

<<Rimani qui.>>
<<NO!>>Strillò cercando di raggiungere la sua bambina che veniva strattonata.

Un altro calcio la fece rotolare per due volte.

<<Povera donna...>>

<<Spera solo che non portino via noi.>> Rispose sicura, quasi insensibilmente. Hanna era diventata fredda e insensibile nel vedere qualcuno morire. Il campo era pieno di cadaveri.

La selezione finì e rimasero alloro posto.

<<Hanna, c'è un soldato che vuole darmi del cibo, torno fra poco. Me ne farò dare anche perte. È un brav'uomo.>> sorrise Beatrice.

Hanna pensò subito a Sebastian,ma la sua mancanza svanì nel giro di qualche minuto.

La ragazza fu scelta per scavare alcune fosse.

"Stanno solo cercando di ucciderci senza sprecare munizioni. Farci morire estenuati. Altrimenti non farebbero ricoprire le buche che noi stessi scaviamo da altri ebrei. È una macchina della morte..." Capì a malincuore.

Mentre faceva forza per affondare la pala nella terra, stringeva gli occhi. Sentiva quasi le ossa spezzarsi. Era quasi buio in quella fredda giornata ad Auschwitz. Nevicava da ore. Di Beatrice non c'era traccia da quando si era allontanata. Ma il destino volle che si rincontrassero.

<<Beatrice...>>Sussurrò fissandola mentre camminava. La ragazzina aveva solo una piccolissima coperta con cui teneva coperto il seno e le parti intime. Le gambe scheletriche erano ancora più visibili senza l'uniforme.

<<Chi ti ha fatto questo?Chi ti ha rubato l'uniforme!?>> Strillò abbracciandola.

<<NO!>> Si allontanò prima che potesse sfiorarla.

<<Quel soldato... lo credevo diverso...>> Sussurrò guardando per terra, senza espressione.

<<Cosa ti ha fatto?!>>Hanna pianse dopo tanto tempo. Non ne aveva le forze.

<<Mi ha strappato i vestiti e contro la mia volontà...>> provò a spiegare.

<<Beatrice...>>bisbigliò.

<<Ho tentato  di ribellarmi, ma avevo i polsi stretti... Sentivo le ossa del polso rompersi ad ogni mio sforzo... Ho provato a liberarmi... devi credermi!>> Continuò.

<<Certo che ti credo.>>Rispose sincera.

<<Ho freddo...>>Cominciò a tremare.

<<Bambina mia...>>

<<Come faccio?>>Chiese stringendo la coperta con le braccia al petto.

<<Prenderò dei vestiti da qualche cadavere. Non ne hanno più bisogno.>> Disse Hanna.

<<Ma è orribile!>>Contestò.

<<Non abbiamo altra scelta. Moriresti di freddo.>> la convinse.

Passò qualche giorno dall'accaduto e Beatrice dava dettagli man mano che passava il tempo.

<<Diceva il tuo nome mentre...>>
<<Dici sul serio?>> Domandò quasi vomitando.

Si trattenne respingendo i conati di vomito.

Hanna si incamminò. Scrutava chiunque potesse assomigliare a colui che stava cercando.

Quando lo vide si avvicinò senza destare sospetti alle Kapò o agli altri soldati presenti.

<<Sono pronta.>>Affermò sorridendogli.

L'uomo la condusse in una delle baracche vuote delle donne che stavano scavando fosse.

<<Credi che non sarebbe riuscito a dirlo?>>

<<Cosa?>> Sembrava spiazzato.

<<Hai stuprato la mia amica immaginando me al suo posto. Sei un bastardo...>> Gli urlo contro sputandogli in faccia. Mentre stava per andarsene, fu presa alle spalle.

<<LASCIAMI!>>Strillò.

<<Non mi lascio umiliare da una sporca ebrea! Hai a che fare con un tuo superiore! Non puoi scappare...>>

<<Non mi importa se sei un tedesco cristiano! Sei comunque un bastardo senza cuore!>> Gli gettò in faccia tutta la rabbia che aveva.

Gli diede una testata all'indietro. Col sopracciglio sanguinante l'uomo la mollò.

<<Non sono Beatrice. Hai sbagliato bersaglio.>>

Gli disse con faccia disgustata prima di lasciarlo lì, con i suoi desideri malati.

<<MORIRAI COME TUTTI GLI ALTRI! PUT***NA!>> Si sentì urlare. Ma continuò a camminare senza voltarsi. Le sue parole non la toccavano. Dette da un essere come lui non avevano più importanza di un vaso rotto.



All They Lived (Biagio Del Prete)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora