Capitolo 1: Villa Malfoy

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REVISIONATO

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Ive Lestrange (India Eisley)

Era già il trentuno agosto e ancora regnava il caos in quella camera piuttosto piccola se paragonata all'immensa villa di cui faceva parte

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Era già il trentuno agosto e ancora regnava il caos in quella camera piuttosto piccola se paragonata all'immensa villa di cui faceva parte.

Ive Lestrange, occhi di ghiaccio e lunghi capelli scuri, non era mai stata una ragazzina particolarmente ordinata nei suoi quindici anni di vita. Certo appariva sempre perfettamente elegante nella sua impenetrabile freddezza da Serpeverde, ma preparare le valige senza rovesciare mezza stanza le risultava davvero impossibile. Infatti non erano rari i richiami di sua zia Narcissa, sorella di sua madre, fin da quando era bambina. Sperava di riuscire a finire di mettere tutte le sue cose nel baule da portare ad Hogwarts prima che fosse pronta la cena, sarebbe stato davvero bello potersi risparmiare quella mezzoretta di paternale su quanto l'ordine fosse di vitale importanza per una strega purosangue come lei, discendente di due famiglie tra le più famose e nobili del Mondo Magico. Probabilmente poi ci si sarebbe aggiunto anche suo zio Lucius, sostenendo la moglie e cogliendo subito l'occasione per elogiare suo figlio, Draco, che al contrario della cugina non lasciava mai niente fuori posto.

Ive viveva con i suoi zii più o meno da quando ne aveva memoria. Il ricordo dei suoi genitori era vago e sfocato nella sua mente, sostenuto soltanto dalle poche immagini che una bambina di tre anni può immagazzinare e da alcune vecchie foto che le aveva mostrato sua zia. I suoi genitori erano chiusi ad Azkaban, da una decina d'anni ormai. Erano stati dei Mangiamorte, prima di finire in carcere, maghi al servizio del temibile Signore Oscuro. Erano stati tra i pochi a non negare di essere stati suoi seguaci dopo che il Signore Oscuro, Voldemort per i pochi che avevano il coraggio di pronunciare il suo nome, era stato sconfitto dall'allora neonato Harry Potter. Ma era ben più grave l'accusa con cui Bellatrix e Rodulphus Lestrange erano stati condannati a passare il resto della loro esistenza in quel posto grigio e privo di ogni emozione che era la prigione di Azkaban. Erano molto accaniti, i genitori di Ive, nella loro convinzione che gli unici maghi degni di questo nome fossero i Purosangue, molto accaniti nel seguire e sostenere il loro Signore Oscuro e si erano infuriati non poco quando improvvisamente la loro guida era scomparsa, sconfitta da un bambino che ancora nemmeno parlava. E così avevano avuto la geniale idea di mettersi a torturare fino alla pazzia due giovani Auror, Frank e Alice Longbottom, nel disperato tentativo di scoprire che fine avesse fatto Voldemort.

Così, in quell'ultimo pomeriggio che avrebbe passato in quel tetro castello in miniatura che era Villa Malfoy, Ive Lestrange si ritrovava a scaraventare in tutta fretta i mantelli e le divise della scuola dall'armadio alla valigia, curandosi a mala pena di sfilare le stampelle. Sirius Black, il famigerato criminale che aveva assassinato senza pietà dodici babbani e un mago, si divincolava urlando dalla prima pagina della "Gazzetta del Profeta", che giaceva sul comodino scossa ogni tanto da qualche rivolo di vento che riempiva la stanza passando attraverso la finestra.

"Sirius Black, probabilmente il più efferato criminale mai rinchiuso nella fortezza di Azkaban, è ancora in libertà, come ha confermato oggi il Ministero della Magia"

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