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Nei Giorni successivi la presenza di Jimin e di suo figlio in quella casa divenne sempre più evidente.
Ogni sera, quando rientrava, trovava sempre un pasto caldo ad aspettarlo e quella casa aveva iniziato a profumare di argan e vaniglia.
Negli ultimi giorni Jungkook era stato impegnato con la faccenda del gruppetto di lupi che dal territorio del branco delle Caverne s'era avvicinato pericolosamente al loro territorio.
Erano pochi i giorni che trascorreva in compagnia dell'omega e quella lontananza lo stava infastidendo in maniera impressionante e incomprensibile.
Jungkook tornò a controllare i lupi che si battevano nell'arena.
Erano tutti presenti persino quelli incaricati di aiutare Jimin quando tornava alle cascate o doveva trasportare oggetti pesanti.

Che cinfanno qui dovrebbero essere a proteggere Jimin!!

Fece cenno loro di avvicinarsi.

"Il signor Park ha chiesto il vostro aiuto quest'oggi?" chiese con il tono più calmo e neutro che potesse mostrare.

Tutti e tre scrollarono le spalle e scossero la testa.

"No signore, stamattina quando ci siamo presentati ci ha congedati." disse il lupo dai capelli verdi e una piccola cicatrice sul labbro.

"Mhu...uno di voi l'ha visto sbrigare le sue faccende al villaggio questa mattina?"

"No signore, ha detto che che sarebbe stato all'orto e avrebbe raccolto le ultime cose da solo" disse il più basso dei tre.

"Si trova lassù ora?" chiese.

I tre non seppero dargli risposta, alchè gli fece cenno di tornare ad allenarsi.
Il suo lupo interiore era irrequieto.
Il suo istinto gli diceva che non c'era tempo da perdere, qualcosa non andava.

~●~

Jimin si appiattì il più possibile contro i massi, augurandosi che quegli uomini non guardassero nella sua direzione.

Perchè diamine ho indossato questa tunica rossa?

Quel giorno aveva deciso di indossare quel vestito che siguramente non lo faceva passare inosservato in un paesaggio fatto di grigio marrone e verde scuro.
I tre uomini stavano litigando tra loro quando si ammutolirono improvvisamente.
Jimin si fece per quanto gli fosse possibile ancora più piccolo.

"Eeeeeeh cosa abbiamo qui?" domandò uno dei tre inchiodandolo con lo sguardo e avanzando verso di lui "Un regalo del branco Jeon?"

Jimin si guardò disperatamente intorno in cerca di qualcosa da usare per difendersi strinse le mani al piccolo coltellino che teneva in mano e lo puntò verso l'uomo.

"Non toccarmi brutto schifoso" sibilò il biondo i cui occhi divennero subito viola.

"Ehi ragazzi, abbiamo una strega tra noi" disse ridendo il primo uomo.

Gli altri due uomini si avvicinarono.
Il più basso dei tre annusò l'aria e una smorfia si dipinse sul suo viso.

"Non è una strega e basta è....un metà sangue..."disse

Il più grosso lo colpì inaspettatamente al viso con un pugno facendogli perdere la presa sul coltellino che cadde.

"...mezzo strege e mezzo omega!" ghignò "Ora ci divertiremo lupacchiotto"

Con poca difficoltà sollevò Jimin sulle sue spalle e come si trasporta un sacco di farina lo portò in una macchia di alberi poco distanti dalla casa e dall'orto.
Jimin iniziò a calciare e dimenarsi nella speranza di liberarsi.
Uno dei calci colpì  fortunatamente al fianco l'uomo che mollò la presa facendolo cadere a terra.
Jimin approfittò della caduta si rimise in piede e iniziò a correre tentando di scappare prima che potessero riprenderlo.

SALVAMI [_♤JIK○○K♤_]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora