Erano passati alcuni giorni da quando Jungkook aveva perso la testa e l'auto controllo e aveva fatto sesso con Jimin sul tavolo della distilleria e non era ancora riuscito a scusarsi con l'omega. Voleva assolutamente chiedergli scusa anche se Jimin aveva indubbiamente gradito.
Doveva ammettere che quando era entrato in casa quella sera era imbarazzato.
Aveva persino costretto Taehyung ad andare con lui per non doverlo affrontare da solo.
Fatta eccezione del lampo che gli era passato negli occhi appena aveva varcato la soglia Jungkook non aveva trovato differenze nel comportamento dle biondo.
Taehyung aveva svolto perfettamente il compito di ammortizzatore.
Aveva tenuto viva la concersazione, dividendo la sua attenzio tra jimin e i ragazzi.
Jungkook aveva notato con grande soddisfazione che Jimin era perfettamente in grado di tener testa all'amico e alle sue battute."Taehyung si è sempre comportato così oppure solo con Jimin?"
Mentre tonravano verso la Casa Branco dopo la cena Taehyung gli chiese se l'omega gli appartenesse, le intenzioni dell'amico apparvero chiare.
"Te lo chiedo perché altri lupi lo hanno chiesto a me!"
"Bella scusa Tea...bella scusa!"Quando gli aveva negato la cosa Taehyung gli era scoppiato a ridere in faccia dicendogli che fosse una buona cosa.
Da allora si verificarono gli eventi e gli incontri più strani.
Era stato invitato a cena da due vedove che avevano le figlie single dell'età di Jimin.
Poi quel mattino Irene, la vicina, era apparsa accanto alla staccionata del campo di addestramento.
Jungkook non si ricordava di averla mai vista in quella zona del villaggio eppure lei era lì."E' successo qualcosa Irene?" le domandò.
Aspettandosi di venire indormato di qualcosa di terribile che richiedesse la sua attenzione.
"No No. E' solo che non vi ho visto ultimamente, impeganto come sei e avevo voglia di parlarvi." disse la donna lisciandosi i capelli sciolti sulla spalla.
Jungkook non riusciva a capire bene la situazione fino a quando la ragazza si sporse verso di lui mettendo in evidenza la scollatura dell'abito.
"Venite a cena da me questa sera?"
"E magari vuoi mi trattenga tutta la notte!"
Jungkook capì immediatamente le vere intenzioni della ragazza e gli si chiuse lo stomaco mentre un sapore amaro gli salì in bocca.
Nonostante le notti passate con lei fossero state molto intense, ora, il solo pensiero di andare a letto con lei lo infastidiva."No Irene. Ma ti ringrazio per l'invito".
Semplice. Chiaro. Conciso.
Parole destinate a mettere fine a quella questione prima che si spingesse troppo oltre."Si tratta di quel mezzo sangue vero? Vi ha stregato con qualche magia per accertarsi di averti tutto per se!"
Quelle parole furono dette con un tono intrinso di odio e gelosia.
Jungkook gli si fece di fronte costringendo la ragazza ad alzare lo sguardo e si sporse in avanti in modo che solo lei potesse sentirlo."Chiamatelo come vi pare ma non esiste nussun mezzo mezzosangue e Park Jimin è il medico di mio filgio!"
"Chiamalo come ti pare Jungkook. Lo sanno tutti con chi va a letto" disse Irene incrociando le braccia annuendo bruscamente.
"Non è mai venuto a letto con me!" disse Jungkook con un sorrisino ben celato sulle labbra.
In effetti non erano mai stati a letto insieme....piuttosto erano stati a tavola insieme.
"Oh si, ricordo" disse " preferite mangiarvi la faccia addossati alle pareti e alle porte di casa!"
Un unico ricordo gli affiorò alla mente di Jungjook, ma non riguardava Irene.
"Esatto! Proprio così" concluse irene trionfante.
"Chi mi porto a letto, o conto la mia porta, non è affare tuo." disse Jungkook guardando Irene "Park Jimin è sotto la protezione dell'Alfa, quindi prima di mettere in giro voci e cattiverie io, fossi in te starei ben attento!"
A quelle parole Irene impallidi e si fece indietro.
Jungkook se ne andò anche se incuor suo avrebbe voluto liberare il suo lupo interiore e lasciargli uccidere quella donna.
Irene si stava immischiando.
Era ciò che lei e molte altre donne del vilalggio facevano meglio era spettegolare su Jimin, probabilmente per invidia.
Tra tutte Irene era sicuramente la più pericolosa. L'aveva già vista raccolgie informazione e usarle a suo tornaconto.
L'aveva visto accadere ma non se ne era mai preoccupato. Fino ad ora.
In quel momento si accorse che alcuni degli alfa e beta presenti stavano parlottanto tra di loro.
Taehyung era seduto sulla staccionata all'altro capo del campo e lo guardava sorridente mentre uno dei suoi uomini gli bisbigliava qualche cosa all'orecchio."Pettegolo pure te, Taehyung"
Kai era intendo ad allenarsi con Ji Han nel combattimento corpo a corpo in forma umana. Jungkook si poggiò alla staccionata e con un cenno del capo chiamò l'alfa.
"Allora Do..." disse accomodandosi meglio sulla staccionata "Come se la cava il ragazzino?"
"E' bravo, ha molto talento bisogna lavorarci sopra un pochino ma è quasi al tuo stesso livello alla sua età" disse Do avvicinandosi "...avrà ereditato le capacità dal padre..." posò lo sguardo sul ragazzetto "...deve essere stato uno spettacolo vederlo lottare!"
"E' successo qualche cosa ad Appa?" chiese Kai avvicinandosi. "Mi state fissando da un po mentre parlate"
"No no Kai tranquillo, stavo dicendo a Jeon che sei molto portato" disse Jihan scompigliando la chioma corvina del ragazzo.
"Voglio solo imparare signore" sorrise Kai spostando lo sguardo tra i due alfa.
"Meglio così" disse Jungkook mettendosi dritto " Dai su torna ad allenarti adesso o dirò a tuo padre che ti ho visto battere la fiacca!"
Kai a quelle parole balzò sull'attenti "NO! VADO SUBITO!" urlò.
"Sai Kook....per un momento mi è sembrato uguale a..."
"A chi Do?"
"...Seokmin!"
"Da quello che so il padre era del branco Jeon...." disse Jungkook guardando Kai compiere ripetutamente i movimenti insegnatigli "...ha il nosto naso vero?" mormorò.
"Sembra davvero Seokmin"
Lasciò Jihan e Kai ai loro allenamenti e tornò al campo di addestramento degli alfa.
Sarebbe stato bello tempestare di pugni la faccia di Taehyung per qualche oretta così avrebbe potuto sfogare il suo nervosismo.
STAI LEGGENDO
SALVAMI [_♤JIK○○K♤_]
Acak▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎▪︎ "Non intendevo interrompervi" Dichiarò il corvino indietreggiando mentre lui avanzava. "Ho sentito che voi siete..." Si interruppe, come se non fosse in grado di pronunciare l'appellativo che veniva pronu...