Rissa in taverna

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Una figura avvolta in mantello logoro avanza lungo una stradina secondaria. Dietro di lui il sole si appresta a tramontare lasciando che l'aria si raffreddi velocemente. Negli spazi presenti fra le abitazioni dell'isola dei rifiuti e possibile intravvedere la via principale, quella che porta al ponte collegato con l'isola commerciale. Le persone si muovono veloci con l'intenzione di ritornare a casa prima che faccia buio, col calare della notte quel posto diventa estremamente pericoloso.

Sul ciglio della strada un gruppo di muratori che stanno sistemando gli attrezzi da lavoro parlottano con due vecchietti andati ad osservare il cantiere.

"Vi serve un mano ragazzi" si offre di aiutargli uno dei due anziani signori. Il muratore più giovane fa cenno di no con la testa.

"Grazie dell'offerta, ma meglio che torniate a casa ora signori, c'è aria di pioggia sta sera".

"Come sempre di questi tempi, ormai siamo entrati nella stagione delle piogge".

"Già trovandoci sopra un vulcano il calore sprigionato rende impossibile che nevichi qua, però ciò ha come effetto collaterale che piove sempre in inverno".

Non interessato alla conversazione la figura tira dritto fino ad una piccola altura. Sopra di essa svetta su tutti i rifiuti una piccola locanda logora, il cartello pendente da un lato recita: "L'anatroccolo imbrunito".

Uno spiraglio di luce si addentra tra la coltre di fumo della locanda quando un individuo avvolto in un mantello entra.

Con un rapido sguardo il nuovo arrivato sonda il terreno mentre si richiude dietro la porta. Un ubriacone giace semi svenuto di fianco all'uscita pronto ad essere buttato fuori al primo cenno di sbocco; una bottiglia di vino gli pende dalla mano quasi inerte. Un gruppo di giovani ragazzi se la ride infastidendo la povera cameriere. Si credono tanti fighi e tanto adulti a frequentare un luogo malfamato, ma quello non è decisamente il posto adatto a loro. Nel tavolo a fianco tre individui si divertono a giocare a poker scommettendo quel poco di soldi che riescono a guadagnare durante la giornata.

Ad attirare l'attenzione però è un uomo seduto al bancone, ha appena ordinato un bicchiere di liquido giallognolo con venature nere. Poi ha bloccato l'oste facendogli lasciare la bottiglia da cui ha versato il liquido lì vicino, così da potersene versare ancora.

I suoi vestiti sono logori però si distingue da tutti gli altri avventori grazie al grande quantitativo di armi che porta addosso.

Sulla schiena ha un enorme fucile lungo almeno un metro, le due cinture che porta: una al bacino e l'altra in diagonale sul petto sono piene delle munizioni dell'arma. A piedi e braccia oltre che su una spalla porta dei rinforzi protettivi in acciaio. Sul braccio destro è situato un piccolo cannoncino a vapore.

Sentendosi lo sguardo dello sconosciuto addosso l'uomo si volta a fissarlo rivelando di portare una maschera d'ottone davanti al viso, i due si squadrano un attimo poi quello al bancone tornare a concentrare la sua attenzione sul bicchiere davanti a sé.

Dopo aver visto la maschera ormai l'uomo col mantello né è certo; e lui la persona che sta cercando. Lentamente gli si avvicina prendendo uno sgabello e sedendogli affianco.

"Cosa vuoi straniero?".

"Non così tanto per te?".

L'uomo col mantello si leva il cappuccio che gli copre il viso rivelandosi come Chrisantos al suo interlocutore. L'altro lo guardo prima con stupore poi si appoggia una mano sulla maschera d'ottone togliendosela. Sotto vi è un volto completamente deturpato dal fuoco. Le ustioni l'hanno reso cieco dall'occhio sinistro che è tutto bianco. La bocca non segue le normali linee solite alle persone, ma è totalmente storta rispetto al viso con alcune parti ai lati delle labbra fuse tra loro. Il tutto si rivela ancora più orrido quando la apre per vuotare all'interno il contenuto del bicchiere.

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