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Le nuvole  cominciaronoo ad ammassarsi nel cielo mentre Jimin percorreva la strada che attraversava il centro abitato del branco Jeon.
Si sistemò lo scialle sulle spalle e ne mise un lembo sopra la cesta per proteggere il contenuto.
Se il Capobranco gli avesse concesso di restare a vivere alle cascate avrebbe potuto visitare il figlio di Jungkook prima di tornare a casa sua.
Aveva davvero tanto lavoro da fare. La sua idea iniziale era stata quella di non rendere noto a nessuno la presenza sue e fi Kai fino a quando il ragazzo non si fosse pronto....o meglio fino a quanto lui non si  fosse sentito pronto.
Se solo quel marmocchio non si fosse avvicinato tanto, non si sarebbe arrampicato e di conseguenza non sarebbe caduto... Comunque quando era caduto non era riuscito a frenare i suoi istinti da Omega ed era accorso in suo aiuto.

Stupido, stupido Jimin potevi farti i fatti tuoi!!!

Un pesante sospiro lasciò le sue labbra mentre continuava ad avanzare lungo la strada principale per raggiungere la Casa Branco.
Anche se sorpasso diverse persone di diversa età, ben pochi di loro sono rivolte un cenno di saluto, molte avevano annusato l'aria  per identificare il suo odore.
L'odore  di Omega, che si mescolava con quello di strega, veniva percepito com un insignificante odore di beta solo e soltanto se Jimin teneva sotto controllo le sue emozioni.
Jimin si tranquillizzò pensando che fosse normale per gli abitanti del paese comportarsi così....d'altra parte era comunque un forestiero per loro.

Il villaggio non era cambiato molto da quando l'aveva visitato l'ultima volta accompagnato dalla madre.
Allora viveva già sulle cascate e con gli abitanti del villaggio non aveva avuto molto contatto se non con quelli che si recavano dalla madre per ricevere delle cure.
Lui stava poco in casa da giovane, correva nel bosco e cercava di memorizzare piante e fiori  e i loro benefici.
Fu in uno di quei viaggi didattici fai da te che conobbe Minho e, dopo il movimentato primo incontro,  con lui aveva vissuto mesi bellissimi pieni di amore e speranza.
Jimin viveva di quei ricordi spensierati e avrebbe continuato a farlo fino alla sua morte.
O almeno così credeva.

Giunto davanti alla Casa Branco trovò una folla alquanto numerosa che attendeva il suo turno per poter essere ricevuta dall'Alfa.
Rimase ai margini della folla per alcuni minuti aspettando educatamente fino a quando non notò una specie di corsia preferenziale sulla sinistra dove due alfa stavano di guardia.
Si avvicinò lentamente e in trepidante ansia ai due lupi. Avrebbero chiamto Jungkook se a chiederlo fosse stato uno sconosciuto?

"Buongiorno Signore, desidera?" chiese l'alfa con i capelli color viola.

"I-il signor Jeon Jungkook mi ha chiesto di venire a trovarlo questa mattina...H-ha de-tto che voleva es-sere av-vertito de-del mio arrivo".
Mormorò Jimin tenedo lo sguardo a terra.

Il cambiamento della loro espressione e lo sfavillio che accese lo sguardo dei due alfa furono così repentini e veloci che Jimin rischiò di non notarli nemmeno.
Un ghigno malizioso si dipinse sul volto dell'alfa più basso dai capelli menta. Jimin capì che la sua presenza lì era stata fraintesa alla grande e non potè evitare che un intenso rossore gli si dipingesse sul volto.
Jimin alzò lo scialle e mostrò la borsa dei medicamenti .

"Mi ha chiesto di visitare suo figlio".

Assumendo un espressione contraria i due alfa annuirono e tornarono ai loro posti .
Quello più altò abbaiò un ordine preciso a qualcuno all'interno della casa che corse immediatamente a chiamare l'interessato.
In pochi secondi un uomo con un enorme sorriso quadrato e un uomo dai capelli rossicci con un sorriso luminoso apparvero oltre il cancello.

"Venite! Venite!" disse il primo.

I due Alfa si spostarono e lo fecero entrare.
Jimin si avvicinò ai due e fece un breve inchino di saluto.

SALVAMI [_♤JIK○○K♤_]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora