Capitolo 18

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(10 mesi prima dall'incontro con Maria.)

Hanna si trovava in piedi contro il muro di camera sua. Respirava profondamente.

Era rosea, ma pallida.

Tratteneva le lacrime guardandosi allo specchio.

Si rifletteva guardandosi la pancia piatta.

Ci poggiò una mano sopra e chiuse gli occhi ricordando l'atto d'amore fra lei e Axel.

"Non è possibile..." si ripeteva.

Era il suo diciassettesimo compleanno. Quel giorno sembrava non avere fine.

Non si sarebbe mai aspettata che Axel bussasse contro la finestra quella sera.

<<Hanna!>> Corse a baciarla.

Ma una mano sul petto lo respinse.

<<Hanna...>>

Si sedette sul letto senza neanche guardarlo.

<<Perché mi rifiuti con quello sguardo basso?>>

Nessuna risposta.

<<HANNA!>> Si accomodò accanto a lei gentilmente, con cura e amore.

Un braccio la avvolse portandole la testa sul suo petto.

<<Sono incinta.>>quasi sussurrò.

Il ragazzo spalancò gli occhi e sorrise.

La prese in bracciò e cominciò a girare lasciando che un carico di adrenalina la facesse ridere.

Continuavano a volteggiare. Hanna era attaccata con le braccia al collo di Axel.

<<Adolf!>> disse ridendo stringendo gli occhi.

<<Finché giri attaccata a me, non ti lascerò mai cadere. A costo di cadere su di me.

Non riusciva ad aprire gli occhi mentre ridevano.

Fermati, La rimise delicatamente con i piedi per terra. La baciò stringendola in un abbraccio.

Le girò leggermente la testa,ma si aggrappò al padre del futuro figlio.

<<Axel, ti amo, con tutto il mio cuore...>>

<<Io di più.>>

Passò qualche giorno, e i due si vedevano tutti i giorni, tranne una sera.

Hanna lo aspettò fino a tardi,ma non si presentò.

"Caro Axel, ti sto scrivendo con la mia carta e la mia unica penna stilografica.Dobbiamo andarcene da qui, voglio vivere una vita con te, alla luce del sole, in Svizzera. Scappiamo da tutto questo. Staremo tutti insieme, con nostro figlio.

Ti amo."   Hanna.

La imbustò e la nascose sotto il materasso.

Si addormentò ancora vestita sul letto freddo.

<<Fammi vedere se le ferite sono guarite...>> sembrò preoccuparsi la zia.

"Adolf!" Pensò.

Uscì di corsa sbattendo la porta. Si voltava verso ogni direzione cercando il ragazzo dai capelli d'oro. Cominciò a correre alla sua vista.

<<Adolf!>> strillò sorridendo finché non si voltò.

Il ragazzo era affiancato da una ragazzina dalla chioma dorata acconciata in due lunghissime trecce bionde che sfioravano il bacino.

<<Maria, ti raggiungo fra poco. Va a casa.>>

Entrambi si scontrarono con i passanti cercando di raggiungersi fra la folla pronta per un discorso.

Alla fine si abbracciarono di colpo, quasi facendosi male. Cominciò a piovigginare.

<<Mi sei mancato,tantissimo.>>

<<Anche tu, combattente.>>Disse rammentando l'episodio di quasi una settimana prima.

<<Posso fidarmi di te?>>Chiese Hanna già pentendosi della domanda.

<<Si, ti voglio bene, lo sai...>>

<<Il fatto è che...>>Poi si bloccò.

L'afflusso di gente non la faceva stare tranquilla.

Lo trascinò in un angolo isolato.

<<Che cosa devi dirmi?>>

<<Devo trovare le parole...>>

<<Stai tranquilla,qualsiasi cosa, la terrò segreta.>> La rassicurò.

<<Sono...>> Si strinse le braccia al grembo emettendo un gemito. Strinse la stoffa di camicia che c'era sul braccio di Adolf. Si aggrappò a lui stringendo gli occhi. Con l'altra mano continuava a comprimersi il ventre.

<<HANNA!>> La chiamò preoccupato cercando di non farla svenire fra le sue braccia.

<<Chiamo aiuto!>>

<<No... è tardi...>>

<<Per cosa?!>> Gridò confuso.

Guardò il punto che la ragazza continuava a fissare piangendo. Una riga di sangue era colata dal vestito e scivolava pian piano verso le scarpe.

Adolf non riuscì più a contenersi e le girò il braccio attorno al suo collo. Quasi zoppicando la ragazza si incamminò insieme a lui, che non smetteva di sorreggerla.

Arrivati accanto ad una panchina Adolf non esitò a farla sedere delicatamente.

Con il grembo ancora stretto continuava a sentire dolore, un dolore tremendo.

<<Sei incinta, non è così?>> Chiese accarezzandole il viso.

<<Si.>> annuì.

<<Credo di averlo perso...>> sussurrò.

<<Come pensi di saperlo?>>

<<Basta guardare le mie gambe...>>

Trattenne il pianto non riuscendo a guardare il flusso di sangue che le sporcò i calzini bianchi delle scarpe marroncine.

<<Ti sosterrò sempre, che tu l'abbia perso o meno. Ti accompagno a casa, devi essere controllata.>>





All They Lived (Biagio Del Prete)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora