14 - The map of your heart

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DYLAN REED

«Chi ha detto di andare a casa? Possiamo ancora uscire... insieme» Enuncio, guardandomi in giro. Sono sicuro che dirà di no.

«Sei matto o cosa? Ovvio che non uscirò con te» Si affretta a dire, ma io già so che potrei minacciarla con poco.

«Te ne pentirai, Ribelle» le dico, convinto di quello che potrebbe accadere se lei decidesse di non uscire con me.

«Dovrei?» Chiede turbata, allontanandosi per pochi centimetri da me.

«Certamente, riguardo il tuo segreto, prima ho detto una bugia. Non verrà mantenuto se tu non farai qualcosa in cambio per me» sibilo le ultime parole, facendole diventare una minaccia a tutti gli effetti.

«Assurdo! Io davvero sono senza parole...» dice, voltandomi le spalle e iniziando a girarsi intorno, disperata a causa della mia richiesta.

«Sai a cosa andrai incontro. Entrambe le famiglie lo verranno a sapere, e a quel punto quello contento più di tutti sarà tuo padre, vuoi questo?» Domando, sapendo che piaccio al padre come i soldi che escono dal mio portafoglio.

«AAARGH! Cosa vuoi che faccia?» Domanda incerta, sul da farsi.

«In realtà ho due richieste...» confesso e poi continuo dicendo: «La prima richieste è che tu devi passare la serata al mio fianco».

«E la seconda?»

«La seconda la saprai alla fine di questa serata, prometto» dichiaro e le sorrido felice. Mentre Venere ha messo il broncio incrociando le braccia, dichiarandomi guerra con i suoi occhi pieni di odio.

So che un giorno, una notte, in un tempo non preciso, verrò a conoscenza della memoria dolorosa del suo brutto passato. Le sue tracce sono ottenebrate con la sua immagine falsa, parandosi dal suo gioco frenetico, forse lei mi capirà.

«Sbrighiamoci a finire questa serata, con non soprese. Grazie» Risponde abbastanza scocciata.

«Dai, vieni qui Ribelle!» Le dico, prendendole la mano. A quel tocco rimane bloccata, e la ritira indietro, alla velocità della luce.

«Dylan, almeno se devo passare la serata con te, tieni a posto le tue mani».

Sarà che non è abituata a questi tipo di contatto innocente? Poi la mia mente fa due conti e arrivo alla conclusione.

«Il tuo ragazzo...come si chiama?» Le chiedo, non sapendo il nome di quest'ultimo.

«Perché questa domanda improvvisa?» Si acciglia, molto probabilmente crede chissà cosa.

«La mia è una domanda di pura e semplice curiosità».

«Liam, e non chiedere altro» afferma, come se tenesse custodito il suo ragazzo per bene in modo che almeno lui non possa scappare, ma già l'ha fatto.

«Come va il trasferimento con la sua famiglia?»

«E tu come ne sei a conoscenza?»

«"Lovel " o come si chiama, l'ho visto insieme alla sua famiglia, trasportavano un mucchio di valigie all'interno della macchina, così ho pensato che si stesse per trasferire».

«Liam, idiota! E sì, si è trasferito stesso ieri con la sua famiglia. Ora per una buona volta taci!» Sbotta furiosa e cammina frettolosamente.

Per le strade di Beverly Hills illuminate da qualche insegna dei negozi, vedo il posto nascosto tra alberi oscurato dalla poca luce, l'informo che dobbiamo incamminarci tra gli alberi visibili all'esterno della città.

Per forza tu!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora