Momenti di calma

4 1 0
                                    

Kaligos piange distrutto sulla spalla di Rose dopo aver appreso della morte di Joseph quando Cool esce da una delle cuccette annunciando.

"Per ora Viola sembra essersi stabilizzata".

In una scatto d'ira il ragazzo dai capelli rossi sbatte con violenza quello coi capelli neri al muro alzando in alto il braccio destro che termina in un pugno metallico con fare minaccioso.

"Tu...hai ucciso Joseph!".

Un pugno colpisce Cool sulla mandibola facendolo cadere a terra e sputare un dente. Subito dopo Rose si frappone fra i due a braccia aperta.

"Smettila K, picchiarlo non riporterà J indietro e non ti farà stare meglio riguardo la tua perdita. E poi lui ci serve se vogliamo guarire V".

Il ragazzo anche se a malincuore abbassa il pugno d'acciaio.

"Hai ragione, scusami, ho solo bisogno di un po' di tempo per realizzare la cosa".

Con i denti ancora serrati per la rabbia Kaligos si allontana lasciando soli gli altri due.

Rigirandosi il dente tra le mani Cool prende la parola.

"Finalmente hai compreso che ti sono necessario".

Senza neanche voltarsi a guardarlo Rose gli risponde con disprezzo nella voce: "Non illuderti che ti abbia perdonato. Il fatto che ora stai salvando la vita a mia sorella non cambia quello che hai fatto. Per me rimarrai sempre un assassino".

Mentre si rimette in piedi il ragazzo risponde: "Immagino di dovermi accontentare; ad ogni modo tua sorella ha chiesto di te, vuole parlarti". E con queste parole Cool si congeda allontanandosi dalla ragazza.

Rose entra nella cuccetta cercando di fare il minor rumore possibile, cosa abbastanza facile visto che le stanze non sono suddivise le une dalle altre mediante porte, ma da dei semplici tendaggi che cadono dall'alto impedendo la linea visiva.

Dentro la cameretta è abbastanza minimal, un materasso stesso a terra ed una cassapanca dentro cui tenere le proprie cose.

"Non hai bisogno di fare piano, sono sveglia".

Sollevata Rose si appoggia sulle ginocchia di fianco alla sorella che si trova distesa sul materasso tenuta al caldo da una coperta.

"Come ti senti?".

"Ho avuto giorni migliori. Te invece, come stai?".

"Ho avuto giorni migliori anche io".

Le due rimangono un momento in silenzio alla ricerca delle parole giuste da rivolgersi. Fino a quel momento tra di loro non c'erano mai stati dei silenzi imbarazzanti, ma evidentemente gli ultimi avvenimenti avevano cambiato radicalmente quello che era il loro rapporto.

"Pensi che nostro padre stia bene?".

"Non lo so V, abbiamo provato a cercarlo nei dintorni del dirigibile, ma di lui non c'era traccia".

"Spero sia riuscito a scappare R".

A quelle parole la sorella maggiore sorride dicendo: "L'hai fatto di nuovo".

"Cosa?".

"Chiamarmi R, fino ad ora avevi sempre usato il mio nome completo. Ero io quella che usava come diminutivi l'iniziale del nome. Però ora l'hai fatto anche tu e l'hai fatto pure prima mentre stavamo combattendo dentro il Ragno; finalmente ti sei convertita dopo anni che provo a farti cambiare idea".

Quasi imbarazzata Viola si stringe nelle coperte tirandosele fin sopra la bocca.

"Si, bhe è più comodo".

SteampunkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora