12 - Il Peach Pit

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DYLAN REED

«Che ci fa quest'essere qui?» Le sento chiedere, vicino a sua sorella che se non sbaglio si chiama "Archel".

«Ryan non darci peso, lei è sempre così..."Ribelle"» Dico al mio amico.

Lei inizialmente non sembra capire, poi la vedo voltarsi e guardarmi.

Oggi i suoi capelli sono arricciati, indossa un lungo vestito di un verde appariscente, che le stringe la sua piccola vita e che mette in risalto uno strato di volant, dove s'intravedono dei tacchi color oro, molto probabilmente si vede solo lei con questo vestito. Rido all'idea che anche nel vestire appare bizzarra, ma è' bella, molto bella, l'unica ragazza che solo guardandola mi manda in tilt e non capisco più nulla. Di fronte a lei divento un sempliciotto e il mio controllo va a farsi benedire. Il viso poco truccato mostra in risalto la sua bocca carnosa rosata, che si contorce nel vedermi.

Il fatto è che mi diverte raggirarle le cose per farla innervosire, e lei ci casca arrabbiandosi; credo che la parte più divertente è quella dove lei vorrebbe seppellirmi, per sempre. Dio mio, sono diventato anche masochista! E' estremamente dannosa. Lei è come un film intrigante, vuoi sapere sempre come va a finire la parte migliore di tutte le altre che ci sono state.

«Cosa? Ancora tu?» Domanda puntandomi un dito contro e dalla sua faccia buffa direi che ha appena subito uno shock.

«Così mi offendi Ribelle, non sei contenta di vedermi?» Le chiedo, appoggiando la mia mano al petto come se fossi rimasto offeso.

«La conosci, Dylan?» Domanda Ryan confuso.

«Oh si, ti presento Ribelle the brave, in persona», dico a Ryan, il mio amico che ci siamo ho conosciuto la settimana scorsa in classe, anche lui come me non si è ambientato bene così mi chiese di passare quella giornata per la scuola e le strade di Beverly Hills. Dopo aver conosciuto un po' più a lungo Ryan siamo diventati amici stretti, e mi ha persino confessato che ha una cotta per Archel, dice di averla conosciuta ad un corso.

«La domanda la faccio io. Tu Ariel, come conosci questo qui? E voi due?» Chiede Ribelle, a me e a Ryan.

«L'ho conosciuto al corso di informatica, siamo diventati amici», afferma Ariel, ecco come si chiama realmente. Poi Ribelle osserva me, facendomi segno di parlare.

«Tutto d'un tratto ti interessa di me? E il tuo ragazzo, dove l'hai lasciato?»

«Lascia perdere», afferma abbastanza seccata, e la vedo allontanarsi da noi.

«Oh dai Ribelle, se volevi tanto sapere perché siamo amici non c'era bisogno che tu facessi la scenata di andartene, oppure continui a recitare il tuo copione?» Mi beffo di lei.

«Che sbruffone, sei soltanto un egocentrico del cavolo! E non chiamarmi Ribelle!» Esordisce, guardandomi negli occhi, questa volta.

I suoi occhi sono come un faro, azzurri dentro ma con un po' di luce sfumata, sull'intera ride.

«Egocentrico? Strano, mi danno una definizione diversa, di solito», dichiaro, pensando a quando le ragazze di Chicago dicevano che io fossi benfatto. Sapere cosa pensa realmente di me, mi importa molto, anche più di tutti i commenti di qualsiasi ragazza, non posso dire con certezza per quale motivo, penso che sia la curiosità.

«La mia definizione è che tu sei stomachevole, ti basta?» Risponde pungente, sorpassandomi.

Non mi dà nemmeno il tempo di risponderla, la vedo allontanarsi, verso le sue sorelle dicendo di volersene andare.

Per forza tu!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora